24 gennaio 2023

PIERFRANCESCO MAJORINO: LE MIE IDEE

Gli elettori capiranno che non è un sogno


Progetto senza titolo (16) (1) 

Potrei ricorrere a queste parole di Altiero Spinelli tratte dal “Manifesto di Ventotene” per inquadrare le giornate che stiamo vivendo “La via da percorrere non è facile, né sicura. Ma deve essere percorsa, e lo sarà!” . Trovo questa frase indicativa della campagna elettorale. Una campagna che, quando è stata avviata, presentava più ombre che luci. Oggi, a più di un mese dal suo inizio vi sono alcune certezze.

 Una di queste non è più la domanda tra chi arriverà secondo dietro Fontana, ma chi vincerà tra la mia persona e il Presidente uscente. Oggi, dopo ventotto anni di governo di centrodestra, il cambiamento è possibile. E’ forte la coalizione che si è formata sulla base di un autentico programma condiviso. E’ ancora più forte la determinazione dei primi cittadini delle città lombarde amministrate dal centrosinistra che hanno sostenuto e promosso la mia candidatura.

Alcuni di questo, cito per tutti Emilio Del Bono Sindaco di Brescia, hanno con generosità accolto l’appello a far parte di questa competizione. E’ di fatto arrivata a un capolinea un’amministrazione a trazione centro destra che non ha più nulla da esprimere per il futuro della Lombardia. La Regione negli ultimi anni ha perso punti nelle classifiche internazionali di confronto con le altre regioni europee benchmark. La sua competitività si è ridotta e anche a livello di produzione industriale interna ha perso terreno rispetto ad alcune regioni confinanti quali Veneto e Emilia Romagna.

E’ mancata un’evidente visione strategica e una capacità di cogliere e analizzare i segni dei tempi. La drammatica gestione dell’emergenza Covid ha messo a nudo le carenze di un sistema sanitario lombardo che, pur avendo al proprio interno autentiche eccellenze sia di natura privata, sia di natura pubblica, ha perso smalto mancando di una regia di governo pubblico. Sotto le amministrazioni di centrodestra si è avuto il progressivo depauperamento del ruolo fondamentale dei medici di medicina generale. Queste figure professionali si trovano a dover passare troppo tempo a seguire aspetti burocratici che le distolgono dalla loro missione. E’ necessario un ripensamento, una revisione globale del sistema sanitario lombardo superando, una volte per tutte, una divisione tra dimensione prettamente sanitaria e quella socio assistenziale che non ha più alcuna ragione di esistere.

Come ricorda spesso Don Colmegna è necessario porre al centro la dimensione salute nel suo complesso ripensando così totalmente le Case di Comunità le quali, ad oggi, non rispondono a questa domanda così pressante proveniente dai cittadini lombardi e sono solo luoghi vuoti venuti bene per inaugurazioni e tagli di nastro ad uso elettorale. Quando in Europa ci siamo battuti, con David Sassoli in testa, per avere i finanziamenti del PNRR per la loro costituzione, avevamo in mente ben altro. E lo realizzeremo. Quei luoghi dovranno essere i presidi fondamentali dell’assistenza sociosanitaria a 360°.

La riforma sanitaria targata Moratti-Fontana ha presentato sin da subito le sue crepe e sarà necessaria una riscrittura della stessa attraverso il fattivo coinvolgimento delle associazioni dei medici, degli infermieri, del personale sanitario nella sua interezza oltre che delle associazioni dei pazienti, dei loro familiari e con il fondamentale supporto di idee e visione del terzo settore. Terzo settore non più “copri buchi” delle inefficienze politico – amministrative targate Regione Lombardia ma, al contrario, attore fondamentale chiamato a coprogettare soluzioni. Insisto sulla sanità parlando della drammatica e profondamente iniqua situazione legata alle liste d’attesa. Dopo aver negato sino all’ultimo l’esistenza del problema sia Fontana, sia Moratti hanno riconosciuto l’esistenza di un problema che sarà da me affrontato subito attraverso un provvedimento d’emergenza per tagliare questa situazione che trova denuncia in ogni visita che svolto sul territorio lombardo. Quello delle liste d’attesa è per me l’emblema della mancanza di politica equa e solidale da parte della Regione. I lombardi sanno, sulla loro pelle, quale è stata sino ad oggi la soluzione per ovviare a mesi di attesa rispetto a visite fondamentali per la loro salute: mettere mano al portafoglio e pagare. E ciò, nel Paese che ha realizzato il Sistema Sanitario Nazionale immaginato e fortemente voluto da una grande donna antifascista quale fu Tina Anselmi, è uno scandalo cui dobbiamo porre rimedio.

E’ questo il tempo, non domani ma adesso, per girare pagina. Per trovare l’orgoglio e battersi per un’autentica e nuova politica riformista. Politica che non si fa più assente spettatore di una privatizzazione strisciante del sistema sanitario e che ha permesso negli anni un disequilibrio a favore della sanità privata. La guida pubblica deve ritrovare il suo ruolo e la politica, quella vera, deve tornare a farsi sentire. E’ tempo per superare le diseguaglianze sempre più forti tra le fasce sociali della nostra Regione. La Lombardia è una splendida terra ricca di energie eccezionali, ma è un dato di fatto che la forbice sociale si sta sempre più aprendo. Non è più tempo di uno stanco laissez faire che ha dominato la Giunta Fontana.

