16 Settembre 2025
MILANO, LA DEVIANZA E IL REGNO DELLE “DETERMINE DIRIGENZIALI”
Ritratto di famiglia
16 Settembre 2025
Ritratto di famiglia

Molti anni orsono, parlo del secolo scorso, un amico, sapendomi impresario edile, mi chiese di fare alcuni lavori nel suo appartamento e io gli domandai di fornirmi i titoli edilizi necessari. Dopo qualche settimana tornò da me con le mani nei capelli e mi disse che per queste opere, ancorché di nessun rilievo, aveva dovuto avvalersi di un architetto e che la documentazione necessaria era consistente e lui aveva fretta.
Io gli dissi che senza quella documentazione non avrei mosso un chiodo ma lui, un po’ piccato, mi disse che persone di sua conoscenza avevano fatto lavori più impegnativi dei suoi senza alcun permesso, limitandosi a dare una mancia a chi veniva a sorvegliare perché chiudesse un occhio: il farlo era prassi corrente allora.
Ormai la mosca nell’orecchio mi era entrata anche perché ero fresco di letture di Émile Durkheim, il sociologo francese vissuto a cavallo del ‘900, lettura casuale mentre mi informavo sulla sociologia del diritto, in particolare del diritto urbanistico; cercavo per fatti miei una risposta alla domanda del perché di certe norme e del perché le trasgressioni fossero così tante: la gente non capiva le norme stesse, non capiva perché si ledesse il benessere dei propri concittadini semplicemente per spostare il locale del bagno da una parte all’altra del proprio appartamento. Allora una “mancetta” e via!
Fu allora che scoprii il termine “devianza” in tutte le sue declinazioni, che va aggiunto al termine “induzione indebita ambientale” del mio passato editoriale.
Il significato del termine l’ho tratto dal dizionario Treccani: devianza s. f. [der. di deviare]. – 1. Termine usato per indicare quei comportamenti che si allontanano da una norma o da un sistema di regole; in partic., in sociologia, la non conformità agli standard normativi del gruppo o sottogruppo sociale di appartenenza, e più spesso a quelli del gruppo dominante, il quale, non potendo accettare tale comportamento abnorme, lo disapprova e spesso lo condanna con l’emarginazione o con sanzioni sociali di vario tipo.
In questo caso il sottogruppo di appartenenza è costituito dagli immobiliaristi e dalle imprese di costruzione che ovviamente non la disapprova la “devianza” ma anzi la strumentalizza con la conseguenza di trovarsi accusati di “indebita induzione”, come oggi.
La sociologia del diritto (Wikipedia). L’urbanistica è un campo di studio che unisce la sociologia urbana e la sociologia del diritto per analizzare le dinamiche sociali e i problemi legati alla pianificazione e alla trasformazione del territorio e delle città. Studia come le norme e le pratiche del diritto urbanistico influenzino la vita nelle aree urbane, esaminando sia gli aspetti formali (le leggi e gli strumenti di pianificazione) sia quelli informali (come le pratiche sociali e i conflitti che emergono), con lo scopo di fornire input per la creazione di politiche urbane più efficaci e di un ambiente urbano più funzionale.
L’ignoranza di queste discipline è alla base del nostro sistema legislativo, del quale vediamo gli effetti.
Per tornare ai PM e all’inchiesta sull’urbanistica milanese per prima cosa ho provato una certa compassione per loro: occuparsi di quel “casino” delle leggi a contenuto urbanistico è una faticaccia ma comporta anche amarezza perché ci si accorge che ogni legge, leggina, regolamento ma soprattutto ogni “determina dirigenziale” non è a tutela del bene comune ma prevalentemente nell’interesse di qualche lobby o gruppo di potere e non solo , nell’urbanistica dove è più palese ma ovunque, dalla conserva di pomodoro alla finanza. ,
Subito dopo aver provato compassione mi sono domandato due cose: perché la macchina comunale funzionasse così male e cosa diavolo fossero le determine dirigenziali e come spiegarlo ai lettori.
Per cominciare è necessario che chi abbia queste curiosità vada a vedersi l’organigramma del Comune. Eccolo qui.
Se lo aprite cliccando su ogni direzione vi si apre un link che vi porta ad una pagina che vi consente di esaminare tutto quel che serve.
