5 aprile 2022

M6, VERO PROGETTO O PESCE D’APRILE?

I misteri della nuova linea di metropolitana


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L’assetto futuro della rete metropolitana di Milano continua a riservarci sorprese: il primo aprile scorso il Corriere della Sera ci ha ragguagliato sui fondi previsti dal Ministero delle Infrastrutture per le nuove linee.

Come già sappiamo, c’è il finanziamento del prolungamento della M3 a Paullo, di cui ho già detto nel mio articolo dell’11 gennaio, intervento foriero di una bolla edilizia come quella che ha saturato il tracciato della M2 fino a Gessate e trasformato la Statale 11 in una strada urbana congestionata. Anche sull’asse della Paullese la mobilità non è ancora tale da necessitare di una metropolitana pesante, quale la M3, che, per essere economicamente sostenibile, richiede una domanda almeno superiore ai 20.000 passeggeri/ora. Fatalmente per anni questo tratto sarà – forse – utilizzato quasi adeguatamente nelle ore di punta e pochissimo in quelle di morbida, con deficit di gestione e spreco di risorse. In questo caso si usano sistemi più leggeri che possano in futuro diventare metropolitane e comportino meno rischi di creare aloni insediativi. E’ pur vero che lungo la Paullese c’è già stato un cospicuo incremento immobiliare, ma lo spazio pianificabile è ancora moltissimo.

Ma la vera sorpresa “uscita mercoledì dai cassetti del ministero” è il tracciato della M6, che anche il Corriere ironicamente definisce “slalom a Sud della città”. Più che una sorpresa sembrerebbe davvero uno scherzo del primo aprile, ma di cattivo gusto. Si tratta di una metropolitana trasversale interquartiere che si snoda tortuosamente da Est a Ovest nella parte Sud della città. Sorprende che sia un tracciato totalmente diverso da quello correttamente previsto nel Piano Urbano della Mobilità Sostenibile di Milano, ovvero una linea diametrale Nord-Sud che si estendesse fino all’asse di via Ripamonti (con alcune ipotesi proposte, ma tutte da verificare, di risolvere il bivio della M1 facendone il ramo Nord della nuova linea).

Le linee metropolitane sono normalmente tracciate in senso diametrale dall’esterno verso il centro delle città, perché, con la loro elevata capacità, possano sostenere i grandi flussi pendolari che dall’area urbana esterna si riversano sul capoluogo. Le metropolitane trasversali, che servano solo quartieri periferici, non si fanno.

Se guardiamo alle grandi metropoli, Parigi e Londra hanno metropolitane interquartiere ma circolari, quella di Parigi lungo la linea dei Bastioni, quella di Londra molto più aderente al centro. Tutte le altre linee circolari o trasversali sono tranviarie, come la circolare esterna di Parigi (va escluso il nuovo e futuro metrò regionale che serve da collegamento tra le città circostanti).

Come Milano possa progettare e realizzare una metropolitana di quartiere è un mistero. Non a caso anche le dichiarazioni di Arianna Censi, riportate dal quotidiano, appaiono dubitative. Questa linea, peraltro, pur se leggera e automatica, aggraverebbe lo spreco di risorse e il deficit delle linee a basso traffico: utilizzata, ma non troppo, nelle ore di punta e quasi vuota in quelle di morbida.

Ma se ci prendiamo il gusto di tracciare l’andamento della linea su una carta di Milano a scala maggiore di quella pubblicata, troviamo altre sorprese. La linea parte da Ponte Lambro, tocca la parte Nord di Santa Giulia (già servita dalla M3), passa da P.le Cuoco, interscambia con la M3 a Lodi, sottopassa lo scalo Romana, scende fino a Madonna di Fatima su via Ripamonti (inutile per i pendolari perché non li porterebbe in centro), passa da Piazza Abbiategrasso e finisce all’Ospedale San Paolo. Non è indicato una scambio con la M2, che ci dovrebbe essere. Attraversa molte aree a bassa edificazione e, incredibilmente, per quasi cinque chilometri corre su aree nude, anche su parte del Parco Sud! L’idea balzana che ci può balenare in mente è che sia concepita come leva per una maggiore edificazione del Sud Milano.

Non basta, questa linea non potrà mai servire i flussi pendolari su Milano perché impossibilitata a proseguire dal suo estremo Est che si attesta davanti alle piste di Linate, per di più essendo quasi tangente al tracciato della futura M3 sulla Paullese.  L’estremo Ovest si ferma all’Ospedale San Paolo e non prosegue nemmeno verso la Vigevanese.

L’altro mistero è che questo tracciato sarebbe stato proposto dal Ministero delle Infrastrutture. Nella mia esperienza non ho mai visto il Ministero proporre tracciati, per di più opposti alla scelte della città, ma sempre e solo fare l’istruttoria tecnica ed economica dei progetti proposti dalle città.

Al Ministero delle Infrastrutture mi è sempre capitato di trattare con ingegneri estremamente competenti e capaci, che mai avrebbero tracciato una linea siffatta.  Dove sono finiti? 