Quando parlo di nuovo riformismo penso a politiche della casa coraggiose che vedano un ribaltamento rispetto all’attuale gestione di ALER. Non è accettabile che oggi ben 15.000 immobili siano vuoti e non assegnati. Intendo avviare politiche che permettano un nuovo social housing e un sostegno agli affitti che non siano più pannicelli caldi. Quegli immobili sfitti possono essere riqualificati pensando anche a contributi da parte di nuclei familiari che possono concorrere in parte alla loro ristrutturazione. Dobbiamo tornare a una politica che sa alzare lo sguardo e volare alto. Penso alla gestione del trasporto pubblico locale. Quando parlo di Trenord uso un verbo che sicuramente suona “forte” nella sua accezione: ribaltare.

E’  necessario un totale ripensamento della società e della sua guida preservando e anzi valorizzando al meglio le professionalità che vi sono. I ritardi, le soppressioni, la qualità delle carrozze come della sicurezza dei viaggi richiedono un coraggioso cambio di passo che andremo a produrre sin da subito. Un’autentica politica riformista intendo condurla introducendo la gratuità per gli under25 e per chi si sposta per visite mediche. Questo provvedimento vuole essere un fattivo sostegno al diritto di studio oltre che un atto di educazione all’uso del trasporto pubblico da parte delle giovani generazioni.

La Regione Lombardia che guideremo si impegnerà a limitare il consumo del suolo. Accantoneremo una volta per tutte faraoniche e inutile opere infrastrutturali come Brebemi e Pedemontana privilegiando al massimo lo sviluppo del trasporto su ferro e il miglioramento dei collegamenti con le aree interne, anche via gomma. La tutela dell’ambiente non sarà un blocco alla crescita, ma al contrario una straordinaria opportunità di sviluppo economico con la promozione del programma “Green Industry” più coraggioso mai avviato da una Regione in Europa puntando alla creazione di 300.000 nuovi posti di lavoro. Una riconversione in ottica ambientale che partirà dalla valorizzazione del patrimonio immobiliare di proprietà regionale perché le politiche dell’ambiente dovranno essere condotte partendo proprio dai quartieri non centrali. Anche questo è nuovo riformismo di cui abbiamo bisogno.

Per crescere e per non perdere nessuna opportunità che l’Europa ci offre andrò a costituire un super assessorato per l’attuazione del PNRR e per l’intercettazione di qualsiasi bando promosso dalle Istituzioni comunitarie che possa portare beneficio ai nostri territori. Anche attraverso questi strumenti potremo generare crescita che porta coesione sociale e abbattimento delle diseguaglianze. E’ necessario uno sguardo politico che non si perda in dibattiti sterili, ma che sia concreta espressione dei desideri dei nostri cittadini. Non è quindi un annuncio marcato da vuoto populismo quello di voler portare un ufficio della Presidenza della Regione all’interno di uno stabile di proprietà Aler. Sarà posto a San Siro perché è solo con il contatto quotidiano con le difficoltà e bisogni che la popolazione manifesta che si può fare buona politica.

Quella politica dal basso come tanti amministratori di centrosinistra fanno. Quando Fontana e altri ci accusano di puntare a una decrescita felice dicono il falso. Noi vogliamo che la Lombardia riconquisti sin da subito i livelli di crescita e di competitività che aveva sino a pochi anni fa. Lo vogliamo con uno sguardo europeo e riformista. Uno sguardo e un’azione politica che non lascia indietro nessuno. Uno sguardo e una visione che pensa che il diritto alla bellezza e alla cultura siano un valore fondamentale. Vogliamo una Regione autenticamente antimafiosa che fa della legalità un punto di forza della sua azione amministrativa. Da qui, dalla Lombardia, può venire uno scatto politico per una nuova politica più giusta e più equa. E’ tempo per dare attuazione alla frase di Spinelli che ricordavo all’inizio. La via che stiamo percorrendo non è né facile né sicura ma dipende da tutte e tutti noi la forza di girare pagina. Per una nuova Lombardia che tutti sogniamo.

Pierfrancesco Majorino

 



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  1. Pietro CafieroA maggior ragione, dopo aver letto questo lungo "auto-epitaffio" del PD milanese, ripiango la candidatura più vera e spontanea di Pier Maran... Ora ci toccano altri 5 anni di Fontana...
    25 gennaio 2023 • 10:37Rispondi
    • renato garoffoloRimpiangere la candidatura di Pierfrancesco/cemento, spero sia una battuta. Per il resto non si poteva proprio fare diversamente? Forse NO, un partito al capolinea, dignità, rispetto per il paese, popolo, nazione chiamatelo come volete, la storia è finita da molto tempo, un gesto di UMILTA' sarebbe opportuno lo SCIOGLIMENTO del PD.
      26 gennaio 2023 • 16:21
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