12 ottobre 2021

MILANO DOPO IL PLEBISCITO

Il Consiglio Comunale, da amico a nemico?


boatti

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Alla mia età non tenerissima, non pensavo che mi sarei dovuto rassegnare a maturare una opinione sulla mitica cellula di base della democrazia istituzionale italiana, il Consiglio comunale, opposta a quella nella quale avevo fin ad ora creduto.  Il consiglio comunale appena eletto come principale nemico dei cittadini, invece che come loro libera e fedele espressione. Perché questo radicale cambio di opinione? E’ molto semplice: a Sala, sostenuto dalla sua sfilza di liste, le opposizioni non hanno contrapposto praticamente nulla, eccezion fatta per il caso di Mariani.

La destra, già prima opposizione per modo di dire, ha fatto di tutto per scegliere un candidato sindaco assolutamente sconosciuto. La stessa cosa ha fatto il Movimento 5 stelle, candidando una persona che non si era mai vista in nessun quartiere di Milano e che mai si era espressa nel merito dei problemi della città. Bene, questi due comportamenti, a mio personale avviso politicamente ingiustificabili da parte dei soggetti che li hanno espressi, determinano poi una conseguenza di ordine superiore e di carattere generale: la totale incredibilità della istituzione che ne è scaturita: per questo ha oggi senso sostenere che il consiglio comunale è ormai non la fedele rappresentanza ma anzi, il vero avversario dei cittadini milanesi. Ma avversario dei cittadini milanesi in realtà il Consiglio comunale lo sarebbe stato anche se destra e 5 Stelle avessero candidato ed eletto persone credibili, perché profondamente errata e falsa è la base elettorale del Comune. Milano non è una città di 1.300.000 abitanti, ma di 5 milioni di abitanti.

In tale contesto geografico, ben noto e scientificamente accertato, se i poteri vengono concentrati nel solo piccolo “core” socialmente privilegiato, l’effetto è la distorsione totale del governo del sistema urbano. Credo quindi che per questa doppia ragione, politica ed istituzionale, si debba chiedere una sola cosa al consiglio comunale appena eletto: di sparire nel giro di tempo minimo strettamente necessario per convocare l’elezione diretta del Consiglio e del Sindaco dell’ intera città metropolitana, ed anzi di agire e premere subito, con la massima energia, nei confronti del governo e dei partiti che lo costituiscono e dell’intero parlamento perché finiscano di eludere gli adempimenti nazionali necessari per l’elezione diretta del Sindaco e del Consiglio della città metropolitana, e dunque propongano e portino al più presto all’approvazione la relativa legge elettorale.

 

Giuseppe Boatti



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