17 Dicembre 2024

2025 UN ANNO DI ANNIVERSARI

1975  cinquant’anni fa le sinistre unite al governo di Milano


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È ormai una costante della vita politica e culturale del paese ragionare ed operare per anniversari, c’è addirittura una Struttura di missione presso la presidenza del consiglio che “assicura gli adempimenti necessari per la realizzazione dei programmi e delle iniziative connesse alle celebrazioni degli anniversari di interesse nazionale e agli eventi sportivi di rilevanza nazionale e internazionale, nonché gli interventi finalizzati alla valorizzazione dei luoghi della memoria”, inoltre “coordina le attività, comprese quelle in materia di comunicazione, al fine di promuovere, in particolar modo nei confronti delle nuove generazioni, i valori e il significato profondo delle personalità, degli eventi e della memoria, rappresentativi per il Paese”.

varallifunerali2Milano sarà coinvolta in molte iniziative per il centenario della morte di Anna Kuliscioff e in qualche iniziativa per il centenario della nascita di Spadolini per limitarci al campo politico, ma l’anniversario che meriterebbe adeguata sottolineatura è quello dei cinquant’anni della giunta di sinistra a Palazzo Marino.

Il 1975 è anno di grandi interventi legislativi: l’8 marzo viene approvata la legge 39/75 che abbassa la maggiore età da ventuno a diciotto anni; il 19 maggio con la legge 151/75 viene riformato il diritto di famiglia: è sancita la parità giuridica fra coniugi, attribuita ad entrambi la patria potestà, eliminato l’istituto della dote, riconoscimento giuridico dei figli nati fuori dal matrimonio (abolizione della distinzione fra figli legittimi e naturali), è introdotta la comunione dei beni; il 21  viene approvata definitivamente la “Legge Reale” che introdusse un duro inasprimento della legislazione penale in primis la carcerazione preventiva, allo scopo di contrastare e combattere i fenomeni di terrorismo italiano contro la quale inutilmente insorsero i garantisti del tempo capeggiati dai radicali che promossero un referendum abrogativo.

Presidente del consiglio era Aldo Moro e la maggioranza era DC PRI con l’appoggio esterno di socialisti e socialdemocratici. A Palazzo Marino c’era un centro sinistra organico con Aniasi sindaco e una maggioranza DC PSI PSDI.

Funerale_RamelliSiamo nel pieno degli anni di piombo: il 13 marzo lo studente liceale Sergio Ramelli, militante del Fronte della Gioventù, viene aggredito sotto casa da militanti di Avanguardia Operaia, muore il 29 aprile. 

Il 14 aprile viene rapito Carlo Saronio militante di Potere Operaio, per la sua liberazione vengono richiesti 5 miliardi che sarebbero dovuti servire per finanziare il Fronte Armato Rivoluzionario Operaio. Saronio verrà trovato morto quattro anni dopo. Viene accusato dell’omicidio il suo amico Carlo Fioroni che sarà il primo dei terroristi “pentiti”. 

Il 16 aprile a conclusione di una manifestazione il diciassettenne Claudio Varalli, militante del Movimento Lavoratori per il Socialismo, viene ucciso a colpi di pistola dal neofascista di Avanguardia Nazionale Antonio Braggion.

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Il 17 aprile durante la manifestazione di protesta per l’omicidio Varalli scoppiano degli scontri tra le forze dell’ordine e i dimostranti: il ventiseienne, Giannino Zibecchi, militante del Coordinamento dei Comitati Antifascisti, muore travolto da un camion dei Carabinieri. 

Il 18 aprile vi sono incidenti e scontri in varie parti della città, anche la sede dello PSDI in via Dogana 4 viene vandalizzata da gruppi dell’estrema sinistra.

Il 15 maggio le Brigate Rosse gambizzano Massimo de Carolis, capogruppo DC al Comune di Milano. 

Il 25 maggio in Via Mascagni lo studente lavoratore Alberto Brasili è ucciso a coltellate da un gruppo di neofascisti. 

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Nel pieno della campagna elettorale si svolge anche la raccolta firme e la campagna per mettere lo MSI fuori legge sostenuta tra gli altri da Franco Ferrarotti, Camilla Cederna, Cesare Zavattini, Giorgio Benvenuto, Giorgio Gaslini, Franco Fortini, Alessandro Galante Garrone, Primo Levi, Norberto Bobbio, Acli, Flm, Ferruccio Parri, come scrive il quotidiano dei lavoratori

il 1° luglio la magistratura romana, in applicazione della Legge Scelba, chiede al Parlamento l’autorizzazione a procedere per 36 suoi deputati e 6 suoi senatori per ricostituzione del partito fascista. L’inchiesta era partita negli anni Settanta a Milano.

