2 maggio 2023

L’ABBRACCIO DI SALA E ALTRI PROBLEMI

Dal 25 al 29 aprile


Copia di rification (9)

Come se i cittadini milanesi non avessero altri problemi, dei quali parleremo in appresso, se ne è aggiunto uno che riguarda direttamente il sindaco Sala, ossia la fotografia pubblicata sul Corriere della Sera nella quale si vedono La Russa e Sala abbracciati alla fine della manifestazione in ricordo di Ramelli.

Su cosa significhi l’abbraccio è un lemma che in molti dizionari viene spiegato con definizioni non coincidenti ma per tutti è essenzialmente un gesto di amicizia.

Cosa significava per Sala un abbraccio a La Russa? Amicizia? Affetto? Un atto meramente formale? Difficile a dirsi, comunque politicamente sbagliato soprattutto a ridosso del 25 aprile.

Come ha fatto Sala, visto il corteo che era arrivato alla lapide di Ramelli, a non accorgersi da chi era composto il corteo? Non ha sentito il grido “Camerata Ramelli” e la risposta “Presente!”, Non ha visto le braccia tese nel saluto fascista? Non si è accorto che si stesse commettendo un reato contro la Costituzione? Non si ricorda quello che ha detto qualche giorno prima in Piazza del Duomo in occasione del 25 aprile?

Chi svolga una funzione pubblica, è tenuto ad osservare la Costituzione che recita all’articolo 54:”Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi. I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge.”.

Chi ha invitato il Sindaco ad andare alla manifestazione?

È andato di spontanea volontà?

Un cittadino, tutti i cittadini, soprattutto quelli che  ricoprono una carica elettiva, devono essere fedele alla Repubblica, alla sua Costituzione e alle sue leggi.

Con il suo comportamento il Sindaco ha dato una plateale dimostrazione che lo Stato e i suoi rappresentanti hanno un atteggiamento verso il fascismo assolutamente passivo, tanto da essere tutti potenzialmente accusati di “omissione di atti d’ufficio”.

Come era da immaginarsi nelle dichiarazioni rilasciate a caldo dai due rappresentanti, uno della seconda carica dello Stato l’altro Sindaco di una città medaglia d’oro della Resistenza, è risuonata la solita parola: “riconciliazione”.

Di questa e di altre parole sul fascismo e antifascismo ho detto cosa ne penso nella Lettera da ArcipelagoMilano della settimana scorsa e non voglio ripetermi.

Così va il Paese. Gli antifascisti si rassegnino.

LE ALTRE QUESTIONI

Sindaco e Giunta da qui all’ottobre del 2026, l’anno delle prossime elezioni comunali, hanno a disposizione il tempo necessario  per sciogliere i nodi che sino ad ora non hanno trovato soluzione. Alla fine del loro mandato li giudicheremo e non solo loro ma anche i Partiti che li hanno mandati a rappresentarci in Comune.

Nessuna sindacatura come quella attuale ha avuto contemporaneamente tanti fronti aperti: Internet con i social utilizzati dai cittadini sono diventati uno strumento di democrazia diretta, riunirsi per far ascoltare il proprio dissenso.

Il Salone del Mobile con l’annesso Fuori Salone è passato e con lui l’invasione di turisti che ha accentuato i punti di crisi della città, a cominciare dal traffico: si è mostrato l’annaspare dell’amministrazione comunale. Si vuol ridurre l’uso delle automobili in città semplicemente riducendo gli spazi di sosta consentita. Un disastro.

Le automobili vengono oggi parcheggiate selvaggiamente sui passaggi pedonali, attorno alle rotonde delle piazze, in seconda fila, sui passi carrai, ovunque ci sia uno spazio fisico disponibile, spesso causando ingorghi là dove non ne avevamo mai visti.

Si è capito che Milano è ancora come la città descritta dal Manzoni  nei Promessi Sposi, allora dominata dagli spagnoli  con le  grida dei suoi governatori, grida  che restarono del tutto inascoltate malgrado i banditori col loro rullar di tamburi girassero per la città. Grida allora inutili che oggi hanno la forma di Delibere del Consiglio Comunale.

Purtroppo i dati disponibili sui veicoli circolanti a Milano si fermano al 2021 ma guardandoci in giro si ha l’impressione che i numeri siano da allora cresciuti, ma un osservatore attento non può non aver notato che per di più le dimensioni dei veicoli siano aumentate, una sorta di deriva di mercato verso i SUW.

Comunque il traffico è un problema che ha visto i pendolari in entrata e in uscita rivendicare il proprio diritto a scegliere un mezzo, l’automobile, che non li penalizzi per la durata degli spostamenti. È gente che lavora.

Sempre nel costume delle grida manzoniane possiamo raccogliere tutte le norme che riguardano l’uso dei monopattini e delle biciclette che contendono ai pedoni lo spazio dei marciapiedi, oggi messo in maggior crisi dai nuovi dehors di bar e ristoranti, nati come funghi sulla scia del Covid, circa 2.500, che come tutte le installazioni in “precario” tendono a diventar definitive. Rito ambrosiano.

Tra i tanti assessori in Giunta ne manca uno, quello al benessere dei cittadini milanesi comuni, alla loro quotidianità, alla quotidianità di una popolazione che sta invecchiando.

Non sarebbe male se gli assessori si alzassero dalle loro poltrone e girassero per la città. Il Comune per i cittadini e i turisti ha organizzato nel luglio scorso visite a Palazzo Marino della durata di due ore. Perché non organizza visite alla città riservate a Giunta e Consiglio, magari anche solo mezza giornata? Avrebbero un rapido flash  sulla città. Tanto per cominciare.

Luca Beltrami Gadola

 



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  1. Annalisa ferrarioLa morte di Ramelli è una pagina nera della storia della sinistra, di cui non è mai troppo tardi vergognarsi e chiedere scusa. Fa bene il sindaco Sala a partecipare alle commemorazioni e a chiudere un occhio su certi eccessi. Solo, si chiederebbe un uguale trattamento, da parte sua e di La Russa, nei confronti anche dell'altra parte. Perché nessuna commemorazione per Gaetano Amoroso, per dire, ucciso dai fascisti in piazza San Babila? O Valerio Verbano? Onorevole La Russa, lì dovrebbe andare. O commemorare l'agente Marino, ucciso dai suoi. Poi ne riparliamo. Saluti
    3 maggio 2023 • 07:49Rispondi
  2. valentino ballabioNella storia la tragedia si ripete come farsa. Vedi, giusto settant'anni or sono (5 maggio 1953), l'abbraccio di Arcinazzo tra Giulio Andreotti, già affermato sottosegretario alla presidenza del consiglio, e Rodolfo Graziani, responsabile di massacri in Abissinia e poi fucilatore repubblichino di partigiani. Piccoli emuli riappaiono!
    5 maggio 2023 • 14:55Rispondi
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