28 Ottobre 2025

PUGILI IMPAZZITI: I BAUSTELLE CHE CON TANANAI RESTANO I BAUSTELLE

Novità discografiche


Il 23 ottobre 2025 i Baustelle hanno pubblicato Pugili Impazziti, con Tananai. La scelta di unire il mondo sofisticato e riflessivo dei Baustelle e il pop immediato e disinvolto di Tananai poteva sembrare una mossa rischiosa, eppure la canzone che ne è uscita non tradisce la cifra stilistica del gruppo. I Baustelle continuano a essere quel gruppo che sa dialogare con il presente senza cedere alle mode del momento, e Tananai, pur mantenendo la sua impronta popolare, si adatta con naturalezza a un linguaggio che sa essere intimo e complesso.

Pugili Impazziti non è una canzone che cerca la sorpresa. Non è una hit che vuole essere cantata a squarciagola. La sua forza risiede nella capacità di rimanere sospesa, si sviluppa con una ritmicità lenta e costante, che non cerca di accelerare, ma di costruire una tensione che si scioglie solo nell’ultima parola. Una tensione che è fatta di dettagli sonori sottili, che non esplodono mai, ma che si aggirano tra gli spazi vuoti di un arrangiamento essenziale ma completo. Il ritmo non si spinge mai troppo in avanti; piuttosto, si distende, si fa leggero, eppure non lascia mai davvero la presa.

Francesco Bianconi, voce e leader del gruppo, scrive ancora una volta un testo che lascia poco spazio a letture facili. Il suo modo di cantare tipicamente senza enfasi, senza bisogno di costruire un’immagine troppo definita, è la fredda forza delle parole scritte, che assumono connotazioni sottili proprio grazie alla neutralità di Bianconi. Per quanto riguarda Tanani, la sua interpretazione non è mai superficiale, e allo stesso tempo non ha la pesantezza tipica di altre collaborazioni che cercano di fare incontrare il pop e la musica d’autore. La sua presenza è sempre in equilibrio, mai eccessiva.

Il momento a mio giudizio più interessante del brano arriva con la frase “Siamo le crepe che si aprono sul ghiaccio”. Qui, l’elemento del ghiaccio, tradizionalmente simbolo di freddezza e di distanza, come il modo di cantare di Bianconi, assume un significato nuovo: le crepe sono una forma di frattura, ma anche una possibilità di movimento, di cambiamento. Non si tratta di un’analisi puramente intellettuale, ma di un’osservazione acuta e precisa dello stato emotivo dell’individuo. Non siamo qui di fronte a una canzone che racconta una storia lineare, piuttosto una riflessione su come il tempo e l’amore possano alterare la nostra percezione della realtà.

La composizione musicale di Pugili Impazziti è forse l’aspetto che più di ogni altro rispecchia l’essenza dei Baustelle. L’arrangiamento è semplice, si può notare una tendenza di continuità con i brani dell’ultimo disco dei Baustelle, El Galactico. Gli archi sono usati con parsimonia, danno profondità alla canzone, rendendola più corposa senza appesantirla. La batteria è delicata, non invade mai lo spazio del brano, ma accompagna costantemente la melodia. La presenza di Tananai si fa sentire dove la sua voce si staglia con una leggerezza complementare. Non si tratta di un brano che punta su un’immediatezza pop, ma che costruisce un’atmosfera densa di tensioni e sospensioni.

A livello sonoro, Pugili Impazziti non cade nell’auto-riflessione sterile. La canzone si muove tra delicatezze elettroniche e un timbro acustico che, senza mai diventare troppo definito, restituisce una certa eleganza. La produzione di Federico Nardelli è ancora una volta centrata sull’idea di spazio. Lo spazio vuoto tra le note è altrettanto importante quanto quelle stesse note. Ogni suono è ponderato e pianificato. È un brano che non ha fretta, che non deve spiegare nulla. 

Se c’è un tema che emerge con forza in Pugili Impazziti, è quello dell’amore. Un amore che non è più fonte di conforto, ma di resistenza. Nella canzone non c’è spazio per la gioia, per la celebrazione dell’amore romantico. C’è solo una lotta, una frattura che si manifesta nei piccoli gesti e nei silenzi. Non si tratta di un amore tragico, più di un amore che ha imparato a stare in piedi. È un amore che non dà risposte e che ci permette di non fermarci. 

Nel contesto del panorama musicale attuale, questo tipo di canzone assume una valenza particolare. La cultura pop sembra aver abbandonato da tempo la riflessione sul sentimento in favore di una spinta emotiva che spesso si traduce in euforia o depressione momentanea. Pugili Impazziti è l’esatto opposto, non è un inno alla spensieratezza, ma una meditazione sulla fatica di vivere un amore che non ha più risposte preconfezionate. Viene raccontata una condizione, non una storia.

Nel panorama musicale contemporaneo, dove tutto sembra andare verso una semplificazione della scrittura e della produzione, Pugili Impazziti si distingue per la sua capacità di restare in equilibrio tra il passato e il presente. Non è una canzone che cerca di fare breccia immediata nel cuore dell’ascoltatore. In un’epoca di fast food musicale, dove le canzoni sono fatte per essere consumate velocemente, Pugili Impazziti non si accontenta di essere ascoltata, vuole essere vissuta, e lasciata sedimentare.

È, in un certo senso, un atto di resistenza contro il rumore che ci circonda, contro l’effimero. Non cerca consensi.

Tommaso Lupo Papi Salonia



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