22 marzo 2022

IL CIBO POPOLARE MILANESE VINCE LA SFIDA CON IL JUNK FOOD DEI SIMPSON

Grazie a Paul Mc Cartney


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Cena al Circolo sociale di Milano. Via Figino si trova nella zona occidentale della metropoli. Il borgo rurale risale al 1017, il tempo lo trasforma in comune autonomo e successivamente in quartiere. Il menù ha abbandonato per una volta le specialità della casa (rigorosamente a km.0 grazie alla rete degli Orti metropolitani, una delle tante community garden milanesi) per celebrare i Simpson come presenza culturale americana. 

Una forma d’arte popolare – pop art – globalizzante della storia moderna dell’occidente (omaggiata, nel cibo, dal suo maestro Andy Warhol con il celebre video ‘Eating a Hamburger’: Uno standard culturale che egemonizza gusto e ristorazione a livello globale, annullando le differenze culturali e il saper fare della tradizione. Ciò avviene allontanando il cibo da ciò che in realtà è: atto agricolo che si occupa anche della coltivazione di pomodori e mai di Ketchup.

Non solo il cartoon di Matt Groening è espressione d’arte liberale, ma è anche riuscito, più volte, a ‘vedere’ e predire il futuro.

Questo è avvenuto con la richiesta di coprire le nudità del David di Michelangelo (episodio prodotto nel 1990 e fatto realmente accaduto nel 2016 a San Pietroburgo: ’È nudo turba i bambini’); la diffusione del virus Ebola con 17anni di anticipo; l’uso di uno smart Watch vent’anni prima della sua invenzione e in ultimo l’elezione di Donald Trump.

La serie dei Simpson, che compirà 33 anni il 17 dicembre, ha come protagonisti maschili il capo famiglia Homer Simpson, un ‘complicato idiota’, espressione della classe americana media (gran bevitore accanito di birra e di ogni sorta di junk food) che assolve con leggerezza poco responsabile al suo compito di operatore alla centrale nucleare della città di Springfield. Il tema ecologista è stato più volte rappresentato negli episodi, tra questi il più significativo è certamente ‘Due macchine in garage, tre occhi in ogni pesce” (1990), dove i pesci a palla hanno tre occhi a causa di una mutazione genetica prodotta dai rifiuti radioattivi scaricati nel fiume dalla centrale nucleare cittadina.

Bart, il figlio, è invece il simbolo della ribellione e trasgressione (il suo mezzo di trasporto è uno skateboard e sulla lavagna della scuola scrive ‘Avere ragione fa schifo’). Lisa, sorella colta (brava a scuola e con il sassofono) e vegetariana, simboleggia con la mamma Maggie la razionalità e il buon senso, prerogative spesso femminili.

Una middle class americana assai poco amata da George Bush senior che in una conferenza pubblica annunciò: “Stiamo provando a rafforzare la famiglia americana, in modo da farla assomigliare di più ai Walton* e di meno ai Simpson“.

La sitcom animata più longeva e famosa della TV è piena espressione della cultura americana (il film ‘I Simpson’ è stato visto da 75milioni di spettatori con un incasso pari a 500 milioni di dollari) anche a tavola. Homer in un cartoon si fa portavoce di una battaglia per salvare i fast food contro i ristoranti dove il cibo viene servito su tavoli apparecchiati con tovaglie e servito dai camerieri.

Il mondo simpsoniano più che dei ‘cibi spazzatura’ dell’American culture – hamburger, patatine e bibita gassata – si nutre di alimenti parodianti come i ‘Tomacco’ (creazione di Homer Simpson che abbina il pomodoro al tabacco), il ‘Cheesus H Rice’ (parodia dei ‘Macaroni&Cheese’ americani), il Shakespeare’s Fried Chicken (pollo fritto) e ancora: ciambelle dolci, birra Duff e i pretzel di Marge (pane salato croccante associato a Austria e Germania ma presente anche in America).

A causa della guerra in Ukraina, Coca-Cola e Mc Donald’s hanno fermato produzione e vendite dei loro prodotti si è interrotto un legame valoriale profondo con ciò che rappresenta il cibo americano. 

Elena Pigorova, moscovita trentenne, ha dichiarato ai media come McDonald’s non rappresentasse semplicemente un fast-food, ma fosse il gusto della sua infanzia. Un lasciapassare per l’estero che la faceva sentire libera e cittadina del mondo. 

Un ponte alimentare interrotto dalla guerra.

Il Mc food è talmente diffuso nel mondo da aver spinto gli economisti a creare il ‘Big Mac index’ (indicatore economico basato sul prezzo di vendita del panino che misura il potere di acquisto della moneta del Paese).

Anche in Italia il Mc-cibo fa registrare numeri impressionanti: oltre 35 locali nella sola città metropolitana di Milano per un totale di 640 e 520 delivery in tutta Italia. Sono 250 milioni i panini consumati all’anno da 1 milione di clienti al giorno nel nostro Paese. Una invasione culturale a stelle e strisce che colpisce il made in Italy non solo nel cibo (fast food) e bevande (bibite gassate alla cola, all’arancia e al limone) ma persino nel caffè (Starbucks).

Deve esser dato giusto merito a questa Trattoria popolare, che nella serata dedicata alla complessa tematica del cibo simpsoniano è riuscita ad evitare il junk food a stelle e strisce, e la bandiera milanese del risotto con l’ossobuco portando in scena (ma soprattutto in cucina) una terza via allegra e vincente in stile beatlesiano.

Mentre su uno schermo veniva proiettato l’episodio dei Simpson Lisa Vegetariana (trasmesso nel 1995) con la comparsa animata di Paul McCartney, convinto vegetariano. Il menù proposto prevede zuppa di lenticchie alla Paul McCartney, a cui fanno seguito patate ripiene funghi e formaggio schedar con tortino di broccoli. Per chi non riesce proprio a farne a meno è proposta anche la carne in versione Christy Burger

Il dolce, neanche a dirlo, è rappresentato da americanissimi donuts gustosamente italiani.

Alla fine tra la cultura pop a stelle e strisce e la milanesità della Trattoria popolare vince Sir Paul McCartney, eterno interprete del pensiero visionario da ‘uomini nuovi’ anni’60:

 “Non si può mangiare ciò che ha un volto”. (Paul McCartney)

Marco Ceriani

Food Hero

Nota: * Telefilm con Henry Fonda ambientato in Virginia, durante la Grande Depressione.

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