21 dicembre 2021

MILANO 2022

Dallo stadio Meazza alla transizione ecologica


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Nel rispondere all’invito di scrivere un breve articolo a botta calda sull’esito delle elezioni ammnistrative avevo formulato la facile profezia che Sala, avendo stravinto al primo turno per quanto con una grande astensione, si sarebbe sentito autorizzato a riprendere quelle iniziative di carattere urbanistico ed edilizio, sospese in vista delle elezioni, a partire dalla demolizione dello stadio di Meazza e dalla realizzazione di un nuovo stadio, circondato enormi volumetrie con varie funzioni.

Avevo anche valutato le conseguenze negative, non solo a livello amministrativo ma anche politico, dell’assenza di un’opposizione nel Consiglio comunale e nei Municipi, prevedendo che l’opposizione si sarebbe inevitabilmente manifestata con forme di protesta e conflittualità nel sociale a cui Sala avrebbe dovuto far fronte offrendo spazi reali per la partecipazione e il confronto con i cittadini.

Ma il sindaco ha evidentemente pensato di poter supplire con il suo trasformismo “verde” e un supponente decisionismo alla domanda di partecipazione dei cittadini che hanno colto l’occasione del Meazza per denunciare la carenza di una regìa pubblica che sappia interpretare l’interesse dei milanesi nelle scelte di trasformazione della città e soprattutto perché, nel 2022, ci saranno altre gravi questioni con cui confrontarsi. 

In vista dell’assegnazione delle risorse del PNRR, che avverrà attraverso la Città metropolitana sarà innanzi tutto necessario riflettere sul cruciale rapporto tra il governo di questa e l’Amministrazione comunale di Milano che rappresenta da sempre una gravissima contraddizione perché la preminenza demografica, sociale ed economica del capoluogo va a scapito di tutti gli altri comuni che ne fanno parte 

Ciò anche a fronte delle scadenze della transizione ecologica posti dalla UE al 2030, perché è necessario comprendere come sia possibile perseguire un modello di Città metropolitana milanese che sappia integrare in forma sistemica le possibili strategie di intervento relative ai diciassette obiettivi SDG.

In questo ambito è certamente necessario affrontare prioritariamente la cruciale questione delle abitazioni e delle periferie del contesto milanese e metropolitano perché, per quanto Sala ne abbia fatto, nella scorsa consiliatura, oggetto di una delega sua personale i risultati non si sono visti e la situazione abitativa appare esplosiva come ben dimostrato da Pierfrancesco Maran nella presentazione del programma del suo nuovo assessorato ( https://www.facebook.com/watch/live/?ref=watch_permalink&v=892089571450447)

Ma tra gli altri temi che è indispensabile considerare c’è quello dei tempi della città e della razionalità della mobilità a scala urbana e territoriale che potrebbe costituire uno dei principali provvedimenti per ridurre l’affollamento sui mezzi di trasporto pubblico anche in funzione antipandemica. A questo proposito la realizzazione del secondo passante come mezzo per riorganizzare la mobilità ferroviaria a scala regionale è fondamentale.

 

Ma un territorio ad elevata produttività come la nostra Città metropolitana deve necessariamente misurarsi con i processi di reindustrializzazione 4.0 che si impongono all’interno della cruciale evoluzione del rapporto tra automazione e digitalizzazione che figura tra i principali obiettivi del PNRR, non privo di gravi squilibri rispetto al mercato del lavoro.

I temi esposti vanno inoltre considerati all’interno del quadro estremamente problematico dello scontro tra poteri digitali e rivendicazioni sociali che caratterizza la fase della transizione ecologica che stiamo già attraversando e si annuncia cruenta anche a fronte delle numerose delocalizzazioni che stanno provocando la perdita di migliaia di posti di lavoro con il conseguente ulteriore aumento delle disuguaglianze sociali.

In questa situazione è inevitabile che la protesta si esprima nel sociale e lo sciopero generale, tanto deprecato, che CGL e UIL hanno organizzato il 16 dicembre scorso ha rappresentato l’esigenza del conflitto tra capitale e lavoro che, nella forma disciplinata in cui si è svolto, è componente essenziale della democrazia.

E’ quindi opportuno che la mobilitazione per lo stadio Meazza non si esaurisca nella pura rivendicazione per evitare la sua demolizione e il grave danno ambientale che comporterebbe ma, a tempo debito, investa il quartiere di San Siro e l’ovest della città. E si inizi da qui per coinvolgere i cittadini sulle grandi questioni della transizione ecologica.

Perché anche rispetto alle problematiche abitative e urbane, la questione che risulta attualmente più cruciale è quella del connubio tra sostenibilità e digitalizzazione che comporterà importanti trasformazioni a livello dell’abitare, del lavorare e del muoversi.

Ma va anche osservato che bisogna evitare che nel governo di tali processi di trasformazione resti egemone l’economia capitalista, così come è avvenuto storicamente per la rivoluzione industriale, ed è essenziale che le componenti politico sociali di base contendano attivamente ai poteri economici oggi egemoni, il governo della transizione ecologica.

Emilio Battisti

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