9 novembre 2021

QUANTO TRAFFICO C’E’ A MILANO?

Difficile saperlo


goggi

Questa è l’unica riposta che si può dare a chi chieda lumi sul traffico di Milano. Il Comune di Milano, con ATM, ha una lunga tradizione di indagini sul traffico, l’indagine Origine/Destinazione veniva periodicamente eseguita fin dagli anni ’60 e generalmente rinnovata ad ogni decennio. Ma anche senza un’approfondita indagine O/D il Comune, che ha strade dotate di spire conta-traffico, comunicava le statistiche delle auto in ingresso in città alle varie cerchie.

Tuttavia l’ultimo documento del Comune che dà conto di questi valori di traffico è il “Rapporto sulla mobilità urbana 2003-2006” del 2006, a cura dell’AMAT. Dopo di questo sono stati eseguiti degli studi di monitoraggio dell’area C, limitati al centro storico, e dell’area B, e poi nulla più. Anzi, la sezione “Pubblicazioni” è recentemente sparita dal rinnovato sito dell’AMAT, insieme ai contenuti precedenti il 2006, sostituita dalle notizie, o, meglio “News”, in fondo alla pagina principale.

Nel 2006 è stata eseguita un’altra indagine Origine/Destinazione della mobilità a Milano, completata l’anno successivo: il fascicolo dei risultati è stato stampato, ma mai diffuso. Non posso sapere perché, ma temo che contenesse qualche errore di rilevamento, poiché mostrava un calo della mobilità in ingresso a Milano. Se poi il calo fosse effettivo, la cosa sarebbe ancor più inquietante. 

Ora l’AMAT, come risulta dal suo sito, ha in corso, dal 2019, un aggiornamento dell’indagine O/D, di cui però non si conoscono ancora i risultati. E’ ragionevole che la pandemia abbia indotto a procrastinare i rilevamenti fino al raggiungimento di una nuova normalità negli spostamenti. Peraltro, fino a poco fa, tutte le pubblicazioni dell’AMAT successive al 2006, fatta eccezione per il monitoraggio dell’area C, riguardavano esclusivamente il tema dell’inquinamento. Mi ero fatta l’idea che casi fossero due: o i tecnici del Comune consultano i dati dei conta-traffico, si regolano per le necessità di gestione dei flussi, ma non li pubblicano; oppure il Comune ha smesso di compilare ed interpretare la statistiche del traffico.

Invece è intervenuto un fatto nuovo: in fondo alla pagina principale dell’AMAT compare, tra i progetti in evidenza: “Monitoraggio mobilità Coronavirus”. Si tratta di un monitoraggio dei dati giornalieri di: metropolitana, area C, area B, sistema della sosta, sharing mobility, indice di congestione (elaborato su dati Tom Tom), per settimana, dal 22.2.20 al 27.6.21. Purtroppo i dati sono tutti riportati in percentuale rispetto al “traffico standard”. A lato delle tabelle compare un grafico giornaliero, diviso per ora, con una linea gialla che rappresenta il traffico rilevato e una azzurra che rappresenta il traffico standard. La dimensione del grafico non consente di fare la somma di tutte le ore e ricavare il traffico standard.

Cosicché i cittadini possono sapere di quanto è diminuito in percentuale il traffico durante il Covid, ma non quanto sia il suo volume in condizioni normali e se sia aumentato o diminuito. Quindi i dati esistono e vengono rilevati, ma, a meno che non mi sia sfuggito un documento che pure ho molto e più volte cercato nel sito, non vengono pubblicati.

La domanda è una sola: perché il Comune non dice la verità ai cittadini? Perché è venuto meno all’onere di informazione sempre onorato fin dagli anni ’60?

