14 Ottobre 2025

C’ERA UNA VOLTA UN CASELLO FERROVIARIO…

La nuova vita del Casello San Cristoforo 


C’era una volta un casellante e il suo alloggio era un casello ferroviario, costruito all’inizio del Novecento lungo la linea ferroviaria dietro la chiesa di san Cristoforo ai Navigli, in via Pesto 1.

Il passaggio a livello per i treni è ancora oggi in funzione, ma da tempo ormai il mestiere del casellante, che abbassava e alzava manualmente le sbarre per fermare il traffico al passaggio dei treni, non esiste più e tutto è automatizzato.

Per lungo tempo lo stato di abbandono del casello ridotto a un rudere e dell’area circostante invasa dai rovi e lasciata al degrado, come una discarica a cielo aperto, con conseguente alto rischio sociale, ha suscitato il rimpianto degli abitanti del quartiere.

Finalmente, però, nella primavera scorsa, è stato messo a terra un progetto di rigenerazione urbana e partecipazione sociale, grazie al partenariato di tre associazioni no profit del quartiere: Cristoforo, Trillino e Ciclochard, vincitori dell’avviso pubblico del Municipio 6 per la riqualifica e gestione dell’area. Le tre organizzazioni, a cui il Municipio ha affidato l’ex Casello e l’area di pertinenza, hanno costituito l’ATS “Una rete per il Casello”, che si è occupata del piano e degli interventi di bonifica, pulizia e ristrutturazione dell’area esterna con l’ausilio di esperti, di giovani volontari, di cittadini di ogni età che vivono nel quartiere e di diverse imprese che hanno voluto dare il loro contributo.

È nato così il nuovo Casello San Cristoforo, un’accogliente area di socialità, un cortile-giardino con alberi di nespole e tavoloni da sagra e un chiosco per il ristoro gestito grazie a un progetto di reinserimento sociale dell’Istituto penitenziario di Bollate. Inoltre uno spazio attrezzato per presentazioni di libri e conferenze, una ciclo officina affidata a senza fissa dimora che vogliono riappropriarsi di una vita lavorativa, un’area per rappresentazioni teatrali e mercatini artigianali all’aperto e anche un vivaio per esperimenti botanici.

In occasione del programma “Il verde al Casello. Ovunque la natura” incontro Albalisa Azzariti, dirigente scolastica in pensione, animatrice del progetto per l’area verde, in collaborazione con l’ATS.

Ha sempre avuto un carisma e una capacità di coinvolgimento fuori dal comune e certamente sta vivendo la nuova vita da pensionata all’insegna dell’attivismo prosociale e della formazione continua: si è nuovamente iscritta all’università, dove ha frequentato e concluso un biennio di corsi singoli magistrali di bioscienze, agraria e gestione del territorio. Coinvolta dall’ATS, è in prima linea nel progetto di rivitalizzazione dell’area attraverso il recupero della biodiversità. Ha favorito il nascere di questa collaborazione proprio il fatto che frequentasse i corsi di canoa /kayak alla Canottieri San Cristoforo, da cui è stata inizialmente “reclutata”, e che conoscesse bene l’Associazione Ciclochard, di cui fanno parte molti studenti ed ex studenti del Liceo Scientifico “Vittorini”, da lei in precedenza diretto.

La nuova collaborazione con l’ATS, e in particolare con l’Associazione Trillino Selvaggio, ha permesso la nascita di diversi progetti culturali e didattici per i bambini e le scuole, grazie in particolare a Ornella Vancheri, Silvia Coggiola ed ora anche Maria Giacalone, e favorito la partecipazione intergenerazionale al progetto per il nuovo Casello.

Dal progetto di rigenerazione è stato sin dall’inizio attratto e coinvolto anche il fioraio Bollettini del Giambellino, impegnato oltre che nella vendita di fiori e piante, anche nella progettazione di installazioni vegetali, che ora trovano spazio anche qui al Casello.

Uno spazio accogliente ed aperto, che è aperto all’apporto attivo di chi volesse spendersi per il sociale e per l’ambiente, come stanno facendo già i molti volontari che ne permettono l’apertura quotidiana e il mantenimento, mentre prosegue l’attività di riqualificazione e rigenerazione.

Ospite d’eccezione per l’apertura degli appuntamenti di settembre “Il verde al casello”, Giorgio Vacchiano, ricercatore e docente in Gestione e pianificazione forestale presso l’Università Statale di Milano, impegnato anche nella comunicazione e divulgazione scientifica e nominato dalla rivista “Nature” tra gli 11 migliori ricercatori emergenti nel mondo, “che stanno lasciando il segno nella scienza”.

Nell’occasione ha presentato il libro “La resilienza del bosco. Storie di foreste che cambiano il pianeta” e affrontato l’interrogativo cruciale del limite di resistenza della foresta amazzonica, purtroppo ormai superato, visto che ci stiamo avviando verso una transizione alla savana. Proteggere gli alberi, ripristinare e gestire le foreste sono tre imperativi ineludibili per la sopravvivenza dell’umanità sulla Terra.

Attraverso la pianificazione forestale occorre decidere la vocazione delle foreste, proprio come si definisce il piano regolatore di una città.

Gli appuntamenti culturali si susseguono, a partire dal festival “Il Casello come un libro”, tre giorni di bookcrossing, letture a alta voce, mercatino con illustratori e editori artigianali, laboratori espressivi e una tavola rotonda sui luoghi della lettura nel quartiere.

Un’area degradata e abbandonata riprende valore, si anima grazie alle idee e all’impegno concreto di tante e tanti cittadini e – come afferma sorridendo Azzariti – sono tornate a brillare anche le lucciole!

Rita Bramante



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  1. PierangeloDesidero venirvi a trovare
    15 Ottobre 2025 • 17:57Rispondi
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