12 settembre 2017
TRAFFICO E PIANIFICAZIONE: IL SILENZIO SULLA SALUTE DEI CITTADINI
Non serve guardare altrove: i nodi vengono al pettine
12 settembre 2017
Non serve guardare altrove: i nodi vengono al pettine
Si torna a casa – chi è mai partito? – e in strada si sente l’odore acre della combustione del carburante delle auto. Ben tornati.
Si è parlato negli ultimi anni di diesel-gate ma molto per discutere delle sue conseguenze sui bilanci delle case automobilistiche e quasi mai di quelle sulla salute dei cittadini. Intendiamoci, il diesel-gate non riguarda solo Volkswagen. In Europa, diversamente da quanto è accaduto negli Stati Uniti, i governi hanno semplicemente scelto di lasciare impuniti i fabbricanti d’auto che continuano a vendere veicoli fuori norma che gli stessi governi, con ogni probabilità, non avrebbero mai dovuto omologare.
Fra questi l’Italia contro la quale, per questo motivo, la Commissione Europea ha promosso a maggio una procedura di infrazione per aver chiuso troppi occhi nell’ambito delle procedure di omologazione FCA/Chrysler. Il rapporto della Commissione EMIS del Parlamento europeo, pubblicato lo scorso febbraio, ha concluso che i veicoli da euro 3 a euro 6 violano in maniera diffusa i limiti di legge per gli inquinanti che, si noti, vanno rispettati in strada. E uno studio pubblicato pochi giorni fa indica che, testate su strada, 541 auto dei modelli Euro 5 e 6 più popolari in Europa, mediamente violano di oltre 4 volte il limite entrato in vigore la settimana scorsa.
Quando parliamo di emissioni dei diesel, sotto la lente di ingrandimento ci sono gli ossidi di azoto (NOx), fra i quali rientra il biossido di azoto (NO2) che in Italia è responsabile di 23.000 morti premature all’anno.
Si sa da anni che Milano viola il limite medio annuo di 40 µg/m3 stabilito dalla legge per l’NO2 a tutela della salute umana. Ma da qualche mese, grazie al progetto realizzato dall’associazione Cittadini per l’aria e ai cittadini che vi hanno partecipato, conosciamo il livello di questo inquinante in 220 punti di rilievo nella nostra città.
Oltre 200 milanesi dall’11 febbraio all’11 marzo di quest’anno hanno misurato, con una piccola fialetta, il livello di NO2 davanti a casa o davanti alla scuola dei loro figli. I dati raccolti attraverso il campionamento hanno restituito un quadro allarmante. Dei 220 punti di campionamento il 96% su base mensile superavano il limite annuo di legge. Trasposti i dati su base annuale l’84% dei punti di campionamento violano il limite dei legge. Limite che, come per tutti gli inquinanti dell’aria, è un limite “politico” e non una “soglia di non effetto”. L’OMS raccomanda anzi ai ricercatori di quantificare l’impatto sanitario del biossido di azoto almeno a partire dai 20 µg/m3, ovvero ad un livello pari a metà del limite vigente.
Perché il biossido di azoto è così pericoloso? L’NO2 viene spesso definito un marker dell’inquinamento da traffico: a esso si ricollega l’incremento di ischemie, di tumori ai polmoni, ricoveri per malattie cardiorespiratorie, asma, riduzione dello sviluppo polmonare dei bambini e di recente è emersa una ancora più inquietante riduzione dello sviluppo cognitivo bei bambini. Tutto scientificamente quantificato in percentuali crescenti al crescere di 10 µg/m3 di NO2.
Con questi dati, grazie al supporto di un epidemiologo, è stato quantificato sulla mappa di Milano, “l’incremento di mortalità generale per la popolazione che risiede intorno a ciascun campionatore, l’incremento di ricoveri per malattie cardiocircolatorie, l’incremento di bronchiti e asma nei bambini”. Dati e danno alla salute delle persone “riferiti puntualmente alla violazione del limite di legge”. Limite che, a dispetto del silenzio al riguardo da parte di chi oggi la amministra, la città deve rispettare, ha i mezzi per rispettare vietando la circolazione ai veicoli diesel, e il cui rispetto chi amministra è per legge tenuto a perseguire a tutela della salute dei cittadini.
I risultati del progetto sono stati presentati alla Commissione ambiente del Comune di Milano a luglio. L’Amministrazione dunque sa. Il raggiungimento del rispetto del limite, come dimostrano i punti verdi pur presenti sulla mappa in città, dipende dalle misure locali. Misure che consistono essenzialmente nel vietare la circolazione ai diesel. Ma non solo ai veicoli vecchi. Anche a quelli di ultima generazione che purtroppo spesso emettono su strada livelli di NOX molte i limiti.
Un esempio per tutti: in base all’indice EQUA che a livello europeo classifica le emissioni reali dei veicoli su strada (classifica che servirà da base anche all’indice air’volution che si apprestano a diffondere i sindaci di alcune città C-40 cities) le FIAT 500 X e L euro 6, oggi disgraziatamente e massicciamente utilizzata dai taxisti milanesi, rientrano fra i veicoli in categoria H, ovvero quelle non equiparabili a livello Euro e che emettono mediamente 12 volte i livelli euro 6. I taxi sono un servizio pubblico e macinano centinaia di chilometri al giorno. E l’Amministrazione comunale è informata anche di questo.
Il Sindaco di Monaco, pressato da una sentenza del Tribunale locale che gli ha ingiunto di far rientrare la città nei limiti dell’NO2, ha annunciato di non avere altra alternativa che vietare la circolazione ai diesel in città. E da noi? Dobbiamo attendere che il rispetto della salute pubblica venga ingiunto da un Tribunale?
Anna Gerometta