5 luglio 2017

LA VICENDA “PORTELLO”: A CHE PUNTO SIAMO?

L'impasse giudiziaria e la posizione del Municipio 8 sulla vecchia Fiera


La suggestione dello stadio al Portello era, in quanto tale, proprio una bella suggestione. Non ci è dato sapere, e probabilmente non lo sapremo mai, quanto sia stata una pantomima per (s)vendere l’altra squadra di Milano ai ricchi orientali o quanto invece una vera volontà imprenditoriale.

05dani25FBFatto sta che se lo stadio avesse preso corpo, il famigerato tunnel Gallamelata / Brichetto avrebbe avuto un senso, cioè quello unico di accesso autoveicolare al parcheggio sotterraneo dello stadio, con completa impermeabilizzazione veicolare per le vie limitrofe.

Ma il vero nodo di quel progetto era a mio avviso l’ordine pubblico, un problema non risolvibile data la densità di edifici dell’intorno, nessuna via di fuga, una scuola a pochi metri, nessuna area dove far confluire eventuali tifosi (tifosi?) molesti, spazi ristretti di manovra e via così.

La suggestione Stadio è stata bocciata dal Consiglio di Zona 8 che nel marzo del 2015 ha votato a maggioranza (con ovvia astensione di Lega e Forza Italia) un articolato documento in cui si fornivano le motivazioni della contrarietà e si individuavano i criteri prioritari con cui valutare i progetti per la riqualificazione dei due padiglioni, in sintesi:

– funzioni coerenti con l’obiettivo di ridurre il livello di congestionamento complessivo della rete viabilistica dell’area e calibrate sulla capacità di carico della rete di Trasporto Pubblico Locale;

– esclusione di nuovi parcheggi per traffico privato, fatto salvo l’incremento di stalli per residenti;

– valorizzazione dello spazio pubblico come luogo realmente fruibile e con valenza aggregativa;

– funzioni di promozione e diffusione della cultura, motore strategico per un miglioramento della qualità urbana.

In sostanza, un forte richiamo ai contenuti delle relazioni tecniche e della procedura VAS inserite nell’accordo di programma del giugno 2014 tra Fondazione Fiera, Regione Lombardia e Comune di Milano.

Tramontato lo stadio, la palla è passata al secondo classificato, Milano Alta. Tra i quattro progetti di riqualificazione presentati, quello di Milano Alta presentava un indubbio punto di forza: era l’unico che avrebbe riqualificato i padiglioni riutilizzandoli con modifiche. Il riutilizzo di un edificio anziché il suo abbattimento e conseguente ricostruzione è sicuramente una modalità di recupero urbanistico da incentivare e da non sottovalutare. Abbiamo quindi guardato con simpatia a questo progetto, anche in relazione alle funzioni che avrebbe aggregato, sicuramente più interessanti per il quartiere di un semplice ulteriore nuovo mega centro commerciale.

La pista ciclabile in quota che avrebbe raccordato Citylife con i parchi Portello e Monte Stella rappresentava un ulteriore punto qualificante. Avanti così dunque, fino all’aprile del 2016 quando, nella prima stesura del progetto sparisce il riutilizzo dei padiglioni a favore di cinque edifici “stecca” perpendicolari a viale Scarampo.

Lo studio di coordinamento progettuale transita in Municipio 8 nel dicembre del 2016 per una raccolta di prime indicazioni. Il Municipio esprime una valutazione negativa (con il voto questa volta contrario di Lega e Milano Popolare) perché, pur apprezzando la connessione ciclo-pedonale, la permeabilità dei collegamenti con i quartieri a nord e a sud dell’area e l’ipotesi di utilizzo esclusivo del già citato famigerato tunnel, riscontriamo forti elementi di negatività:

– i padiglioni non vengono riutilizzati ma abbattuti (anche se pare sia una questione strutturale non risolvibile);

– le destinazioni d’uso non sono ben definite e non sembrano essere generate da un’attenta analisi delle necessità del NIL, non coordinate e integrate con il tessuto commerciale e ricreativo esistente. Non si evince in sostanza un “salto di qualità” rispetto a una struttura commerciale tradizionale;

– pur nell’ambito di una connessione stradale con il nuovo complesso completamente in galleria, la generazione di ulteriore volume di traffico indotto è comunque notevole.

Nel corso dei mesi successivi abbiamo ragionato con i presentatori del progetto, che hanno mostrato disponibilità ad ascoltare le nostre indicazioni. La vicenda ha però preso una piega giudiziaria, con azioni legali in corso tra i proponenti, Fondazione Fiera e il Comune, che ha fatto sue le nostre perplessità dichiarando chiuso il procedimento.

Tutto da rifare? A quanto pare sì. Ma le indicazioni che la 8 (Zona prima, Municipio poi) ha fornito negli anni meritano comunque attenzione nell’ambito dei nuovi progetti che andranno a svilupparsi, in quanto rappresentano le principali necessità di questa fetta della città, molte volte considerata quasi esclusivamente come una semplice connessione stradale tra le autostrade e il centro o piazza Firenze.

Angelo Dani

Vice Presidente Municipio 8



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