Facciamo l’esempio della DIREZIONE SPECIALISTICA LEGALITÀ E CONTROLLI: vi trovate l’organigramma interno, vi trovate il nome del dirigente responsabile e seguendo le frecce rosse trovate gli allegati. Continuate lo scrolling fino agli allegati e continuate lo scrolling fino al Pdf intitolato DIREZIONE SPECIALISTICA LEGALITÀ E CONTROLLI STRUTTURE ORGANIZZATIVE E COMPETENZE: questa è la mappa del tesoro che spiega tutto ma va collegata con la questione delle “determine dirigenziali”. Si tratta di un documento di 8.000 caratteri.
Ogni direzione produce “determine dirigenziali” ma cosa sono le determine dirigenziali?
Una determina dirigenziale è un atto formale e autoritativo emesso da un dirigente (monocratico N.d.R.) di un ente pubblico per esprimere la propria volontà e prendere decisioni nell’ambito della gestione amministrativa, finanziaria o tecnica che gli è stata delegata. Funge da provvedimento conclusivo nella fase decisionale di un procedimento amministrativo e può avere effetti esterni, impegnando l’amministrazione verso terzi, specialmente in caso di impegni di spesa, o può essere un atto organizzativo interno. (Wikipedia)
La cosa interessante ai nostri fini è che anche le determine dirigenziali sono note, solo a chi entro 15 giorni dalla loro emanazione abbia voglia di andarsele a cercare nell’Albo comunale e tuttavia sono efficaci dal giorno della loro emanazione.
La determina dirigenziale non ha bisogno di nessuna altra autorizzazione da parte di altri organismi del Comune né tantomeno viene comunicata ai consiglieri comunali anche nel caso in cui concerna questioni urbanistiche malgrado il fatto che la materia urbanistica sia di esclusivo potere del Consiglio Comunale come il bilancio e la sua approvazione.
I dirigenti sono nominati dal Sindaco secondo quanto prevede la legge (D.Lgs. 267/2000).
Ne consegue che il reale potere in città (e le relative responsabilità) sono in capo personalmente al Sindaco e ai dirigenti comunali da lui nominati (la Corte di Cassazione ha stabilito che la nomina dei dirigenti comunali, conferita dal Sindaco, termina con la cessazione del suo mandato) e quindi se vi sono “devianze” sappiamo chi ne siano i responsabili dal Sindaco a scendere.
Il Consiglio comunale, orma ridotto ad una riunione di notai, può ringraziare l’onorevole Bassanini e il TUEL (Testo Unico degli Enti Local)i, ovvero il Decreto Legislativo 18 agosto 2000, n. 267. Questo testo normativo italiano regola il funzionamento, le norme contabili e le istituzioni degli enti locali come i Comuni e le Province).
Il Governo che lo promulgò fu il governo Amato che rimase in carica dal 26 aprile 2000 all’11 giugno 2001, per un totale di 411 giorni, ovvero 1 anno, 1 mese e 16 giorni. Durata breve ma sufficiente a far danni e proseguire nell’opera di Bassanini nell’esautorare le assemblee pubbliche (Consigli comunali ad esempio e ad allontanare gli elettori dagli eletti.
Il Governo era costituito da questi Partiti: Democratici DI Sinistra, Popolare Italiano, I Democratici, Federazione dei Verdi, UDEUR, Comunisti Italiani, Rinnovamento Italiano, Socialisti Democratici Italiani e Indipendenti.
Di questa vittoria della sinistra ne fummo contenti allora? La “gente” se ne rese conto? Non lo ricordo ma certo non immaginavamo le conseguenze: la scarsa partecipazione al voto che tutta la classe politica a partire dalla sinistra, quotidianamente strilla di voler combattere. Oggi non ci resta che aspettare lor signori, intenti alle personali campagne elettorali, si occupino di noi e, da buoni “Democratici”, fatte le debite proporzioni, non seguano le leggi di Jim Crow (*) quella dei “separati ma uguali”.
Luca Beltrami Gadola
(*)
Le leggi Jim Crow furono delle leggi locali e dei singoli Stati meridionali degli Stati Uniti d’America emanate principalmente per mano del Partito Democratico statunitense tra il 1876 e il 1965. Di fatto servirono a creare e mantenere la segregazione razziale in tutti i servizi pubblici, istituendo uno status definito di “separati ma uguali” per gli afrostatunitensi e per gli appartenenti a gruppi etnici diversi dai bianchi. ( Diversi da chi non la pensa come loro. N.D.R. )
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