7 novembre 2017

SICUREZZA IN CITTÀ E POLITICA

Conoscenza del territorio, della forma della città e della sua società


Per molti anni c’è stato il tentativo, fallito a mio giudizio, di dare una visione politica sul tema sicurezza. Nel recente passato una parte politica ha dimostrato di averla, ma con progetti decisamente poco aderenti al sistema paese e comunitario. Nell’altra parte politica non è presente una proposta organica, frutto di storici ritardi e di pregiudizi ideologici che hanno fatto si che il tema diventasse residuale rispetto a tutto il resto.

05ghezzi37FBPenso che continuare ad esprimere ad ogni piè sospinto e ad ogni occasione pubblica che la sicurezza non può essere un tema sul quale nessuna forza politica possa averne l’egemonia è il più classico modo per nascondere i taluni fallimenti. La sicurezza è un prodotto sociale che si raggiunge con le buone pratiche indirizzate a riconoscere quei diritti di cittadinanza che sovente sono calpestati da noncuranza o da inadempienze irrispettose del ruolo di pubblico servizio che ogni amministratore dovrebbe avere.

La sicurezza non potrà mai essere offerta senza un percorso democratico e condiviso, poiché, come qualcuno ha tentato invano in passato, e ritenta ancora oggi, basterebbe limitare la libertà di ognuno occupando il territorio militarmente ed istituendo uno Stato di Polizia o calpestando la privacy del cittadino, come ad esempio l’installazione ad ogni via di telecamere.

La sicurezza si costruisce attraverso pianificazioni di sviluppo urbano e sociale, con una idea globale e complessa della città, con un progetto che nelle proprie articolazioni siano sviluppate tutte quelle forme possibili di tutela sociale. Tuttavia sono ben presenti, all’interno di un processo d’analisi, essenziale al fine di pianificare il tanto agognato governo del territorio, degli indicatori sociali che vanno dalla riconoscibilità dei diritti di cittadinanza, alla razionalizzazione delle risorse, al senso di comunità e all’esigenza di una maggiore e crescente coesione sociale. Per mettere a sistema queste componenti di vero civismo manca un elemento essenziale: la fiducia.

La fiducia sociale condivisa in un quartiere o in una comunità dissolve le insicurezze e le paure. Il problema della fiducia va oltre lo stesso problema della densità delle reti relazionali, che in qualche modo dovrebbero garantire un migliore controllo sociale. La fiducia non dipende solo dalla prossimità sociale, ma dal rispetto collettivo di un “codice morale” di appartenenza, condiviso anche da coloro i quali non conducono una vita radicata nel quartiere.

La sfiducia dei cittadini spiega perché i più insicuri abbiano diffidenze ben radicate nelle istituzioni. Si disperdono risorse e tempo nello studio del fenomeno criminale, quando il vero problema è nella risposta civile e democratica che ha il proprio deficit da colmare attraverso un approfondito studio del sistema paese. Entrano in gioco anche le scarse risorse che un’istituzione locale ha a disposizione per affrontare i problemi di disorganizzazione sociale nei vari gruppi e collettività diverse, alimentando di fatto politiche securitarie che mettano al centro della loro azione le ansie vissute.

Sarebbe opportuno, in questa direzione, avviare una nuova fase che contempli uno studio morfologico del territorio, che implicasse il rilevamento ed il monitoraggio, ad una scala compatibile con le necessità comunitarie. Ritornare ad una fase preminente ed essenziale come la conoscenza del territorio, proprio al fine di controllare lo stesso in modo sostanziale ed efficace. Proprio perché nell’evoluzione sociale moderna, la sicurezza si sta affermando sempre di più come un diritto soggettivo di ogni cittadino.

Le cronache di questi anni e il diffondersi di nuove forme di criminalità, hanno spinto il cittadino a rivendicare una maggiore garanzia di un interesse che sempre di più ritiene essenziale. In questo senso è necessario considerare quanto le recenti riforme legislative, nella materia specifica, offrono a questa affermazione il pieno riconoscimento nell’ordinamento giuridico. La sicurezza di prossimità ed una maggiore partecipazione alla vita sociale nei quartieri, sono stati i punti di riferimento di molti provvedimenti legislativi. Provvedimenti che però sono rimasti essenzialmente esercizi di buona volontà e null’altro.

Il legislatore insieme a tantissimi amministratori delle molte città, inclusa Milano, hanno dato prova di non avere ben chiara l’idea di cosa rappresenti in questo momento la periferia per la vita del cittadino. La periferia è una realtà nella quale occorre mettere al centro il rinnovamento civile e profondamente civico, consapevole e competente. Necessario assecondare richieste di una maggiore partecipazione dei cittadini nella vita comunitaria, supposto fondativo di una politica civica attenta ai beni comuni. In questa logica trova piena cittadinanza la ricerca di un modello sociale adeguato e non più rimandabile, viste le sempre più crescenti richieste di maggiore sicurezza e di una più rilevante qualità del vivere urbano.

In una rinnovata concezione della sicurezza in quanto diritto, prodotto sociale e come bene determinato dall’apporto e dalla responsabilità di ognuno, il cittadino deve apparire quale principale risorsa di una comunità locale, e come tale da non esporre a rischi di incolumità. In questi anni sono ineluttabilmente arrivate da parti dei cittadini milanesi, pressanti richieste di sicurezza e di una maggiore attenzione per il recupero di un tessuto urbano che denuncia preoccupanti segni di degrado. Diventa primario, in questo momento storico, offrire ai cittadini, stanchi di aspettare risposte che arrivano come spot estemporanei e che cavalcano alla bisogna circoscritti fatti di cronaca, la possibilità di contribuire direttamente alla soluzione di questi grandi problemi, per mezzo di modalità da dovranno necessariamente definirsi con gli organi preposti e con l’Amministrazione Comunale, col fine di rendere la città sempre più in sintonia con le aspettative dei sui abitanti e migliorarne la qualità della vita.

Gabriele Ghezzi



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