Recentemente si sono sentite dichiarazioni di membri dell’Amministrazione che valutavano in un milione di auto al giorno quelle in ingresso a Milano. Cifra assolutamente inverosimile se, già dal 2006, il traffico rilevato in ingresso a Milano, che dagli anni ’90 è in continuo calo, era di circa 450.000 veicoli. Da allora è stata messa in servizio una nuova metropolitana, la linea 5, che ha decisamente diminuito il traffico in ingresso da Viale Zara, e poi l’area B, è quindi normale aspettarsi un’ulteriore diminuzione degli ingressi in auto, non certo un aumento.

Ora i milanesi, ed i lombardi in generale, non sono mai stati fanatici dell’automobile; se ci rifacciamo al periodo precedente la pandemia, i treni pendolari erano sempre pieni, così pure le metropolitane e il trasporto di superficie. Ogni nuova metropolitana veniva subito saturata di traffico (è sintomatico quello che è avvenuto con la M5, già saturata in ora di punta appena aperta, anche per la mancanza del deposito che non consente di raggiungere la frequenza massima prevista di 70 secondi).

Non è quindi il caso di drammatizzare proponendo cifre a caso sul traffico: occorre invece conoscere e fare i conti seriamente. Anche perché ogni amministratore sa che non è tanto significativa la quantità di traffico, ma la sua gestione. Ma per fare questo ci vuole conoscenza: dati affidabili che consentano politiche efficaci. E, soprattutto, dati resi doverosamente pubblici, perché i cittadini sappiano e perché siano in grado di giudicare l’operato dell’Amministrazione.

Giorgio Goggi

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  1. Annalisa FerrarioL'americano W.E.Deming nel secolo scorso diceva: "senza dati, sei solo un altro tizio con un'opinione". Nell'epoca dei Big Data, il Comune evidentemente ha deciso di affidarsi alle opinioni e ai "sentito dire", perché i dati sono scomparsi non solo sul traffico, ma anche in urbanistica (PGT e affini). Qui i casi sono due: o i dati ci sono, e vengono nascosti; oppure non ci sono perché non vengono più elaborati. Io propendo a pensare che sia un misto: i dati sono pochi, elaborati male, e quindi vengono nascosti perché si vergognano, o perché non corrispondono ai proclami ufficiali. Sarei lieta di una smentita (ovvero vedere dati onesti, completi, aggiornati, diffusi: sono anni che non succede più). Saluti
    10 novembre 2021 • 08:42Rispondi
  2. Gianluca GennaiCome si fa a sapere se i dati sono attendibili? Resta l'arcano processo della conta, del come e dei ma, chi stabilisce le regole della verifica? Si possono vedere i dati grezzi e non trattati e soprattutto si può decidere come e dove svolgere l'indagine in modo aperto e trasparente? Io credo di no, credo che questi tipi di accertamenti vengano concordati al netto di una ricerca fuori dal coro, possibile se fatta da un'organizzazione esterna e nettamente fuori dal giro degli amici dell'amico. Resta il problema economico, chi paga? Chi paga decide poi come e quando dare certe informazioni.
    10 novembre 2021 • 11:45Rispondi
    • Annalisa FerrarioIn verità per i dati sul traffico esistono metodologie consolidate e condivise dalla comunità degli studiosi. Se gli studiosi sono seri, il problema di chi paga, degli amici degli amici e delle informazioni nascoste non si pone (o è poco rilevante). Milano ha una tradizione di studi seri sul traffico (non sempre), sarebbe il caso di rinverdirla. Saluti
      10 novembre 2021 • 12:59
  3. Marco PontiScherziamo? I dati sono politicamente pericolosi, alla gente potrebbero venire strane idee, o chiederne di più. Ci ho messo un bel po’ di lavoro a ricostruire i sussidi che prende ATM, e non è che io sia contro i sussidi, è che questi diventano illegittimi se utenti e contribuenti non vengono informati adeguatamente. Comunque, bravo Giorgio, se ti ricandidi ti rivoto.
    10 novembre 2021 • 18:00Rispondi
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