10 gennaio 2023

MILANO. TRISTEZZA E RASSEGNAZIONE?

Che tempo che fa


Disturbi-cognitivi-post-Covid-19 (1)

Il 2022 si è chiuso nel peggior modo possibile e il 2023 è cominciato ancor peggio, tanto che molti commentatori ormai parlano di un atteggiamento sconfortato della maggior parte di cittadini che vedono un futuro poco rassicurante per loro e soprattutto per i loro figli.

Per i cittadini lombardi, in particolare, la campagna elettorale per l’elezione del nuovo presidente e del Consiglio regionale, è la sciagurata continuazione della campagna elettorale delle ultime elezioni politiche e il conseguente arrivo di un governo di destra: l’ennesimo segnale che le democrazie liberali sono in profonda crisi e soccombono di fronte all’onda montante di chi, cavalcando il diffuso scontento di larga parte della popolazione, propone la sua soluzione di governi forti guidati da leader che si dipingono come salvatori della Patria.

Inutile domandarsi come questo sia potuto accadere. Le ragioni sono tante e la prima va cercata nel degrado di una classe politica sempre più autoreferenziale e priva di una qualsiasi capacità di governare il rapido cambiamento della società e che non ha saputo rispondere  all’insorgere di nuovi problemi mondiali e anche locali. Ma quante volte lo si dice!

Restringendo il panorama al nostro territorio e alla nostra città, questa incapacità risulta ancora più evidente e traspare nelle dichiarazioni dei leader che si candidano per formare un nuovo governo della Regione.

I programmi dei candidati non si conoscono ancora se non scorrendo interviste con qualche anticipazione o vedendo comparsate televisive. Una domanda sorge spontanea: quanti elettori si recano al seggio e votano avendo letto il programma  del partito o della coalizione  che hanno scelto? E ancora, quali sono gli strumenti che gli elettori hanno a disposizione per un voto informato?

Nel cercare su Internet qualche dato al riguardo, sono incappato in un blog, Pagella politica, che ha fatto un prezioso lavoro di analisi delle ultime elezioni politiche pubblicando tutti i programmi delle varie liste: se ne trova uno di 200 pagine. Chi lo avrà mai letto? Quanti elettori? Ma se siete curiosi su questo blog troverete anche per ogni singolo partito quali erano le promesse elettorali che avessero copertura finanziaria. Quasi nessuna lo indica. Una lettura che consiglio a tutti.

Quali sono i temi sotto i riflettori della stampa in questa lunga vigilia elettorale?

Stadio Meazza. La vicenda sembra proprio arrivata al capolinea. Il  labirinto nel quale si è cacciato il sindaco Sala, una lunga telenovela, tra sue esitazioni, interlocutori inaffidabili (le squadre), cittadini indignati, dubbi giuridici sulle procedure seguite, il mondo degli architetti diviso tra chi guarda all’immagine storica  e chi ai problemi squisitamente urbanistici, gli ambientalisti preoccupati del destino delle macerie, e ci sarebbe altro da aggiungere, incontra la decisa opposizione alla demolizione del Meazza di Sgarbi, sotto segretario alla cultura con delega anche ai beni architettonici. Buon ultimo Salvini ha detto:” Fatelo a Sesto San Giovanni.”. Siamo arrivati ai titoli di coda della telenovela..

Le buche in strada. È un tema riportato a galla dall’indagine della Statale sulla qualità della vita in città. Milano come Roma? Certo non è un problema che agiti più di tanto i milanesi (55%) ma che strade, marciapiedi, scivoli per handicappati che si allagano alla prima pioggia, le pozzanghere, i pali della segnaletica stradale che non sono mai in verticale, (dell’arredo urbano ce ne siamo occupati in Arcipelago più volte e vi abbiamo dedicato un convegno alla Triennale anni fa); capovolgendo il vecchio adagio “ubi maior minor cessat”, io direi:” Se non si sanno fare le piccole cose figuriamoci le grandi.

Qualità dell’aria. Alla vigilia di Natale apprendiamo dalla stampa che  le polveri sottili sono  sopra i limiti di legge e il 28 di dicembre un altro titolo dei giornali recita:”Area B, ingressi in calo anche del 30% ma l’impatto sullo smog per ora non c’è”. Qualche giorno fa l’assessora all’ambiente Grandi ci comunica di avere pronto un progetto per fare di Milano una unica zona 30 per ridurre lo smog. Se la ragione è solo quella di ridurre gli incidenti mortali provocati dalle autovetture (a 50km. orari l’impatto è quasi sempre mortale e a 30km. quasi mai), siamo d’accordo  ma non parliamo di riduzione dello smog. Fino ad ora le politiche per abbassare l’inquinamento dell’aria sono state un fallimento.

Le chicche elettorali. Prima in classifica è Letizia Moratti – intervista su la Repubblica – che come un pappagallino ripete quel che dicono in molti :”Parlare di ambiente o sicurezza non può essere catalogato come di destra o di sinistra. Ci sono temi che bisogna affrontare in maniera concreta superando formule ideologiche che sono superate”. A tutti quelli che sbandierano questo concetto dico solo: quasi tutti i problemi della nostra società nella loro enunciazione non sono né di destra né di sinistra. È da come risolverli che si vede dove sta la destra e dove sta la sinistra.

Spese elettorali. La Regione Lombardia ha pubblicato un documento dal titolo ELEZIONE DEL CONSIGLIO REGIONALE E DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE LOMBARDIA (DOMENICA 12 E LUNEDI’ 13 FEBBRAIO 2023) che all’art. 2 dice: Limiti delle spese elettorali. paragrafo 2.1. Limiti per i candidati. L’importo massimo di spesa per ciascun candidato di una lista circoscrizionale è fissato in € 38.802,85, incrementato di una ulteriore cifra pari al prodotto di € 0,0061 per ogni cittadino residente nella circoscrizione. Per i candidati alla carica di Presidente della Regione il limite per le spese della campagna elettorale è fissato in € 38.802,85.

Una norma non solo aggirabile ma una vera e propria presa in giro per i cittadini più ingenui e in buona fede: la reale disponibilità di denaro da parte dei candidati fa una enorme differenza ma nessun legislatore italiano propone qualcosa di più serio delle attuali norme in vigore. Di questo e di altro avremo modo di parlare ancora, da ora alle elezioni la materia non mancherà.

Alla prossima.

Luca Beltrami Gadola

 



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  1. Giuliano aspertiTre candidature inadeguate. E due troppo milanesi. Apparentemente l'offerta è varia, ma così accomunata dal basso livello, da non rendere leggibile la differenza. La Lombardia e i lombardi meritavano di meglio. Il popolo lombardo è serio, coi piedi per terra, laborioso, vive nella fatica quotidiana: nessuno dei tre è questo. Il partito del non voto crescerà.
    11 gennaio 2023 • 02:41Rispondi
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