19 settembre 2017

GREEN CITY NON È UNO SLOGAN

Oltre l'evento la quotidianità


Da giovedì 22 a domenica 25 Green City, la quattro giorni di eventi dedicati al “verde” e al paesaggio, si replica a Milano per la terza volta coinvolgendo 300 tra associazioni, imprese, gruppi organizzati di cittadini. Dell’iniziativa, del fitto programma e degli obiettivi ha scritto su queste pagine in luglio Elena Grandi che su mandato dell’assessore Pierfrancesco Maran ha coordinato l’organizzazione, supportata dai dirigenti e dal personale dell’assessorato al Verde e dal nuovo gestore Miami S.c. a r.l. e un gruppo di esperti espressione dei Parchi (Bosco in Città e Parco Nord), del mondo associativo, delle Università.

02longoFBAnche quest’anno è stata utilizzata la formula del fitto calendario di eventi negli spazi aperti, nei giardini e nei parchi milanesi costruito attraverso un invito pubblico e arricchito da una giornata di convegni con ospiti internazionali (Mosca e Lione alla Palazzina liberty giovedì 21 settembre) e un workshop sul ruolo del verde nel progetto della città futura, con tre tavoli dedicati alla gestione, al ruolo del paesaggio della grande Milano, al ruolo delle associazioni e dei cittadini (venerdì 22 alle 17 all’Acquario Civico).

Il titolo scelto, “la natura entra in città”, profila Green City come un’iniziativa guidata da intenzioni precise, che attribuiscono all’evento un possibile significato nuovo e operativo. L’organizzazione dell’evento ha comportato l’avvio di un Green City Lab che, oltre la constatazione dell’attivismo e la pluralità che la città sa esprimere e oltre il generico richiamo alla necessità di avere più verde (da cui occorre emergere piuttosto che desiderare di essere sommersi) contribuisce a dare concretamente al paesaggio, alla natura, allo spazio pubblico, il ruolo prioritario nell’orientare lo sviluppo della città futura. Alcuni aspetti dell’iniziativa, per come si è configurata e che saranno trattati nei tavoli del workshop, vanno in questa direzione e aprono prospettive interessanti. Ma l’aspetto organizzativo è forse proprio il più importante.

Green City 2017 è stata organizzata dall’Assessorato al Verde, affidato a Pierfrancesco Maran che ha anche la delega all’Urbanistica e all’Agricoltura. Un assessorato di grande responsabilità che sarebbe bello si potesse chiamare all’Urbanistica e al Paesaggio Urbano. Nel costruire il programma sono stati coinvolti gli Uffici Tecnici, i dirigenti e il personale tecnico con ruolo operativo (le persone che tutti i giorni escono e conoscono la città in tempo reale), il nuovo gestore MiAMi S.c.a.r.l, i Municipi, che sul verde hanno importanti deleghe. E come si è pure accennato il lavoro è stato supportato da un gruppo di esperti che in questi anni hanno in modo diverso contribuito a costruire la cultura operativa del paesaggio Milanese, in modi innovativi, originali di Milano, che in molti casi nulla hanno da invidiare alle città d’Europa.

La collaborazione che si è generata, tra il Parco Nord e il Bosco in Città, gli Uffici Tecnici Comunali, le associazioni ambientaliste, Orticola di Lombardia, le Università Statale e il Politecnico, impegnati quest’anno in un nuovo corso di Laurea in Architettura del Paesaggio, i cittadini e le associazioni coinvolte attraverso la call, prefigura e sperimenta un aspetto indispensabile per il miglioramento di Milano: il consolidarsi di una struttura burocratica pubblica di qualità, orientata da una visione strategica e da prassi solide, non estemporanee in grado di proporsi come un soggetto autorevole che guida le scelte tecniche, di progetto e di manutenzione e la governance del verde metropolitano.

Green City rappresenta in questa chiave un terreno di sperimentazione e, contemporaneamente un richiamo a procedere nel tempo più rapido all’approvazione e allo sviluppo di due documenti prodotti negli anni passati nel medesimo contesto collaborativo: il Regolamento del Verde e il Documento di Visione Strategica del Paesaggio Urbano.

Il primo è uno strumento di gestione, pronto, nell’agenda del Consiglio Comunale, all’ordine del giorno ma continuamente rimandato per altre priorità ritenute più rilevanti. Ha informato i criteri di selezione del novo gestore ed è un indispensabile al lavoro quotidiano che nel tempo costruisce il paesaggio e la qualità della città. Il Regolamento del verde introduce principi e metodi semplicemente adeguati a una città contemporanea, in cambiamento ed estesa come Milano: il paesaggio e il verde considerati nella loro funzionalità ed estetica sono costruiti da spazi pubblici e privati, perché la natura ovviamente non fa distinzioni; l’equilibrio ecologico e l’incremento della biodiversità guidano le scelte tecniche ed economiche delle nuove realizzazioni e delle manutenzioni; l’uso dei parchi si adatta alle esigenze delle nuove popolazioni urbane, nel rispetto del bene comune.

Il secondo è un progetto ambizioso e necessario che accompagna, attraverso la prefigurazione di come Milano potrà essere in futuro, un insieme di azioni già in corso e altre possibili e da intraprendere che attribuiscono al paesaggio milanese, oltre i confini, la capacità di attribuire una nuova qualità alla città. Anche per questo documento molto lavoro è stato fatto documento Paesaggi Futuri è il necessario punto di partenza.

Antonio Longo



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