12 ottobre 2021

NOTA DIPLOMATICA

Le pratiche innaturali raccontate da un osservatore speciale


james-hansenJames Hansen, autore di Nota Diplomatica

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Oggi parliamo di James Hansen, nome noto ai lettori di ArcipelagoMilano: americano di nascita e cultura, è l’autore della “Nota Diplomatica”, newsletter con occhio di riguardo alla geopolitica (ma non solo) che ogni settimana prende un fatto, una notizia o una curiosità e la racconta nello stile dei dispacci diplomatici, cioè quelle annotazioni sintetiche, anche non ufficiali, ma ricche di particolari e contesti spesso sconosciuti, di cui sono pieni gli archivi dei governi di mezzo mondo. Qui però non si tratta di informazioni classificate, quanto piuttosto di particelle di news strisciate su vetrini di microscopi manovrati da un osservatore speciale.

Hansen, approdato in Italia quasi cinquant’anni fa come viceconsole degli Stati Uniti a Napoli dopo aver lavorato al Dipartimento di Stato Usa con Henry Kissinger, è poi stato corrispondente dall’Italia di testate internazionali, nonché direttore della rivista “East” e capo ufficio stampa di grandi aziende nazionali: diciamo che è ben sintonizzato sulle vicende del Belpaese, con un curriculum che la dice lunga, o addirittura lunghissima, sulle sue capacità di leggere anche ciò che è scritto tra le righe in un lancio di agenzia, in una breve di esteri o di cronaca, in un resoconto storico di qualche secolo fa, e di raccontarlo poi con uno stile rapido e accattivante: 500 parole, battuta più battuta meno.

Oggi questi lanci, questi bit di informazioni che spaziano dalle relazioni internazionali all’invasione della rucola, dal panic buying sulla carta igienica durante le prime settimane di lockdown alla situazione del Kosovo, dalla peste di Giustiniano alla de-americanizzazione dell’Europa, sono stati raccolti in un libro, “Nota Diplomatica. Pratiche innaturali” (316 pagine, 24 euro, Biblion Edizioni, prefazione di Sergio Romano): si legge come si potrebbe leggere il diario di un cacciatore di notizie che si diverte a scegliere tra gli scenari del presente, non disdegnando informazioni e curiosità del passato, più o meno recente.

Come ad esempio il capitolo in cui si dà conto del lavoro di due astro-biologi americani, Gavin Schmidt, direttore del NASA Godard Institute, e Adam Frank, docente della Rochester University, che mezzo secolo fa svilupparono l’” ipotesi siluriana”, dal nome di una fiction della BBC, “Dr. Who and the Silurians” del 1970, in cui si proponeva l’esistenza di una razza di misteriosi alieni dominatori della Terra prima dell’uomo. Ovviamente Schmidt e Frank non volevano accreditare tesi fantascientifiche, ma usarono questa ipotesi per un esperimento concettuale. Se ci fossero stati i social all’epoca ne avremmo lette e sentite delle belle, stile terrapiattisti o raeliani per intenderci. Oggi invece ne veniamo a conoscenza solo per il gusto di Hansen di tirar sempre fuori dal cilindro qualcosa di speciale. Nella prefazione, Sergio Romano, a lungo ambasciatore a Mosca, sostiene che se dovesse collocare Hansen in una categoria letteraria, lo metterebbe tra gli scrittori di favole e apologhi, come Esopo o Fedro. Con l’aggiunta, aggiungiamo, di qualche incursione nelle terre sconfinate delle pratiche innaturali tipiche della geopolitica e dei suoi effetti.

Annotazione finale: il testo che state leggendo è composto da poco più di 500 parole. Come i “dispacci” di Hansen.

Ugo Savoia



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