28 giugno 2017

ESTENDERE L’M5 FINO A MONZA: FS ALL’ARREMBAGGIO?

Il miraggio di un’efficienza del trasporto pubblico, tra mire espansionistiche e carico di rischio


Finanziare l’estensione della M5 con il contributo del Governo”. Con queste parole l’Amministratore delegato di FS, Renato Mazzoncini, ha salutato il costoso – 64,5 milioni – ingresso nell’azionariato di MM5 Spa, acquistando il 36,7% (maggior quota) da Astaldi, impresa costruttrice. Così, come capo progetto e mandatario, le FS diventano le responsabili della gestione e del funzionamento dell’opera. Mazzoncini andrebbe informato che il recente Pums di Milano, almeno nella versione tutt’ora visibile nel sito del Comune, non prevede l’estensione della M5. Inoltre i tecnici del Politecnico di Milano, che hanno eseguito una valutazione economica e tecnica indipendente, hanno escluso la sua necessità, in quanto negativo il suo risultato.

04balotta24FBL’Amministratore delegato delle FS aveva bollato il Project Financing di M5 spa come sballato. Vero, perché tutti i rischi e i costi se li è assunti il Comune di Milano, che è la stazione appaltante pubblica. Le FS, con il loro ingresso nell’azionariato di M5 Spa, hanno aggiunto, alla considerevole spesa comunale, un’altra pubblica, questa volta statale. Infatti, il suo gruppo, controllato interamente dal Ministero dell’Economia, va ad appesantire la spesa pubblica per un’opera terminata già in esercizio.

Ha anche una forte e costosa criticità tecnica, derivante dell’usura anomala di binari nella tratta Zara-Garibaldi, sostituiti già tre volte a tre anni dalla sua apertura. Criticità che doveva essere a carico della società concessionaria Metro5 Spa e dunque pro quota (23,3%) a carico di Astaldi, che con la cessione delle sue quote a FS si defila. FS diventa una sorta di Capogruppo della M5 Spa? Gli altri partner non manifestano opinioni? Stanno come pulcini contenti della chioccia FS che non li lascerà morire di fame?

Non possono che essere le mire espansionistiche del gruppo FS a averlo indotto a una simile costosa avventura. Sembra evidente che alle FS, che gestiscono 16mila km di rete in Italia e una linea in Inghilterra e una in Grecia, servisse la gestione di una metropolitana per aggiungere al suo scarno e desolante curriculum (chiedere ai pendolari lombardi) per partecipare alle gare del trasporto locale italiano. Più significativo è l’ambizioso obiettivo di entrare nella partita del prolungamento della M5 fino a Monza, partita che varrà almeno un miliardo di euro, ammesso che si decida di prolungare.

Sorprende infine che le FS abbiano già annunciato di affidare i lavori fino a Monza alla stessa Astaldi – un indennizzo per aver acconsentito alla cessione delle quote? – in palese contrasto con la normativa antitrust e degli appalti. Questa scelta avrebbe avuto senso se Astaldi fosse rimasta in M5 Spa ma ora che è uscita non vi è alcuna ragione di non fare una gara di appalto per i lavori di sola edilizia civile che non racchiudono certo l’utilizzo di brevetti o di tecnologie proprietarie come per l’armamento e la trazione (binari, vagoni, segnalazione, sistemi di accesso e così via).

Con tale mossa vengono fatte sprofondare per sempre la credibilità e la prospettiva di fare opere pubbliche in Italia con un Project Financing che non sia un modo surrettizio per aggirare Codice degli appalti e normativa UE. Sembra paradossale che dopo venti anni di normative pro-competition, sui mercati del trasporto locale si cerchi di servirei surrettiziamente il piatto alle FS. FS che, come è noto, gestiscono in assoluto monopolio le loro attività di trasporto per i pendolari sub-urbani e regionali.

Così facendo sembrano essere ancora un miraggio l’efficacia e l’efficienza del trasporto pubblico del Nord Europa dove, grazie alla concorrenza (regolata e non selvaggia), i trasporti pubblici sono decisivi per la lotta al PM10 e alla congestione da traffico che rendono vivibili le città mitteleuropee. Sono inoltre uno strumento di lotta alle ineguaglianze, visto che le periferie dispongono di servizi capillari anche nei giorni festivi e nelle ore serali. Insomma i trasporti pubblici non sono solo una prerogativa dei cittadini del centro.

Dario Balotta



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