22 maggio 2021

MUNICIPI E CITTÀ METROPOLITANA: LE SFIDE DIMENTICATE

Una "agenda" per le prossime comunali


La fase post pandemica, che grosso modo si avvierà con il rinnovo dell’amministrazione comunale, metterà a dura prova la capacità di Milano di reinventarsi nel ruolo, che spesso si attribuisce, di metropoli trainante la modernità del Paese. La sfida che attende il Sindaco Sala e la coalizione che con lui si candida alla guida della città è quella di una innovazione programmatica fuori dall’ordinario, così come lo è il momento che stiamo vivendo.

pompilio

Molti temi di questa sfida sono stati quantomeno evocati. Uno sviluppo green della città – che possibilmente non si limiti alla “mobilità dolce”, una rete ben distribuita di servizi e funzioni essenziali “accessibili a 15 minuti a piedi”, lo sviluppo di start up e imprese innovative, la riconversione edilizia e funzionale necessaria per il previsto incremento del lavoro da remoto, la capacità di attrarre studenti e ricercatori offrendo sistemazioni a basso costo, la cura e rigenerazione dei quartieri popolari, la necessità di presidi sanitari all’interno di un sistema di welfare a rete inclusivo e non riparativo.

Sul come, e con quali risorse, conseguire questi obbiettivi c’è una certa vaghezza. Soprattutto c’è la rimozione di un problema di fondo: siamo sicuri che l’attuale assetto istituzionale e organizzativo del Comune di Milano sia idoneo alle nuove sfide? La Provincia non esiste più, la Città metropolitana non è mai decollata e i Municipi interni a Milano vivono una vita di stenti, ben lontana da pretese municipali. Sembra essersi eclissata l’ambizione di un governo dell’area vasta, nonostante (o forse proprio perché) il Sindaco di Milano coincida di diritto con il Sindaco metropolitano, pur dovendo ottenere il consenso dei soli cittadini milanesi per essere eletto. Un paradosso difficile da digerire.

È legittimo chiedersi se l’aspirazione di Milano a stare al passo con i processi di modernizzazione delle metropoli internazionali possa eludere il problema di superare un assetto istituzionale, ordinamentale e organizzativo obsoleto, che la rende contemporaneamente troppo grande e troppo piccola, cioè la dimensione sbagliata per affrontare in modo razionale ed efficiente le nuove – e meno nuove – sfide.

Milano quindi dovrebbe mettere nella sua agenda programmatica, e farsene portavoce, l’esigenza di ripensare una riforma che non ha riformato, che ha tolto senza dare valore aggiunto, mentre ha lasciato le (tre) vere aree metropolitane del Paese in grande svantaggio competitivo/collaborativo nella dimensione globale.

Ma nello stesso tempo potrebbe imboccare decisamente la via dell’autoriforma possibile, ovvero dell’elezione diretta del Sindaco metropolitano prevista dallo Statuto metropolitano la cui condizione fondamentale è “la ripartizione del territorio del comune di Milano in zone dotate di autonomia amministrativa o, in alternativa, l’articolazione del territorio del comune di Milano in più comuni” (Art. 61)

Impresa indubbiamente ardua, ma non impossibile se si decidesse di dare alla prossima consigliatura un mandato “costituente” che superi di slancio il conservatorismo istituzionale (e di poteri consolidati), freno di ogni ambizione seriamente riformatrice nel nostro Paese.

La pandemia sembra aver rimesso al centro dell’attenzione i quartieri e la necessità di potenziare la città delle relazioni e delle comunità locali, di rilanciare la dimensione di prossimità per il lavoro, il commercio, i servizi. Lo dimostra anche il proliferare di social communities di quartiere o di strada.

Alla luce di tutto ciò vien da constatare quanto poco sia stata lungimirante la controriforma del 1999 (Albertini sindaco) che ha dimezzato le venti zone del decentramento d’antan, certamente più rispettose della formazione storica di Milano per aggregazione successiva di corpi santi e comuni, e degli attuali 88 nuclei di identità locale (Nil) individuati.

Un vero peccato, perché alla revisione perimetrale, e al conseguente sovradimensionamento territoriale e di abitanti delle nove zone “a spicchio”, si è accompagnata una sottrazione de facto di già modesti poteri, funzioni e risorse. Un mancato potenziamento cui nessuna riforma, regolamento o statuto – antecedente o successivo – ha mai posto rimedio. Neanche la riforma del 2016 che ha trasformato le zone in municipi.

Si sprecano gli esempi di problemi che si potrebbero facilmente risolvere o gestire in loco e che invece devono passare sui tavoli di assessori comunali già sovraccarichi. Per dirla in breve con le parole della Consulta periferie: è vano affermare che si vuole una città “policentrica”, se non c’è una conseguente amministrazione “policentrica”.

Questo è un punto davvero dolente che solo una fase coraggiosamente animata da una forte volontà di cambiare lo status quo potrebbe affrontare: ristrutturare la tecnostruttura comunale, con le sue settorialità, le sue piante organiche, le sue rigidità e il suo impianto centralistico. Una impresa che richiede non meno di un intero mandato amministrativo.

Il trasferimento di poteri e funzioni verso i municipi, consentirebbe al Comune di Milano di concentrare le energie sulle funzioni di programmazione, coordinamento, gestione di municipalizzate e partecipate, formazione del personale, ammodernamento e informatizzazione della struttura tecnica e amministrativa. E creerebbe i presupposti di una futura Milano metropolitana.

Un orizzonte programmatico di questa natura darebbe sfondo e prospettive alla coalizione di centro sinistra, proiettandola anche verso le prossime elezioni regionali in una idea di federalismo ancorato all’Europa e che valorizzi al massimo le autonomie ed esalti le potenzialità di autogoverni territoriali.