Giorgio Goggi

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  1. Claudia CapursoHo appreso anch’io incredula, del finanziamento della M6 il cui tracciato pare insensato anche ai non esperti (tranne ovviamente ai residenti nell’area Ripamonti da sempre sofferente per una viabilità insostenibile). Ma se guardiamo a 360 gradi il quadrante sud Mi (confinante col Parco Sud) cercando di ritrovare una rete coerente tra viabilità su strada autostrada e ciclabile e trasporto pubblico urbano e suburbano sorgono domande inquietanti. Per anni ho cercato di capire cosa stava sorgendo sullo SVINCOLO dell’autostrada del mare, un tempo chiamato centro di interscambio Sud Milano. Il centro di interscambio che serve oltre la MM verde tutte le linee su gomma - da Milano al Pavese e oltre - è lasciato da decenni in uno stato di incuria da terzo mondo , mentre attorno è sorto un centro commerciale terziario ( Esselunga) che ha come fulcro, proprio al centro dello svincolo autostradale…. un costruendo svettante grattacielo , targato Real Estate. Con quali funzioni? E soprattutto con quale stravolgimento dell’attuale assetto viario? Si pensa forse di spostare il casello a sud e rendere edificabile in terreni del Parco Sud tra Milano e Assago? E solo malignità? I cittadini dei tre quartieri confinanti stretti tra l’autostrada e il Naviglio , ora diventato con la Vento solo ciclabile, si chiedono cosa sarà’ il loro futuro. Città metropolitana, se ci sei batti un colpo.
    6 aprile 2022 • 09:55Rispondi
  2. Giorgio GoggiQueste sono anche le mie preoccupazioni. Peraltro agli abitanti di Ripamonti una metropolitana trasversale non serve a nulla; sono molto più interessati a diminuire il traffico che diretto al centro dall'area urbana che si riversa sulla Ripamonti.
    6 aprile 2022 • 15:00Rispondi
  3. Paolo BeriaBuongiorno a tutti, visto che non è stato chiarito a sufficienza, preciso che il finanziamento del ministero non è per la realizzazione, ma per il Progetto di Fattibilità. Il PFTE comprende una fase di studio di alternative e tracciati e una in cui si procede al progetto della alternativa giudicata migliore. Quindi il tracciato presentato nelle slides del MIT (un po' incautamente, a mio modo di vedere) è solo uno dei possibili tracciati ipotizzati prima dello studio, e che entrerà quindi tra le soluzioni di partenza dello studio stesso. Questa procedura è già stata ampiamente applicata a tutti gli ultimi progetti milanesi: ipotesi varie di tracciato --> prima fattibilità tecnica x definire le caratteristiche principali (frequenza, velocità, fermate, etc.) --> analisi della domanda, economiche e di fattibilità delle diverse alternative --> progettazione dell'alternativa migliore. Ad esempio, il progetto (questo sì finanziato!) del prolungamento di M4 a Segrate è partito con nel 2017 con 5 alternative molto diverse (anche tecnologiche: monorotaia, BRT, cable car, metro), poi è stato effettivamente progettato e rivalutato, e infine ammesso al finanziamento.
    12 aprile 2022 • 12:09Rispondi
    • Giorgio GoggiGiorgio Goggi - Rispondo a Paolo Beria. Conosco bene tutti i passi procedurali, quindi mi chiedo perché il Comune di Milano, che obiettivamente li dovrebbe conoscere, abbia un tracciato periferico, di evidente poca domanda, orientato in modo contrario alla logica dei tracciati delle metropolitane. Soprattutto a Milano dove il problema dei pendolari da Ripamonti è ben noto e dove non ci sono ancora la condizioni per tracciati metropolitani trasversali, a meno che non si parli di tram. Sorprendente anche che lo si dichiari pervenuto "dai cassetti del Ministero", quasi se ne voglia negare la paternità milenese. Se così non è, perché pubblicarlo e non aspettare le verifiche che giustamente Paolo Beria enumera? Perché smentire pesantemente il tracciato del PUMS da poco approvato da Milano?
      12 aprile 2022 • 12:43
  4. Paolo BeriaRispondo a Giorgio Goggi qui sopra: Non so quale è la genesi di quel tracciato né perchè sia finito proprio quello sulla slide del MIMS; sicuramente ce ne saranno altri nel panel di quelli che verranno approfonditi. Anche secondo me sarebbe stato meglio non mettere nessuna immagine, visto che non c'è nulla di certo (come non c'era nel PUMS). Non vedo però motivo per cui questo progetto segua un percorso diverso dai precedenti (e che secondo me fa di Milano una buona pratica a livello nazionale, visto che è il modo con cui si lavora da anni) e da quello che ormai richiede anche la normativa. Le risorse messe a disposizione dal MIMS servono proprio a quello. Ciò detto, benissimo che si inizi da subito a discutere della natura di questo investimento, visto che non ci saranno ancora molte altre metropolitane a Milano dopo la 6... E', anche secondo me, un'occasione che non va persa. Il tema radiale/tangenziale, in particolare, è cruciale, dato che Milano non ha 10 milioni di abitanti... Nel merito di *quel* tracciato: confesso che ha stupito anche me, soprattutto la parte occidentale.
    12 aprile 2022 • 16:04Rispondi
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