In questo clima, (il 5 giugno morì in un conflitto a fuoco ad Alessandria la terrorista Mara Cagol e l’appuntato D’Alfonso, il 12 viene ucciso Alceste Campanile ), si votò per il comune e la regione (15 e 16 giugno).

I risultati premiarono i comunisti che divennero il primo partito cittadino con il 30,39% seguito dalla DC con il 26,95, il PSI 14,79, l’MSI 7,21%, i socialdemocratici con 6,33, il PRI con il 6%, i liberali ridotti al 4,6% e per la prima volta Democrazia Proletaria (cartello elettorale, che oltre al Pdup comprendeva Ao, Mls, IV Internazionale, Lega dei comunisti ed altri gruppi minori, col simbolo del mappamondo, falce e tenaglia) con il 3,73%.

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In termini di seggi il risultato è:

PCI (25 seggi): Elio Quercioli 14.216 voti; Riccardo Terzi, 8050; Vittorio Korach, 7.479; Dino Bonzano, indipendente, 4.956; Graziella, detta Lalla, Romano, 4.689; Antonio Costa, 3.980; Antonio Taramelli, 3.622; Gianfranco Rossinovich, 3.458; Marco Fumagalli, 3.076; Carlo Cuomo, 3.034; Alfredo Novarini, 2.905; Camillo Vertemati, 2.818; Roberto Camagni, 2.793; Ercole Ferrario, 2.280; Gennaro Barbarisi, 2.237; Achille Sacconi, 1.976; Anna Maria Pedrazzi, 1.919; Antonio Graziani, 1.876; Maria Luisa Sangiorgio, 1.850; Anna Boffino, 1.686; Maurizio Mottini, 1.623; Diego Arnaboldi, 1.575; Giorgio Marinucci, 1536; Laura Bossi, 1.467; Luigi Carnevale, 1.414.

DC (22 seggi): Massimo De Carolis, 34.831 voti; Andrea Borruso, 27.054; Giuseppino Bossi, 18.031; Gian Franco Crespi, 17.397; Luigi Venegoni, 17.717; Paola Morelli, 14.448; Carlo Arienti, 13.459; Dario Chiesa, 12.550; Alberto Garocchio, 12.277; Giacomo Pizzagalli, 11.960; Francesco Ogliari, 11.835; Tullio Belloni, 10.281; Ferdinando Passani, 9.594; Antonio Velluto 8.141; Ester Angiolini, 7.144; Salvatore Cannarella, 6.361; Salvatore Franconieri, 5.970; Ilario Bianco, 5.510; Alfio Bocciardi, 5.462; Giampiero Bartolucci, 5.298; Piergiorgio Sirtori, 4.339; Carlo Bianchi, 4.324.

PSI (12 seggi): Aldo Aniasi, 36.595 voti; Umberto Dragone, 8.646; Carlo Tognoli, 5.325; Rinaldo Ciocca, 5.248; Bruno Falconieri, 4.393; Paolo Malena, 4.288; Giulio Polotti, 3.535; Paride Accetti, 3.533; Claudio Martelli, 3.255; Luciano Peduzzi, 3.109; Giovanni Baccalini, 3.011; Stefano Demolli, 2.955.

MSI – Destra Nazionale (6 seggi): Gastone Nencioni, 9.924 voti; Tomaso Staiti di Cuddia, 6.451; Leo Siegel, 3.683; Alfredo Mantica, 3.216; Carlo Gamba, 2.344; Orio Valdonio, 1.957.

PSDI (5 seggi): Paolo Pillitteri, 4.121 voti; Luigi Valentini, 2.128; Guido Meloni, 2.080; Walter Armanini, 1.939, Vito Fiorellini, 1.810.

PRI (4 seggi): Pietro Bucalossi, 5.788 voti; Aldo Maria Maggio, 2.455, Gerolamo Pellicanò, 2.370, Alberto Zorzoli, 1.936.

PLI (3 seggi): Guido Capelli, 2.508 voti; Giorgio Bergamasco, 2.109; Filippo Barbera, 1.939.

