19 aprile 2022
LE SORPRESE DELL’UOVO PASQUALE DEL COMUNE DI MILANO
Al peggio non c'è mai fine
19 aprile 2022
Al peggio non c'è mai fine
Sono due le sorprese di Pasqua che il Sindaco di Milano ha preparato per i suoi concittadini: il Concorso per la BEIC – Biblioteca Europea di Informazione e Cultura – oggi modestamente definito polo culturale di ultima generazione e il Dibattito pubblico sullo Stadio di San Siro.
Comincerò a parlare della prima sorpresa: il concorso internazionale di progettazione “per un polo culturale di ultima generazione.”
La vicenda della BEIC comincia da lontano, siamo nel 1999, al Governo della Regione c’erano Il Presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, l’Assessore alla Trasparenza e Cultura della Regione Lombardia, Marzio Tremaglia, il Direttore Generale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, il Direttore Generale della Direzione Cultura della Regione Lombardia, Pietro Petraroia e per finire Gabriele Albertini sindaco di Milano.
Non voglio rubare spazio ma per chi avesse interesse all’intera vicenda consiglio un bell’articolo della rivista Aedon (Il Mulino) del 1999 che riporta il testo dell’intesa tra Governo e Regione Lombardia per l’avvio della operazione BEIC.
Allora si previde un costo di 174.000.000.000 di lire quasi 90 miliardi di euro, non so se comprensivo di spese pagate di progetto, circa tre milioni di euro di oggi.
L’iniziativa allora fu molto discussa e il mondo delle biblioteche pubbliche italiane, che certo non grondava di denaro, contestò la concentrazione di tante risorse in una sola iniziativa ma soprattutto sottolineò che le spese di gestione, delle quali non si parlava, avrebbero ancora concentrato in un solo luogo qualcosa che somigliava al bilancio di tutto il resto della gestione delle biblioteche pubbliche italiane, se ricordo bene, perché sono passati più di vent’anni.
Non se ne fece nulla e di tutti quei soldi almeno una parte fu investita nella biblioteca digitale (BeicDL) inaugurata il 30 novembre 2012 e comprende, a dicembre 2016, 32.232 documenti digitali, 90.756 registrazioni bibliografiche, 4.200 autori, iniziativa meritoria, oggi consultabile.
Oggi come al solito inizia male, anzi malissimo, a cominciare dal bando.
Spesa prevista 78 milioni di euro per una superficie assai minore oltre a € 8.654.977,31 per spese di progettazione, in gran parte a favore del vincitore (tombola)!
Annunciato con un breve annuncio del Corriere della Sera, anche senza averlo letto ma sopratutto “dopo” averlo letto, si capisce che il termine del 22.06.2022 (due mesi) per la consegna della massa di elaborati richiesta dal bando è assolutamente irrealistico, a meno che qualcuno lo conoscesse da tempo. Come diceva Andreotti, o almeno a lui lo si attribuisce: “A pensare male degli altri si fa peccato, ma spesso si indovina“.
Sempre per restare nelle massime:”Ad impossibilia nemo tenetur“. Questo per gli appassionati di vecchi giureconsulti latini.
Ma cogliendo fior da fiore eccoci ai retaggi della vecchia Legge Merloni del 1994 (il tempo è passato inutilmente e oggi abbiamo il Codice dei Contratti Pubblici suo figlio degenere) dove si dice pressappoco: “Chi non ha esperienza per aver fatto un certo lavoro (scuole, case, ospedali, edifici pubblici, …) non può concorrere a farne”. Ad esempio una biblioteca. Come abbiamo fatto ad andare sulla luna se nessuno ci è andato prima?
In fondo basterebbe una buona giuria per definire se un progetto è fattibile, se è valido, ma il problema si sposterebbe alla giurie, anche in questo caso nominate non nel bando ma scelte dopo la consegna degli elaborati. Molto spesso i giurati hanno meno esperienza di quella richiesta ai concorrenti. Così va il mondo. La regola è “conventio ad escludendum“. E se la giuria fosse scelta in funzione di qualche concorrente? Vedi Andreotti come sopra.
Che nessuno venga a raccontarmi che i tempi stretti del bando sono dettati dalle norme del PNRR. Dopo vent’anni qualche mese in più ai progettisti non avrebbe certo fatto naufragare il finanziamento. Se così fosse mi impegnerei a raccogliere le firme per una petizione a favore di una proroga e andrei io stesso, per quel che conto, a portarle a Bruxelles col cappello in mano, solo vergognandomi del mio Paese.
Che altro dirvi, guardatevi il bando, per fortuna queste sono bazzecole rispetto allo scenario mondiale. Magra consolazione.
Veniamo al dibattito pubblico che, con la pistola alla nuca, Beppe Sala lascia fare. Ecco quello che dichiara l’ex (per fortuna) assessore Lipparini: “Il dibattito pubblico, il cui iter è appena partito, ha una potenzialità alta se svolto bene, ma ricordiamoci che non ha la possibilità di cambiare la decisione finale. Non è uno strumento decisorio o di misurazione del consenso, serve per discutere sulla qualità del progetto e lascia completamente al promotore la decisione finale”. Siamo messi bene, parla per sé o è il ventriloquo del Sindaco?
Bella idea quello di fare l’operazione a cavallo dei mesi estivi! Massimo afflusso. Mi ricorda un assessore della Giunta Albertini che aspettava di diventare Sindaco Vicario per la pausa estiva e tagliava gli alberi quando finalmente le madri non potevano più incatenarsi agli stessi.
Dice sempre lui (Lipparini): “se svolto bene“. Lo giudicheremo solo dopo aver visto tutti i documenti preparatori, mai giudicare sulle parole, carta canta. Vedremo per cominciare se sarà inclusa “l’opzione zero”: quella che chiede se siamo d’accordo sull’intera operazione o se dovremo lottare ancora per avere un referendum, vincolante, che ponga questa domanda o se, alla fine, non ci resterà che l’ennesimo ricorso alla Corte dei Conti per distrazione di denaro pubblico, o ricorso a Bruxelles per indebiti aiuti pubblici ad azienda privata o per aver disatteso norme sulla concorrenza.
Buona Pasqua sindaco Sala, mi scusi per il ritardo.
Luca Beltrami Gadola
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