6 febbraio 2024

A PROPOSITO DI URBANISTICA MILANESE

Si è aperto il vaso di Pandora: Via Maiocchi


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È desolante constatare che solo dopo l’intervento della magistratura emergono situazioni già denunciate dai cittadini con istanze, proteste, petizioni lasciate cadere nel vuoto dall’amministrazione comunale. Far circolare le informazioni e raccogliere notizie sulla deprecabile gestione dell’urbanistica milanese, nonché del suolo pubblico, del verde, di conseguenza dell’inquinamento atmosferico in città, è per la cittadinanza essenziale, ma dobbiamo ammettere che quasi mai si ottengono risultati concreti.

In pratica solo quando la magistratura apre un’inchiesta ed emergono fatti che, se accertati, rivelano comportamenti dolosi, le proteste e le denunce dei cittadini trovano riscontro; peccato che allora il danno è ormai fatto, ai danneggiati non resta che piangere sulle disavventure in cui sono incorsi loro malgrado. Oppure si chiude un occhio e tutto procede come prima. le conseguenze ricadranno sulla cittadinanza.

In proposito segnalo uno scempio urbanistico che non va dimenticato. Nella foto si vede l’edificio incompiuto che dal 2011 sorge nel cortile dello stabile di via Maiocchi 15, allietando la vista di tutti gli abitanti che si affacciano sui cortili interni delle vie Stoppani, Maiocchi, Eustachi, Redi e Zambeletti.

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La costruzione fu iniziata nel 2011, al termine del mandato di Letizia Moratti; dopo l’inizio dei lavori furono presentati ripetuti esposti al Comune dai condomini degli stabili circostanti e successivamente inoltrato ricorso al TAR.  I lavori furono bloccati ad un certo punto per intervento dei VV. FF, per motivi di sicurezza. La società costruttrice, che aveva lanciato una intensa campagna pubblicitaria per la vendita degli appartamenti, poco dopo il fermo dei lavori venne dichiarata fallita.

Anche in quel caso, come in quelli emersi agli onori della cronaca in questi giorni, l’edificio veniva costruito dopo la demolizione di una piccola autorimessa nel cortile di via Maiocchi 15 ed i lavori avviati a seguito di SCIA presentata al Comune, pur risultando evidente che si stava procedendo a realizzare una nuova costruzione e non la ricostruzione di un edificio preesistente e che non erano state rispettate le distanze minime dai contigui edifici. Mi risulta che la magistratura intervenne incriminando dei funzionari degli uffici comunali.

Ad oggi resta lo scheletro della costruzione incompiuta illustrato nella foto; solo nel 2021 è stata rimossa la gru rimasta ferma in cantiere dal 2011, dopo continui e infruttuosi solleciti al curatore fallimentare, anche grazie all’intervento di Pierfrancesco Maran poco prima delle votazioni nel 2021 per il rinnovo del Sindaco e del Consiglio Comunale. Non è dato sapere quando lo scheletro dell’edificio verrà rimosso e l’area messa in sicurezza; a suo tempo per accelerare il lavori l’impresa modificò il progetto realizzando lo stabile in acciaio e legno. Oggi lo stato di abbandono delle strutture non può che destare preoccupazione.

Si riporta tutto ciò per evidenziare da una parte il danno derivato alla comunità e dall’altra la colpevole negligenza degli uffici che svolsero le pratiche edilizie. Sala e Tancredi hanno la coda di paglia e farebbero bene a riconoscere e controllare cosa succede in Comune invece di lamentarsi e andare in procura, immaginiamo a difendere l’operato degli uffici comunali che trattano le pratiche edilizie.

Rileviamo un modus operandi in atto da lungo tempo usato per applicare norme e regole atte a consentire, pur contro il buon senso e la logica, il prevalere dell’interesse privato contro l’interesse pubblico. La rilevanza penale di questo modus operandi verrà appurato dalla magistratura, ma già il fatto che si ripresenti negli anni e produca effetti di sempre maggior portata, come nel caso del palazzo costruito all’interno del complesso di piazza Aspromonte pubblicizzato come “Hidden Garden”, una situazione del tutto simile a quella sopra menzionata, o nel caso del grattacielo di 29 piani costruito a ridosso del parco Lambro, come rigenerazione di edifici esistenti  è indicativo di una gestione della funzione pubblica che asseconda interessi privati contro l’interesse pubblico.

Ormai da troppo tempo proteste, istanze, ricorsi al TAR dei cittadini non vengono tenute in alcun conto, deve intervenire la magistratura per accertare se e come si sono verificati eventuali illeciti, con conseguenze davvero disastrose se gli illeciti verranno accertati, ma comunque con il deplorevole risultato di mettere in luce un sistema di gestione opaca, poco trasparente, incline a favorire un’interpretazione fumosa di norme e regole a favore degli investitori e dei costruttori, i quali dovrebbero per primi pretendere chiarezza e certezza del diritto.

Suonano pertanto assolutamente fuori luogo le proteste di chi “ha paura della firma”, di chi si avvale delle “interpretazioni” per aggirare le norme, le proteste dei costruttori che vedono gli interventi della magistratura come freno al loro fatturato mentre dovrebbero per primi auspicare che le leggi vengano fatte osservare per garantire alle imprese operanti nel settore serietà, competenza e tutela dall’illegalità. E compito e dovere dell’amministrazione emanare regolamenti chiari ed applicare le norme secondo la logica ed il principio del “buon padre di famiglia”, principio alla base di ogni sana e democratica società civile, facendo prevalere il bene comune sugli interessi di privati o di parte. Così almeno dovrebbe succedere, se vogliamo evitare che sia la magistratura a dover intervenire.

Paolo Burgio



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  1. Andrea GiorcelliMa la definizione di ristrutturazione edilizia non è quella del D.P.R. 380/2001 e quindi demolizione e ricostruzione anche fuori sagoma e con diversa volumetria come gli interventi contestati dalla Procura? Non si capisce, anche dalla lettura dei giornali, in cosa non siano state rispettate le norme. Bisognerebbe prendersela semmai con l'allora Presidente della Repubblica.
    7 febbraio 2024 • 13:16Rispondi
  2. Fausto BagnatoFinché non si ritornerà alla nomina,per concorso pubblico, dell' Ing. CAPO al Comune e alla cancellazione delle sciagurate leggi " Bassanini" del Centralismo Democratico, sarà difficile fare funzionare correttamente i Settori Urbanistica - Edilia Privata e Pubblica.
    7 febbraio 2024 • 17:53Rispondi
  3. ENNIO GALANTECaro Burgio, ricordi quando ci riunivamo contro l'espianto da Città Studi dei dipartimenti di Unimi e dei due istituti scientifici ospedalieri Tumori e Besta? E poi quando avevamo cercato di far insediare in via Mangiagalli, nello stabile di Cassa Depositi e Prestiti (CDP) una delle due case della salute della zona 3 ? Avevamo presentato a Beppe Sala una circostanziata e documentata relazione affinchè dichiarasse quello stabile di interesse pubblico. Sala nemmeno ci rispose. E la Cassa D.P. ha venduto lo stabile attraverso una serie di matriosche, cioè di s.r.l. Il problema risale al cv di Bebbe arrivato a due mandati di sindaco dopo essere stato allievo di Letizia Brichetto Moratti. Speriamo che dopo terminata la sindacatura non lo propongano per qualche alta carica istituzionale !
    7 febbraio 2024 • 18:15Rispondi
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