19 marzo 2018

L’ATTUALITÀ DI GIORGIO LA PIRA

“La stazione di arrivo dell'uomo” di G.E. Palaia


In questo periodo di sconcerto e disincanto per la qualità della politica pubblica e dei suoi protagonisti la figura di Giorgio La Pira si propone come un esempio quanto mai necessario.

06cortiana11FBIl lavoro di Giovanni Emidio Palaia intorno alla persona umana nel pensiero filosofico e politico di La Pira “La stazione di arrivo dell’uomo” è molto efficace per la tensione esistenziale che propone. L’azione politica e filosofica di La Pira si è svolta nei decenni a cavallo della seconda guerra mondiale, con l’affermazione, il delirio e la caduta degli autoritarismi e la costruzione di un nuovo equilibrio e un nuovo dialogo tra le nazioni.

Oggi conosciamo le difficoltà di un altro cambiamento epocale globale in una condizione di afasia delle narrazioni ideologiche con la conseguente incertezza diffusa nella atomizzazione sociale. Per questo affermare “il valore sostanziale e l’autonomia fondamentale della persona umana” è più che mai costitutivo per il Patto Civile qui ed ora. Il riconoscimento reciproco della unicità e della irriducibilità della persona è costitutivo del processo collettivo nella costruzione della res publica di generazione in generazione. Ciò è ancora più vero mentre il Mediterraneo è divenuto una fossa comune per la disperazione e i desideri di centinaia di migliaia di persone africane che fatichiamo a riconoscere come tali tanto siamo soverchiati dalle solleticazioni razziste elettorali che ce li propongono come capro espiatorio per le nostre insicurezze.

La persona con la sua specificità diviene un fondamento laico, per credenti e non, trovando così la sua affermazione nell’Art. 2 della Costituzione «La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale». La Costituzione è “La casa dell’uomo” come la definì il membro della Costituente Giorgio La Pira. Così il lavoro diviene la possibilità di esercizio della personalità in condizioni di autonomia Come i muri maestri di una casa poggiano sulle fondazioni, così la struttura sociale della democrazia italiana poggia sul fondamento del lavoro”.

C’è un altro aspetto esemplare, per credenti e non, che ci propongono sia la vita sia il pensiero di La Pira e che interessa la dimensione esistenziale del vivere di ognuno di noi. La Pira con coerenza cristiana legava armonicamente la filosofia politica e quella morale ‘Staccare la grazia dalla natura, separare, facendone due mondi senza vicendevole comunicazione, l’ordine soprannaturale da quello naturale significa compiere qualcosa di scardinante: un’operazione destinata a sovvertire tutto l’ordine teoretico e pratico sul quale si era edificato il corpo universale della cristianità.”… Perciò “Ciò che funziona da determinante storica, quindi, oltre alla libertà e alla Provvidenza è questo elemento ideale di perfezione che fa parte integrante della coscienza umana.” . Per questo “Non è consentita al cristiano nessuna neutralità: se c’è un male egli deve intervenire per porre riparo, quanto è possibile, agli effetti dannosi del male. Perché altrimenti che senso avrebbe il precetto dell’amore?”. Si spiegano così la relazione immediata tra la sua tensione spirituale, quella intellettuale e quella politica.

La sua azione per gli operai del Pignone che portò dalla cessazione dell’attività alla costruzione del Nuovo Pignone con Enrico Mattei. “10.000 disoccupati, 3.000 sfrattati, 17.000 libretti di povertà. Poi le considerazioni: cosa deve fare il sindaco? Può lavarsi le mani dicendo a tutti: ‘scusate, non posso interessarmi di voi perché non sono statalista ma interclassista?‘ “. Si spiega così la sua azione di dialogo per la pace nel dispiegarsi dell’era atomica con l’equilibrio del terrore nucleare. ‘Il vero problema della bussola, dei punti fermi, delle stelle fisse, che deve guidare la nave dell’uomo e della storia in questa età atomica ove la realtà cosmica e storica è sottoposta a trasformazioni sempre più profonde ed imprevedute, si fa di nuovo, ogni giorno, più urgente!’ […] “Perché la storia non è fatta a pezzetti, a frammenti: è unitaria. Tutti gli anelli che la compongono, generazioni e secoli son solidali; li attraversa un mistero unico, di grazia, di redenzione, di bellezza!”. Nella sua azione amministrativa tanto la sensibilità sociale che quella contro il disastro nucleare rimandano, oltre che alla politica come interesse generale, ad una coscienza di specie che troverà nel limiti dello sviluppo denunciati dal Club di Roma e poi nei movimenti ecologisti un pieno dispiegamento.

A conclusione del suo denso e intenso lavoro Giovanni Emidio Palaia propone una immagine prismica per riassumere la poliedricità intellettuale e politica di La Pira senza possibili riduzioni filosofiche, giuridiche o religiose. La locuzione latina che divenne il suo motto “spes contra spem “non era l’affermazione idealistica di un credente contro ogni circostanza avversa, ma una testimonianza che viveva della concretezza dell’azione quotidiana. È perciò esplicativa la continuità nella proposizione esistenziale di Marco Pannella “Essere speranza (spes) piuttosto che avere speranza (spem)”. Come nell’esempio di La Pira, la politica come “possibile” non come rassegnazione all’esistente.

Fiorello Cortiana



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