28 Ottobre 2025
PLACIDO DOMINGO IN SALA VERDI
Incontro tra culture per la pace nel mondo

Domenica 12 ottobre, la sala Verdi del Conservatorio è stata gremita di appassionati in occasione della partecipazione del Maestro Placido Domingo al “World Peace Culture and Arts Festival 2025”, il concerto per la pace della più grande compagnia musicale di monaci Chan.
WSO: La WuLe Symphony Orchestra nasce dall’idea del maestro e monaco Chan Shi WuLe, con l’intento di unire la musica sinfonica occidentale alla spiritualità e armonia orientale. Composta da monaci musicisti, l’orchestra rappresenta un ponte tra culture diverse, dove l’arte diventa strumento di pace interiore e dialogo universale. La WSO può vantare esibizioni in tutto il globo, nei più importanti centri di cultura esistenti.
Le sue esibizioni mescolano brani orchestrali, danza, canto e momenti di meditazione, offrendo al pubblico un’esperienza che va decisamente oltre il concerto tradizionale. La serata ha visto una prima parte solo orchestrale, una seconda con gli interventi del M° Domingo e una terza con un breve spettacolo di danza e meditazione.
Tra i brani eseguiti dall’orchestra spiccano capolavori della composizione occidentale quali la sinfonia dal “Barbiere di Siviglia”, parte dell’ouverture dal “Guglielmo Tell”, il Capriccio Italiano di Tchaikovsky, alternati a composizioni orientali a noi ben meno note, come l’ouvertoure per “La festa di Primavera” e la suite da “La ragazza dai capelli bianchi”.
Già dall’inizio del concerto è balzata all’occhio la grande varietà di età, e certamente di esperienza, all’interno dell’orchestra. Erano infatti componenti l’orchestra molti bambini non più grandi di 12 anni. È certamente comprensibile come l’attività musicale non sia l’unica occupazione all’interno della vita monastica dei Chan, e come questo possa influire sulla sicurezza esecutiva dell’insieme orchestrale. Durante le prime esecuzioni infatti ci sono state parecchie scollature tra gli archi e la sezione dei fiati, dovute probabilmente al metronomo troppo veloce.
Decisamente differente è stato dopo l’intervallo, con l’ingresso sul palco del grande Placido Domingo, che non ha bisogno di presentazioni. Alla soglia degli ottantaquattro anni, il tenore (ora baritono) spagnolo conserva una voce dal timbro inconfondibile, scurita dal tempo ma ancora densa di autorità e calore.
Il pubblico, consapevole di trovarsi davanti a una figura che appartiene ormai alla leggenda del canto, ha accolto il maestro con un silenzio quasi devoto.
In “Pietà, rispetto, amore” dal Macbeth di Verdi, il tenore spagnolo ha cesellato ogni frase con la precisione di chi conosce intimamente il peso di ogni parola. Il fraseggio, intenso e controllato, ha trasformato l’aria in una sorta di monologo interiore, più introspettivo che teatrale. La voce non cercava più la potenza, ma la verità del sentimento.
Successivamente, con le romanze spagnole “No puede ser” e “Granada”, l’artista ha ritrovato il calore della propria terra. Il fraseggio si è fatto più libero, il gesto più luminoso, e in quelle pagine si è avvertita la passione tipicamente iberica.
Come ultimo brano, l’orchestra ha eseguito, accompagnata dal battito di mani del pubblico, la marcia di Radetzky di Strauss.
È purtroppo ormai quasi dimenticata la storia di questo brano nella nostra città, che per 5 giorni ha visto morire centinaia di milanesi per l’indipendenza dal giogo austriaco. La marcia è stata commissionata da Vienna per celebrare la riconquista della città di Milano e, forse, la sua esecuzione in questa città andrebbe presa, anche dal pubblico, con più cautela.
Conclusa la parte musicale la serata ha visto i monaci impegnati in una scenografica dimostrazione di danza e preghiera buddista, dedicata a tutti gli ascoltatori presenti. I Chan hanno esibito gli abiti più diversi, abbinati a coreografie silenziose e ipnotiche.
Per concludere l’evento è stato conferito a Placido Domingo il Wule World Peace Culture Award, per sottolineare ancora una volta come la musica sia un punto d’incontro tra le più diverse culture.
Dopo un breve e commovente discorso, il Maestro Domingo si è ritirato in camerino, dove una fila interminabile di persone lo attendeva calorosamente.
Jacopo Enrico Scipioni