30 maggio 2023
LA CODA PRESSO GLI SPORTELLI DELL’AZIENDA SANITARIA TERRITORIALE
Toccare con mano il welfare del Modello Milano
30 maggio 2023
Toccare con mano il welfare del Modello Milano
“Vuoi non fare la coda presso gli sportelli dell’azienda sanitaria territoriale? Il cartello che ti pone l’amichevole domanda e ti dà la confortante risposta è esposto nella sede dell’Azienda Sanitaria Territoriale di via L. Bizzozzero, p.le Accursio. Fra i servizi che puoi ottenere rapidamente e direttamente sulla tua mail è compreso il seguente: Richiedere/Rinnovare esenzioni per reddito, per patologia cronica/rara, per invalidità. Accedi al seguente link: https://sr.asst-fbf-sacco .it.
Io da casa avevo provato ad accedere, sperando di risparmiarmi la coda. E’ andata come ora vi racconto.
Mi è successo di scoprire che era scaduta la mia esenzione dal ticket, per reddito, proprio mentre avevo una certa urgenza di completare l’iter di una pratica aperta da tempo. Bloccato l’iter, devo provvedere al rinnovo dell’esenzione. Ho 94 anni. Chiedo, non sarebbe possibile un po’ di attenzione per i vecchi?
Affronto l’impresa del contatto per telefono con AST piazzale Accursio. Esempi del risultato: nessuna risposta, oppure, “telefoni più tardi”. Infine, provo un numero e, di passaggio in passaggio, prema, prema, prema, ecc., premo il numero che dovrebbe stabilire il contatto che richiedo. Ebbene, la risposta è la continua ripetizione del messaggio che ho già ricevuto, con la conclusione dell’indicazione a premere il numero che ho già premuto.
Invio la segnalazione di questa disperante disfunzione a Vittorio Agnoletto, che mi propone subito di parlarne nella sua trasmissione a Radio Popolare.
Comunque io devo provvedere. Prendo un taxi e vado alla sede di piazzale Accursio. Un addetto informa che la rete è fuori servizio fino a venerdì 12 maggio. E’ affisso un avviso: “Per problemi tecnici della Rete i programmi sono al momento interrotti. Stiamo richiedendo con urgenza l’intervento dei tecnici di rete. Rimaniamo in attesa di poter riprendere l’attività. Ci scusiamo per il disagio. (queste parole, ci scusiamo per il disagio, sono scritte in corsivo, in corpo piccolo). www.asst-fbf.sacco.it . Parole scritte a mano, in rosso, con una biro: FINO A VENERDI’.
Cerco l’orario della sede: Eccolo, se ho trovato quello giusto
Lunedi | 09:00-12:00 |
Martedì | 09:00-12:00 |
Mercoledì | 09:00-12:00 |
Giovedì | 09:00-12:00 |
Venerdì | 09:00-12:00 |
Sabato | chiuso |
Domenica | chiuso |
Penso che lunedì 15 maggio non potrò evitarmi la coda: saranno molti, con me, i sudditi di questa Repubblica, in attesa del rinnovo dell’esenzione. Infatti, quando arrivo, una trentina di persone è in coda, e la coda si rinnova e aumenta, oltre l’accesso dalla strada, lungo le scale che scendono fino all’ingresso della sede, sotto il livello della strada. Penso di essere la più vecchia, mi notano. Non riuscirei a sostare a lungo in piedi. Dall’alto, da una ringhiera, chiedo all’addetto all’ingresso, lì sotto, se è possibile avere una sedia. Lo chiedo con l’intenzione di verificare come funziona la cosa.
Mi risponde che non è possibile. Fra le persone in coda passa una voce, mi dicono di non aspettare, di scendere subito verso l’ingresso. Così faccio, e conquisto l’accesso alla sede, una nuova tappa verso l’esenzione, una sedia, con altre persone sedute, altre persone in piedi, in attesa di essere chiamate secondo il numero che l’addetto all’ingresso ti mette in mano quando entri. Ora bisogna aspettare che dagli sportelli chiamino il tuo numero. C’è chi ha prenotato l’appuntamento, chi, come me, si presenta senza appuntamento. Non sembra che sia prevista una facilitazione per chi ha prenotato. Forse è considerata la difficoltà che si incontra se si prova a prenotare.
Vediamo come funziona qui la storia dei polli di Renzo. Un mio vicino di sedia appare vigile e ansioso. Ha prenotato e non vuole essere preceduto nella chiamata da un altro postulante, che, anche lui, ha prenotato l’appuntamento. Non gli interessano tutti gli altri, si è scelto quell’unico competitore, un rivale, non vuole ingiustizie. Quando succede che proprio l’altro è chiamato, protesta a voce alta. L’altro gli risponde mentre sta per entrare nell’ufficetto-sportello, sostiene il suo bon diritto, varca la porta con il viso rivolto al protestante, gli dice: “Hai parlato troppo”.