PDUP – AO (3 seggi): Emilio Molinari, 5.536 voti; Raffaele De Grada, 3.906; Aurelio Cipriani, 3.771.

a1975bTecnicamente il centro sinistra organico avrebbe avuto la maggioranza di 43 voti e la DC era anche disponibile ad un negoziato sul programma con il PCI che avrebbe portato ad un possibile appoggio esterno per quelle che al tempo si chiamavano grandi intese. 

La trattativa peraltro andava per le lunghe anche perché la maggioranza DC-PSDI-PSI aveva raggiunto livelli di conflittualità difficilmente controllabili; solo grazie al voto di astensione dei comunisti in consiglio su alcune delibere, il centro-sinistra era riuscito a sopravvivere. 

Benché non ufficialmente al governo della città, il PCI a partire almeno dal 1969 era progressivamente andato ad assumersi responsabilità governative mentre come disse Pillitteri: “Saragat e Tanassi credono ancora che il PCI mangi i bambini”.

L’ipotesi di una giunta di sinistra PCI PSI PSDI DP, che pure avrebbe avuto 45 voti appariva impossibile per via dell’opposizione del partito di Saragat. Ufficialmente il PSI propose: “Sulla base del confronto programmatico sin qui realizzato e dei perfezionamenti sempre raggiungibili in diversi incontri, il PSI milanese ha proposto a tutti i partiti dell’arco costituzionale un’ampia alleanza democratica per dare vita a una nuova Giunta Municipale che, pur nell’apprezzamento dell’intesa regionale, non ponga pregiudiziali preclusioni verso alcun gruppo e superi ogni residua delimitazione politica verso il Partito Comunista”. 

Nel frattempo, in regione si confermava la giunta di centrosinistra e la presidenza di Cesare Golfari.

La prima seduta del nuovo Consiglio Comunale era fissata per il 31 luglio e vi è il colpo di scena: Aniasi viene eletto con 44 voti: 25 comunisti, 11 socialisti, Aniasi votò scheda bianca, 3 demoproletari, 3 pillitteriani che escono dallo PSDI, due democristiani Ogliari e Sirtori che escono dalla DC.

9788864000237_0_200_312_75Come scrive Enrico Landoni (Il Comune riformista. Le Giunte di sinistra al governo di Milano 1975-1985. L’Ornitorinco editore), l’operazione riuscì perché Aniasi aveva negli anni precedenti costruito un buon rapporto con il PCI locale nonostante l’opposizione delle segreterie nazionali di PCI e PSI contrarie alla nuova maggioranza poco sincrona con quanto accadeva a Roma. Determinante la posizione di Craxi che in quanto leader della più anticomunista delle correnti socialiste fu però favorevole all’operazione, nei fatti veniva affossato il progetto politico del compromesso storico avanzato da Berlinguer.

Poco apprezzata dalla stampa che sottolineò come i cinque transfughi diventassero tutti assessori,  la giunta Aniasi fu un capolavoro di tattica politica ( mesi dopo Pansa titolerà un suo articolo su Aniasi, il potere stellare del sindaco) che non solo riportò tutta la sinistra al governo della città come non succedeva dall’occupazione fascista del 1922 ma ebbe una non banale influenza sul quadro nazionale perché indebolì la strategia del compromesso storico definitivamente affossata nell’80. 

paolo-pillitteri-andy-warhol-renato-masssariCoprotagonista della nuova maggioranza il recentemente scomparso Paolo Pillitteri che, come scrive sempre Landoni: “si trovò nella condizione di dover difendere in ogni modo l’autonomia di Milano, di fronte ad una presa di posizione di assoluta sudditanza nei confronti di Roma … Dopo aver quindi convocato il gruppo consiliare e constatato la sostanziale disponibilità degli eletti a Palazzo Marino ad appoggiare la Giunta di sinistra, con la sola eccezione di Capone, decise di procedere alla scissione, finalizzata al progetto di riunificazione della famiglia socialista. Nella primavera del 1976 infatti il MUIS confluì nel PSI, esattamente come tra la fine del 1958 e l’inizio del 1959 gli scissionisti Matteotti, Zagari, Aniasi, Lucchi e Jori avevano lasciato il PSDI per fondare il Movimento Unitario di Iniziativa Socialista e aderire quindi al PSI”.

