28 giugno 2010

RIUSO TEMPORANEO:UNA CASA PER I GIOVANI


Scali ferroviari abbandonati, fabbriche dismesse, cascine e capannoni agricoli in disuso, palazzi e appartamenti vuoti in città, uffici e negozi sfitti e ancora slarghi e spazi interstiziali tra infrastrutture, terrain vagues… Spazi e terreni vuoti che non trovano ancora un nuovo utilizzo, potrebbero trovare un uso temporaneo in quel tempo di mezzo di anni, e spesso decenni, che intercorre tra vecchia e nuova destinazione d’uso?

Uno sguardo attento e ravvicinato a molti siti abbandonati in alcune città europee, ci mostra come in assenza di sviluppo immobiliare, molte aree sono diventate un terreno di sperimentazione per differenti popolazioni, nuove forme di arte, musica, cultura pop, come pure il luogo di avvio per associazioni legate al sociale con progetti di abitazioni temporanee per studenti o ancora spazi per eventi ludici, per il giardinaggio, per il commercio informale dei mercatini. L’incertezza e apertura di questi luoghi ha attratto e ispirato economie informali, nuovi servizi autorganizzati per la città.

Da alcune stime a Milano si conta oggi un’offerta di superfici in dismissione pari a circa 3.730.000m2, oltre 1 milione di mq di scali ferroviari abbandonati, circa 1 milione di mq tra caserme e piazze d’ armi cittadine, circa 50 cascine e capannoni agricoli in disuso, oltre 70 edifici vuoti in città, e le agenzie immobiliari lamentano che circa 885.000 mq di uffici risultano sfitti. Mentre si attende che il nuovo PGT venga approvato e che questa enorme superficie dismessa venga riutilizzata per la costruzione di nuovi parchi, alloggi di edilizia sociale e servizi ai cittadini, è possibile veder nascere servizi sussidiari (e non sostitutivi ai servizi permanenti) con progetti temporanei di riutilizzo di queste aree per metterle a disposizione di popolazioni in cerca di spazi di lavoro, luoghi di svago o alloggi temporanei a basso costo?

Basti pensare alla domanda dei circa 45mila studenti fuori sede che vengono ad abitare in città ogni anno e cercano un alloggio, o alle oltre 460 associazioni artistiche, culturali, ambientaliste con una sede in città a costi elevati, e quante ancora avrebbero bisogno di condividere uno spazio per le proprie attività, o ancora alla possibilità di accoglienza turistica low-cost per EXPO’ 2015 dei circa 20 milioni di visitatori previsti nei sei mesi dell’esposizione, o infine alla presenza di circa 93.000 imprese artigiane nella Provincia di Milano e a quante sono dovute “uscire” dai capoluoghi perché impossibilitate a sostenere affitti troppo alti.

Da alcuni anni le associazioni culturali cantieri isola e precare.it e il laboratorio multiplicity.lab, del Dipartimento di Architettura e Pianificazione del Politecnico di Milano hanno avviato la ricerca-azione “TEMPORIUSO. APPLICABILITÀ DI PROGETTI EUROPEI DI RIUSO TEMPORANEO DI SPAZI IN ABBANDONO A MILANO, DIFFUSIONE DI ESPERIENZE PILOTA” (www.temporiuso.org). Il progetto si propone di utilizzare il patrimonio edilizio esistente e gli spazi aperti vuoti, in abbandono o sottoutilizzati di proprietà pubblica o privata per riattivarlo con progetti legati al mondo della cultura e associazionismo, dell’artigianato e piccola impresa, dell’accoglienza temporanea per studenti e turismo giovanile, con contratti a uso temporaneo a canone calmierato.

