7 febbraio 2023
VOTARE MAJORINO! PERCHÉ? PERCHÉ SÌ
La campagna elettorale è finita
Quando ero un ragazzino e mia madre mi chiedeva di fare qualcosa, o di non fare qualcosa, alla mia domanda “perché” , mia madre rispondeva “perché sì”. Fortunatamente, o sfortunatamente, vedete voi, i miei lettori non sono ragazzini e dunque il “perché sì”, che mi semplificherebbe la vita, non lo posso usare e dunque alla domanda “perché” devo dare una risposta.
Conosco Majorino, e seguo il suo “cursus honorum” dal 2004, quando entrò per la prima volta in Consiglio comunale e l’ho incontrato parecchie volte, soprattutto nella sua veste di Assessore ai Servizi Sociali.
Tra tutti i candidati Presidenti della Regione Lombardia, e penso anche ai semplici consiglieri, pochi o nessuno come lui conosce il territorio di Milano, i suoi abitanti e le loro necessità e problemi. Certo Milano non è la Lombardia, che conta quasi 10 milioni di abitanti. Milano che arriva quasi al milione e 400 mila è un condensato dei problemi che affliggono la Lombardia.
Il passato di Majorino gli ha permesso di conoscere il territorio “dal basso”, oggi non ha bisogno di accodarsi al coretto di quelli che intonano la solita canzonetta “andare nei territori”. Lui c’è già stato.
Nel sostenere Majorino mi trovo in buona compagnia: Giuseppe Guzzetti e Beppe Sal; per una volta io sono della stessa opinione di quest’ultimo, cosa che mi capita raramente.
Se Majorino ce la farà sarò contento ma se non ce la farà non dobbiamo lambiccarci il cervello per trovare i responsabili: il Terzo Polo.
Perché Renzi, Calenda e Moratti si sono messi insieme? Cosa hanno in comune? Francamente non lo capisco a meno che il loro obbiettivo sia solo quello di avere visibilità a cominciare da Renzi che oramai sembra scomparso dai radar dei media e in ogni caso animato da un sordo rancore verso il PD. Il bello è che questi due a corrente alternata si sono dichiarati di “sinistra” e ora remano contro il PD, costi quello che costi, anche al prezzo di far vincere Fontana e le sue truppe. Il loro obbiettivo è di contarsi e di diventare un raggruppamento che vada oltre il 10% con ovvie ricadute sul piano nazionale.
Questi due si sono alleati con Letizia Moratti e il suo motto prediletto: non esistono più destra e sinistra, bisogna muoversi in assenza di ideologie. Una volta si chiamava “qualunquismo” parola ormai è caduta in disuso che, solo per i più vecchi, vuol dire qualcosa: Gerolamo Giannini nel 1944 fondò il partito qualunquista che “basandosi sul malcontento dei ceti medi, contrastò l’assetto politico-istituzionale uscito dalla Resistenza e propugnò una visione puramente amministrativa della gestione dello Stato, riducendosi quindi a una critica svalutatrice dei valori della democrazia parlamentare”.(Wikipedia)
Purtroppo anche il PD ha le sue colpe, incerto della sua identità e percorso da correnti in lotta permanente, quindi per Majorino rappresentarlo in questa campagna elettorale per la Regione Lombardia non è semplice e la sua coalizione non è del tutto convincente: Pd, Verdi-Sinistra, Lista civica Majorino Presidente e Movimento 5 Stelle.
Ormai mancano tre giorni al voto e francamente non se ne può più di questa campagna elettorale regionale che risentirà indubbiamente delle ultime vicende nazionali, a cominciare dal caso Cospito che se non altro ci ha fatto capire due cose: di che pasta son fatti gli uomini più vicini al presidente Meloni e la mancanza di una strategia nella visita al condannato al 41bis dei quattro parlamentari PD.
Luca Beltrami Gadola
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