Lo sconfitto spiega le sue buone ragioni: dopo l’una deve recarsi a fare la dialisi. In attesa, qui sotto, nel poco spazio disponibile, c’è anche un omone invalido seduto su una carrozzella. Interviene, dice che la dialisi, è sacra, la dialisi non aspetta, dice che l’uomo della dialisi non deve aspettare. Dice, con un tono di autorevolezza: “anche se qui dicono di no, lei passa. Scherziamo?”.
Succede che chiamano il numero dell’uomo della dialisi. Quando esce dalla stanza-sportello, tocca con le sue mani le mani dell’invalido, con questo caldo gesto lo ringrazia della solidarietà. Si guardano, non c’è bisogno di parole.
L’addetto all’ingresso è un uomo buono, compassionevole, nel suo così difficile lavoro esprime una sua umana intelligenza. Provo a parlare con lui, chiedo. E’ di Palermo, a Milano da tanti anni.
In attesa, le donne sono più numerose degli uomini. Di mezza età, cicciottelle, il viso spento, mute, rassegnate. Una piccolina, magretta, vestita da suora, si muove a passetti, avanti e indietro, lenta, sembra che non sappia dove dirigersi.
Si alza un uomo e la accompagna nello stretto corridoio a uno sportello. Quando esce con la sua esenzione è contenta, dice: “grazie a Dio”. Non riesco a trattenermi, le dico: “che cosa c’entra Dio con questo macello?” Non sa come rispondermi. Sembra che io sia l’unica, qui ad avere coscienza di questa condizione di macelleria sociale. Tanti anni fa le ho sentite, queste parole, “macelleria sociale”, in un incontro sulla sofferenza psichica, pronunciate dal giudice Francesco Maisto. Provo ad alzare la voce. Potrei decidere un mio comportamento di protesta che lasci un segno, con l’intervento della polizia. Desisto, penso che scriverò per Arcipelago Milano la storia dell’esenzione dal ticket, che ne parlerò nella trasmissione di Vittorio Agnoletto.
Comunque, nell’attesa umiliata, nella calca che preme, ora altre voci si levano, con la mia: “come ci trattano, è Terzo Mondo”; “loro sono seduti in una poltrona e se la godono”.
Corre la domanda: perché costringono i vecchi a rinnovare l’esenzione per reddito, in questo modo? Corre la risposta: perché potrebbero non avere più diritto, con un aumento del reddito. Come? ah, ah, la lotteria! Se vincono alla lotteria!
Penso al popolo francese in lotta, al nostro degrado politico, culturale morale, al giro di capi e capetti della politica, del mondo sindacale, dell’Università, alla cosiddetta sinistra composta da virtuosi che non sono soggetti a limiti, ad errori, a miserie, sono perfetti, e respingono con alterigia l’idea di un’analisi delle politiche che praticano da cinquant’anni, con quali risultati.
Dovremmo pure distinguere le politiche nostre, dal basso, che hanno dato buoni risultati, da quelle fallimentari. Dovremmo pure cercare conoscenza, coscienza delle cause che, nelle nostre politiche, hanno concorso alla condizione attuale: la destra al governo, la guerra, la Santa Alleanza sotto il comando della Nato, dell’imperialismo Usa. Penso ad altri tempi, quando abbiamo lottato contro politiche ingiuste, quando abbiamo osato affrontare la repressione del padronato, i trasferimenti arbitrari nelle sedi-confino, i licenziamenti anticostituzionali per rappresaglia politica.
Penso a Danilo Dolci e penso alle cannonate di Bava Beccaris, penso a Gaetano Bresci. Che carrellata. Penso a Carlo Rovelli, all’esempio che ci dà, chierico all’altezza del suo compito, cittadino repubblicano, nella Repubblica avvilita da tanti servi, da tanti sudditi. Penso all’apparato della stampa, della tv, a quanti si prestano a presentarsi al talkshow, che cosa, chi vanno a rappresentare.
Penso ai senza casa, a quanti vivono nelle case popolari del degrado e dell’esclusione, ai frigoriferi vuoti. Penso ai salari, alle pensioni, a che livello sono, nei confronti con l’ Europa, all’inflazione inarrestabile e all’indennità di contingenza, a come ci è stata sottratta. Secondo il Modello Milano, i ricchi più ricchi, i poveri più poveri.
Domando: quanti sportelli in questa sede sono aperti, dei sei annunciati? Soltanto tre.
Domando: chi dirige, chi è responsabile di questo trattamento che ci viene inflitto? Quello di via Oglio, sono le voci di risposta, il grande capo di via Oglio.
Poco prima delle 11 e un quarto, orario della chiusura, anche il mio numero è chiamato, entro in un ufficietto – sportello. Domando all’impiegata: qual è il vostro sindacato? Come tollerano situazioni come questa, per voi che lavorate, per noi, cosiddetti utenti? Mi risponde: io, sindacati, non ne conosco.
Ho conquistato la Certificazione di esenzione. Sia presa in esame, se ciò che dichiara è compatibile con il trattamento imposto agli aventi diritto e subìto. E’ firmata: ATS DELLA CITTA’ METROPOLITANA DI MILANO.
Responsabile del procedimento Galdino Cassavia.
Franca Caffa
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