28 Ottobre 2025
CRONACHE URBANISTICHE 17
Questo PGT non s’ha da fare

Ovviamente ci riferiamo al nostro Beppe Sala che innesta la retro con una leggera grattata e dichiara che “in questo mandato non abbiamo più l’ambizione di rifare il Pgt. Ma abbiamo l’ambizione di fare delle varianti al Pgt che aiutino a risolvere alcuni problemi, in primis quello delle case a prezzi eccessivi”.
Dimenticandosi -o forse no- che poco più di un anno fa il suo fido scudiero Tancredi in una lunga intervista al Corriere preannunciava il nuovo PGT, nonostante fossimo già nel pieno delle inchieste della magistratura meneghina. O forse era solo un modo per cercare di correre ai ripari, magari sotto dettatura (la clamorosa frase della disposizione di servizio 4/2024 sull’”orientare temporaneamente l’attività amministrativa tenendo conto delle indicazioni desumibili dal decreto del GIP di Milano”). “Nel frattempo, ci muoviamo con il nuovo Piano per avere la massima chiarezza delle regole”, diceva il fu assessore, concludendo con una previsione degna del miglior Nostradamus (o era il mago Otelma?): “ci vorrà un anno a partire da oggi”.
Ed effettivamente un anno dopo prendiamo atto direttamente dalla voce del sindaco che non ci sarà un nuovo PGT. Non avremo un Atlante dei Quartieri e nemmeno le Porte Metropolitane (che non sono quelle scorrevoli dei vagoni, intendiamoci). Che peccato… Temo che lo stesso destino attenda anche la defunta Commissione Paesaggio che diventerà materia per la prossima sindacatura. Oggi come oggi se proprio uno non può fare a mendo di chiedere un parere deve rivolgersi alla Città Metropolitana, che finalmente batte un colpo e con un moto di orgoglio giustifica la sua esistenza.
Questa giunta, che ormai non è nemmeno capace di nominare un nuovo assessore all’urbanistica (forse rinuncerei pure io se mai mi venissero a cercare), dichiara apertamente che vivacchierà fino a termine del mandato. E non potrebbe essere altrimenti viste le spaccature interne alla maggioranza (vedi l’incresciosa e imbarazzante vicenda di San Siro). Intanto le varie inchieste continueranno a incidere sullo sviluppo della città molto più dell’attuale giunta, in una pericolosa sostituzione dei poteri. Sempre che nel frattempo non intervenga una soluzione normativa dall’alto a togliere tutto il settore dagli impicci. Forse si farà qualche mini variante per provare ad intervenire nell’annosa questione degli alloggi pubblici e più in generale sul caro casa. Pur avendo una discreta fantasia non riesco a capire come si possa agire per varianti al PGT su questo tema. Vedremo.
Vale la pena però ripassare brevemente la LR12/2005, anche a beneficio del nostro caro Beppe. Nel caso del PGT ricordo che si tratta di uno strumento diviso in tre atti principali: il Documento di Piano (DdP), il Piano delle Regole (PdR) e il Piano dei Servizi (PdS).
Il DdP è in un certo senso la componente programmatico/politica, ha una validità di 5 anni e non produce effetti sul regime giuridico dei suoli (in teoria). Quindi volenti o nolenti ogni 5 anni va rinnovato. Considerato che il PGT vigente è del 2020, io una domanda a Sala su questo punto la farei… Quantomeno gli chiederei quanto fa 20+5.
Gli altri due documenti non hanno una scadenza e possono essere continuamente modificati con varianti puntuali o generali. In particolare, è nel Piano delle Regole che si trovano tutti gli elementi prescrittivi necessari al governo e alla trasformazione della città. Anche il Piano dei Servizi contiene elementi prescrittivi relativi per esempio alle monetizzazioni.
Se non ricordo male le prossime comunali a Milano saranno nella primavera del 2027. Temo che, contrariamente alle dichiarazioni del sindaco, Milano non possa rimanere per due anni in una sorta di limbo, lasciando la patata bollente dell’urbanistica a chi verrà dopo di lui (e qui mi gioco io la carta Nostradamus), ovvero al centrodestra. Sempre che non si presenti con un nuovo Bernardo. Ho come l’impressione che le prossime elezioni si giocheranno a perdere, con entrambi gli schieramenti ben felici di lasciare l’ingrato compito di governare agli avversari.
Sono sicuro che ci torneremo per tempo, ma pensate un po’ con che faccia e con quale assetto si potrebbe presentare il centrosinistra agli elettori meneghini. Difficilmente in continuità con l’attuale giunta. Quindi potremo assistere al paradosso dell’attuale maggioranza che si dissocia da sé stessa e, al contempo, avere l’opposizione che farà campagna elettorale promettendo continuità (su alcuni temi, ovvio).
Se non fosse tragico ci sarebbe da ridere.
Pietro Cafiero
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