3 maggio 2017

I NODI AL PETTINE: POTERE ECONOMICO E SOVRANITÀ POPOLARE

La soluzione del problema non è un franchising


Queste mie considerazioni sulle primarie appena svoltesi richiedono alcune premesse dato che non sono un iscritto al Pd. Nel nostro paese le primarie sembrano essere l’unica forma della partecipazione politica organizzata. Quindi la modalità di selezione dei gruppi dirigenti o di coloro, nel caso di primarie per il segretario, che li sceglieranno. Ebbene io non credo che questa forma possa sostituire in modo efficace la capacità di elaborazione e di relazione sociale che hanno avuto il partiti popolari e men che meno la selezione di una classe dirigente adeguata alle sfide attuali.

La prima delle quali, per ogni democratico, è costituita dalla mancanza di partecipazione alla vita politica come parte necessaria dell’esercizio della sovranità civica di ognuno.  Quando le forze politiche democratiche storiche, ex Dc e ex Pci, e quelle recenti, Verdi e Radicali, diedero vita all’Ulivo, quella pluralità di sensibilità si misurava con la condivisione di una cultura e di una responsabilità di governo. Se quello odierno lo si ritiene l’unico risultato evolutivo possibile mi sembra che non ci siamo.  Ciò alla luce degli ultimi risultati elettorali nelle grandi città e di quello referendario, per restare su riferimenti oggettivi. È con queste premesse e per queste premesse che mi relaziono alle primarie del Pd.

Certo per Prodi erano primarie di coalizione per scegliere il candidato Premier, ma lo statuto del PD non prevede che il segretario sia anche il candidato Premier? Ciò indipendentemente da qualsivoglia coalizione. Questo è un problema non risolvibile attraverso ingegneria elettorale sorretta da modifiche costituzionali, questo è ciò che hanno detto gli italiani il 4 dicembre scorso. Si tratta quindi di una questione da calare in un contesto concreto.

02cortiana16FBEbbene, io non credo che la soluzione stia nel partito della nazione frutto di una Grande Coalizione con B. perché la politica non è un regolamento di conti personale con i fuoriusciti dal proprio partito. I 15 click che sono bastati a indicare e poi eleggere un senatore 5stelle sono uno dei prodotto della consociazione che già aveva prodotto B. pensare che siano una causa dei problemi da affrontare sarebbe un terribile strabismo politico. Di più: quei click, e tutti gli altri che controlla la Casaleggio e associati, non colmano per nulla la percentuale di assenteismo elettorale la quale costituisce un indicatore ineludibile di una crisi di legittimità della democrazia. Crisi che non si risolve, e dopo il 4 dicembre non si può risolvere, con processi di riduzione della democrazia nel nome della semplificazione.

Io credo che a fronte di una deriva finanziaria dei processi economici occorra un di più di democrazia e di condivisione diffusa delle responsabilità a partire dalla Cittadinanza Attiva, dalle Municipalità, per arrivare ad una Europa soggetto politico federale con un governo eletto dai cittadini ed un Parlamento effettivo. Costa fatica ma tant’è. Lo stesso vale per la dignità e i diritti per ogni tipo di lavoro, occasionale e non, tutto ciò non solo è coerente con i saggi valori della Carta ma qualifica la produzione di valore e la rende competitiva nel Villaggio Globale. È così via, la cosa vale per la funzione e la condizione docente nella società della conoscenza o per la sostenibilità ambientale come responsabilità verso i nostri figli e come qualificazione competitiva dei processi e dei prodotti.

Il Pd pensa di esaurire in sé queste impostazioni, magari con voucher, Sblocca Italia e trivelle, più la Buona Scuola? C’è uno sforzo di analisi e di ascolto da fare che non è sostituibile con alcuna soluzione personalistico plebiscitaria, ancorché legittimata da Orlando ed Emiliano. Non ho assistito a una riflessione rigorosa sul 4 dicembre da parte del segretario e del gruppo dirigente del PD ad ogni livello. Eppure ha votato quasi il 15% in più della percentuale usuale, click dei 5stelle compresi. Il nodo politico del voto del 4 Dicembre non risiede nella sua articolazione, contraddittoria quanto quella del SÌ, ma della inequivocabile dimensione del NO alla combinazione tra modifiche della Costituzione e legge elettorale che avrebbe precostituito una maggioranza indipendentemente dalla politica. La democrazia richiede estensione della rappresentanza e regolazione del conflitto, la libertà richiede partecipazione informata al processo deliberativo.

Questi sono i nodi il resto è franchising.

Fiorello Cortiana



Condividi

Iscriviti alla newsletter!

Per ricevere in anteprima sulla tua e-mail gli articoli di ArcipelagoMilano





Confermo di aver letto la Privacy Policy e acconsento al trattamento dei miei dati personali




Ultimi commenti