Le finalità economiche, sociali e urbanistiche che il progetto intende perseguire sono la rigenerazione urbana in termini di riqualificazione del patrimonio edilizio, la sottrazione dello stesso ad atti di vandalismo e deperimento, la sussidiarietà con il terzo settore, il contenimento del consumo di suolo, il sostegno degli spazi autogestiti e dei servizi autopromossi dalle comunità locali. I risultati del progetto mirano all’avvio di bandi di assegnazione e concorsi d’idee per il riuso temporaneo, allo start-up e gestione di spazi a uso temporaneo, alla creazione di un data-base accessibile per incrociare domanda e offerta di spazi a uso temporaneo, all’individuazione di un modello gestionale tramite Sportello per il riuso temporaneo.

Lo scorso 21 Giugno presso il laboratorio multiplicity.lab, Politecnico di Milano numerosi ricercatori, attivisti, operatori sociali e ricercatori si sono confrontati su queste tematiche durante l’incontro aperto “Temporiuso.net. Scambiare ricerche e conoscenze sulle pratiche di riuso temporaneo, fare rete, condividere un codice etico.”

Negli interventi di Antonella Bruzzese (ricercatrice DiAP, Politecnico di Milano) e Giampaolo Artoni (ADA Stecca), viene sottolineato ad esempio che la temporaneità è una condizione progettuale – in alcuni casi casuale e in altri ricercata, attraverso la quale i soggetti coinvolti sono in grado di dare risposta a una domanda o semplicemente a un desiderio. La temporaneità quindi come occasione per progettare in un tempo di mezzo tra “un prima e un dopo” un servizio alla città, per dare un innesco alla trasformazione, per far rivivere un luogo abbandonato e ricostruire reti di relazione. Nel progetto temporaneo specifiche competenze si mettono in gioco come quelle gestionali che, insieme alla definizione di in programma di azione e alla stima dei costi e degli investimenti, è determinante per la riuscita. Oltre alla gestione, che si traduce spesso in “autogestione”, il “prendersi cura dei luoghi” è un’altra delle competenze e delle specificità che vengono messe in campo, come si deduce dagli interventi di Stefano Massimello e Nora Bertolotti (Landgrab e Critical Garden).

La cura intesa anche come cura dei luoghi e delle relazioni con il territorio è un altro dei temi affrontati durante l’incontro, dove se per Silvia Mugnano (ricercatrice DSRS, Università degli Studi Milano Bicocca) è importante che progetti di riuso temporaneo degli spazi non si traducano in uso effimero e decontestualizzato con il territorio, per Anna Spreafico (Esterni), Nicola Mogno (coop. Grado 16/Connaction) e Angelo Magni (Trinity Skate Park) il riuso temporaneo degli spazi è l’occasione per riaccendere dei luoghi e per costruire “reti corte”, di prossimità con il quartiere e “reti lunghe” con la città e l’estero, dove le prime non sono necessariamente più facili e immediate da costruire rispetto alle seconde. Il tema delle “popolazioni temporanee” è un altro dei temi emersi. Alla domanda “a quali popolazioni interessa il riuso temporaneo?”, prova a dare risposta in particolare Francesca Cognetti (ricercatrice DiAP, Politecnico di Milano) che sottolinea come non a caso gli interventi della giornata siano di persone giovani che a vario modo hanno intercettato pratiche di riuso temporaneo e in esse hanno trovato risposte a bisogni diversi: di economicità degli spazi, di mobilità e non stabilità, di incontro con realtà simili, ma anche di sperimentazione di capacità e costruzione di sinergie. Questo è l’augurio e il rinnovato impegno verso il quale orienteremo i nostri progetti di riuso temporaneo.

Isabella Inti e Valeria Inguaggiato*

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Isabella Inti, dottore di ricerca del laboratorio multiplicity.lab, DiAP Politecnico di Milano e Valeria Inguaggiato, dottore di ricerca in Pianificazione Urbana Territoriale Ambientale del DiAP Politecnico di Milano, sono attiviste dell’associazione cantieri isola e hanno dato avvio nel 2008 alla ricerca-azione “Temporiuso” (www.temporiuso.org), organizzando seminari internazionali, workshop con studenti, progetti pilota per Milano e scambiando competenze e know-how con la rete internazionale Temporiuso.net.


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