6 settembre 2021

MILANO CITTÀ METROPOLITANA

Visione politica e futuro


cortiana

Indubbiamente Berlusconi ha fatto scuola, diceva: sono come tu mi vuoi, imprenditore o operaio, arbitro o giocatore… A guardare liste, candidati e campagna, per le prossime elezioni comunali di Milano questa è la sensazione. La preoccupazione di una visione politica metropolitana, capace di accompagnare e fare partecipare una comunità al necessario processo di conversione ecologica, è sostituita da marketing di comunicazione e tante candidature tappabuchi per riempire la lenzuolata di liste. Dopo la sparata di ‘Milano non si ferma’ con aperitivo sui Navigli, non c’è stata alcuna politica aperta e rigorosa per le Pubbliche Assistenze del Terzo Settore che da due anni fanno Milano Aiuta, nonché per la prevenzione primaria e i servizi sociali, ma non manca una lista per la salute.

Le liste civiche/ambientaliste si sprecano ma resta ben salda l’accoppiata San Siro/Ex Scali FS, sorretta da una consociazione che sembra non voler disturbare l’affidabile sindaco uscente. Dietro a tutto ciò i partiti sembrano più interessati alla cucina interna, alle nuove dislocazioni alla luce delle scelte future di Draghi, che a proporre una visione, un percorso, soluzioni concrete. Non sembrano interessati a rispondere al preoccupato/preoccupante appello/allarme delle Nazioni Unite sulla possibile irreversibilità del disastro ambientale che accompagna la globalizzazione.

Eppure i milanesi, con i referendum promossi nel 2011 da Milano Sì Muove, avevano dato un chiaro indirizzo per dimezzare il traffico, per l’aumento delle aree a verde pubblico, per la riduzione delle emissioni inquinanti, il risparmio di energia, il teleriscaldamento e la rottamazione degli immobili, per il Parco Agroalimentare sull’area Expo, per riaprire dove possibile i Navigli. I cittadini milanesi possono constatare cosa e quanto è stato attuato. Nel Consiglio della Città Metropolitana i referendari hanno fatto approvare la proposta di tariffa integrata metropolitana per il Trasporto Pubblico, nonché il Referendum Metropolitano: la tariffa integrata sull’area metropolitana non c’è, così come non c’è il regolamento attuativo per il referendum metropolitano.

Il Consiglio Metropolitano ha approvato il Piano Strategico e deliberato l’istituzione della Zone Omogenee per 132 comuni, il comune capoluogo è organizzato in Municipi, eppure 1.700.000 cittadini metropolitani aspetteranno il sindaco eletto dai 1.300.000 abitanti interni alla cinta daziaria. Loro, come nel Medio Evo, alla faccia delle promesse della Legge Del Rio, restano il contado sottoposto alla giurisdizione del capoluogo. Infatti 51 sindaci, che hanno chiesto il rispetto della normativa per la discarica calata su Casorezzo a meno di 150 m da quella esistente, sono restati assolutamente inascoltati. Ciapa su.  Lasciamo alle preoccupazioni ecologiste la conversione ecologica, ma così non è pensabile di essere una rete metropolitana adeguata alla transizione energetica prevista dal Recovery Plan. Avete fatto caso che nessuno parla delle società partecipate a capitale pubblico?

Eppure, per una transizione energetica metropolitana, chi si occupa dei cicli dell’acqua, dell’energia, dei rifiuti, dovrebbe essere funzionale alle necessità pubbliche e all’interesse generale delle attuali e future generazioni. È come se la politica pubblica fosse una cosa riservata ad una oligarchia di nominati da nominati: di quale casta parlavano gli strabici grillini? Con la crisi diffusa dell’istituto della democrazia, pensiamo al Russiagate e alle 24 ore di Capitol Hill, con la crisi di un modello di sviluppo energivoro, sarebbe sciocco ritenere che la non partecipazione al voto sia configurabile come esito dell’evoluzione di una moderna democrazia. Piuttosto conferma la crisi di connessione e partecipazione al Patto Civile, di cui a turno costituiscono la schiuma i Forconi, i No Vax, agli Hacker informatici. Milano Ambiente e il suo supporto civico candidano una persona competente come Gabriele Mariani a sostituire Basilio Rizzo come oppositori ufficiali a corte. I Socialisti di Milano candidano una persona competente di cultura e pratica riformista come Giorgio Goggi come affermazione di identità dopo la ricomposizione della diaspora. C’è una città delusa dalla mancanza di una proposta politica e di una offerta elettorale credibile come classe dirigente, per ampiezza di culture, esperienze e generazioni coinvolte.

C’è chi si turerà il naso e voterà, chi penserà al meno peggio e chi al voto utile, chi all’astensione. Non basta per una Milano Città Metropolitana capace di futuro e perciò innovativa, sostenibile, partecipata, giusta e bella. Comunque vada, non smettiamo di provarci.

Fiorello Cortiana



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  1. Fausto BagnatoOrmai il tempo è scaduto. Bisogna attendere il 6 ottobre per fare una analisi seria sui partecipanti al voto per eleggere il nuovo Sindaco di Milano ed interrogarsi e cercare di capire gli astensionisti. Assolto questo compito si passerà a progettare Milano per i prossimi 30 anni. Questo è un modo serio per affrontare i problemi di Milano che investono la Regione Lombardia e tutta l' Italia.
    16 settembre 2021 • 11:35Rispondi
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