Non fu la sola intuizione innovativa di Pillitteri, politico raffinato anche se sottovalutato per la sua parentela con Craxi, scrive Marco Garzonio ricordando la richiesta di fare della Lombardia una regione a statuto speciale: “L’equiparazione delle Regioni istituite nel ‘70 a quelle a statuto speciale fu proposta più di trent’anni fa da Paolo Pillitteri ma non ebbe fortuna. L’insuccesso dell’iniziativa allora non sarebbe sufficiente di per sé a smontare i propositi del Carroccio…Pillitteri, prima segretario del Psdi, poi fondatore del Muis, il movimento che avrebbe fatto transitare molta Milano socialdemocratica nel Psi, aveva un disegno lungimirante: valorizzare la Regione con maggiori poteri e autonomia all’interno di una visione generale dello Stato e con una classe dirigente rinnovata: i quarantenni”.

Francesco RADINO 29 Funerali in piazza Duomo di Varalli e Zibecchi2C stampa digitale_2CSul Corriere della Sera del 1° agosto il commento della Democrazia Cristiana: “operazione trasformistica” con una “accozzaglia di transfughi”, i due dissidenti furono espulsi dalla DC, particolarmente dura le dichiarazioni su Ogliari “che dalla DC ha avuto tutto e nulla ha dato come nulla darà alla città”; il PSDI si limitò a definire “vergognoso opportunismo” l’adesione della maggioranza del suo gruppo alla nuova giunta; del resto la scissione di palazzo Marino sarà la prima di una lunga serie che porterà alla quasi sparizione del partito che nel 1951 era il terzo della città dopo democristiani e comunisti, legittimo erede della tradizione riformista matteottiana.

La nuova sindacatura durò fino al 1976 quando Aniasi si presenta alle elezioni politiche ottenendo un clamoroso successo in termini di preferenze, la maggioranza di sinistra proseguirà a governare con Tognoli.

A cinquant’anni di distanza tutto è cambiato basti ricordare quanti erano i telefonini allora registrati al Ministero delle Poste, che ne rilasciava la concessione: 12 tuttavia, forse, una lezione può essere tratta: se non cooptano parte del centro e dei moderati (allora in consiglio oggi alle elezioni), le sinistre a Milano non governano

Walter Marossi



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  1. Annalisa FerrarioSempre interessante. Alcune note: non userei più l'espressione "anni di piombo" che svilisce il decennio (e che nella versione originale, della sorella di Gudrun Esslin della RAF, indicava in realtà gli anni '50). Preciserei poi che Alceste Campanile è stato ucciso dal neofascista Bellini (poi coinvolto nella strage di Bologna) mentre per anni per un depistaggio ne è stata accusata Lotta Continua (credo valga la pena di precisare solo per questo). Infine, d'accordo che la sinistra per governare deve cooptare parte dei moderati. Purché non avvenga il contrario come è adesso (governano i moderati e la sinistra sta a guardare). Saluti
    17 Dicembre 2024 • 21:14Rispondi
    • Annalisa FerrarioAggiungerei anche che Mara Cagol (moglie di Renato Curcio) fu probabilmente uccisa dai carabinieri dopo che si era arresa ed era sdraiata a terra con le mani sulla nuca (lo dimostrano le perizie balistiche). Questo per la precisione e per capire meglio gli eventi successivi. Saluti
      17 Dicembre 2024 • 21:35
  2. Fausto BagnatoLa storia della nascita della Giunta rossa andrebbe riscritta come si sono svolte realmente le cose dietro le quinte in Corso Magenta sede del PSI. Aniasi non era gradito ancora come Sindaco di Milano. La prima cosa che fece andò a Roma per cambiare corrente nel PSI. E poi tutto il resto, in modo scientifico, da volpone che era.
    18 Dicembre 2024 • 10:16Rispondi
  3. Fausto BagnatoCon la formazione della Giunta Rossa, Milano inaugurò la gestione del "Consociativismo", visto che le sinistre non avevano i numeri per governare il Comune di Milano, in quanto gli elettori, prevalentemente non sono mai stati di sinistra. Le cose andrebbero raccontate con onestà intellettuale da quelli che hanno vissuto, in prima persona, le vicende politiche di quella stagione. I risultati, sono ancora evidenti. Fatevi un giro nel quartiere Vigentino per constatare, di persona, lo stato dei palazzoni, frutto del consociativismo, abbandonati al degrado. Chi ha pagato quei danni? La stessa cosa succederà con gli immobili, interessati ad un condono preventivo, frutto della Milano SALAta. Da luglio ho consigliato i miei amici calabresi, che mandano i figli a studiare nelle Università di Milano, di non comprare la casa come si faceva nel passato, perché a Milano sta succedendo quello che è già successo a Barcellona.
    18 Dicembre 2024 • 16:56Rispondi
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