Non va in questa direzione la proliferazione di liste settoriali, monotematiche e addirittura professionali dalla dubbia capacità di aggiungere consensi ma dal sicuro effetto patchwork. L’autorevolezza e le capacità dimostrate sul campo dal Sindaco Sala daranno certamente alla coalizione un vantaggio competitivo importante, ma la mancanza di una idea condivisa forte e di prospettiva la rende politicamente debole e spreca l’occasione di utilizzare il secondo mandato per aprire una fase nuova. Per Milano, e forse anche per una Lombardia regione d’Europa.

Daniela Benelli



Condividi

Iscriviti alla newsletter!

Per ricevere in anteprima sulla tua e-mail gli articoli di ArcipelagoMilano





Confermo di aver letto la Privacy Policy e acconsento al trattamento dei miei dati personali


  1. valentino ballabioOttimo programma, peraltro già sostenuto ed argomentato a più riprese su ArcipelagoMilano prima, durante e dopo l'entrata in vigore della legge Delrio; e tuttavia all'epoca inascoltato ed eluso (come altri temi drammaticamente denunciati dall'odierno editoriale) dal sindaco Pisapia e dal relativo assessor(a) all'Area Metropolitana, Decentramento e Municipalità, Servizi Civici.
    26 maggio 2021 • 10:07Rispondi
  2. Sergio D'AgostiniCara Daniela, come hai ragione! Ma purtroppo non possiamo che assistere alla perdurante indifferenza e sordità rispetto alle esigenze che denunci. Speriamo che il tuo appello sia ancora in tempo per determinare una tardiva resipiscenza.
    26 maggio 2021 • 11:54Rispondi
  3. Giuseppe NataleChi si rivede e si rilegge! L'ex assessora alla cultura della Provincia di Milano e l'ex assessora di Pisapia con delega alla città metropolitana. Bene brava bis! Un minimo di assunzione di responsabilità e un pizzico di autocritica ci stavano, o no, cara Benelli? Le questioni affrontate nel suo articolo sono state abbondantemente affrontate e sviscerate , con proposte sensate, da tanti qualificati interventi pubblicati da Arcipelago e da tanta cittadinanza attiva. Il problema che mancano la visione strategica e la volontà politica delle classi dirigenti di questo disgraziato Paese, non solo di quelle del potere nazionale, ma anche delle diverse amministrazioni che si sono susseguite al governo di Milano e della Lombardia nell'ultimo quarantennio. Nessuna risposta e nessun cenno di riscontro da parte sua e di Pisapia e dei consiglieri comunali di Milano alle richieste e proposte della cittadinanza attiva . Rilegga questa lettera inviata nel 2014: "Gentile Sindaco e gentile Assessore Benelli. Gentili Consiglieri del Comune di Milano. Chi scrive è Il Forum Civico Metropolitano ( FMC ), soggetto plurale libero ed indipendente di cittadinanza attiva ed impegnata che si occupa dei problemi delle aree metropolitane , e di quella milanese in particolare. Mentre pone al centro della sua riflessione e della sua attività la Città e la Cittadinanza Metropolitana, la democrazia e le sue forme di partecipazione, il Forum intende avviare una campagna di informazione e formazione civica e di proposte perché l’istituzione della Città Metropolitana possa realizzarsi su basi democratiche e costituzionali, mettendo al primo posto i diritti dei cittadini. Secondo il Forum, la L. 56 / 2014, “Disposizioni sulle città metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di comuni”, rischia di aggiungersi alle innumerevoli leggi e leggine e decreti che da oltre un ventennio si accatastano e finiscono nelle morte gore del degrado istituzionale e della riduzione della democrazia, rappresentativa e partecipativa. Essa è sottoposta inoltre a dubbi di legittimità costituzionale. I cittadini sono privati del diritto di voto e non eleggono gli organi della Città Metropolitana. Anche le Province, che non vengono né ridotte né abolite, si trasformano in enti di secondo livello . Palese ed intollerabile è la negazione del diritto di voto. E’ evidente il disegno autoritario di rafforzare gli apparati centralistici a livello nazionale e territoriale (l’esecutivo, la regione , il grande comune capoluogo); sbilanciare l’equilibrio della divisione dei poteri (senato non elettivo, ridimensionamento del potere giudiziario); mettere pesantemente in discussione i diritti politici civili e sociali (violazione continuata dei principi fondamentali e dei diritti della persona e del lavoro sanciti dalla Carta Costituzionale, legge elettorale ultramaggioritaria e blindata, accesso sempre più difficile alle poche forme di democrazia diretta). Delle istituzioni più vicine ai cittadini, sono i Comuni (soprattutto quelli piccoli e medi) ad essere maggiormente colpiti e messi gravemente nelle condizioni di non potere svolgere appieno i loro compiti di fornire i servizi essenziali e di costituire il primo e più vicino presidio democratico e partecipativo per garantire e migliorare il livello di convivenza civile. Alla vigilia dell’elezione del Consiglio Metropolitano - di cui si stigmatizzano le modalità oligarchiche , quasi privatistiche ed aziendalistiche - a Lei sindaco di Milano e metropolitano , a Lei assessore, a Voi consiglieri , si rivolge la richiesta che venga ascoltata la voce dei cittadini , in modo particolare di quelli impegnati e competenti; che si possa aprire un confronto, secondo le forme che riterrete più opportune, sulle questioni e le proposte elaborate dal Forum , sinteticamente presentate nell’ Appello per la Citta(dinanza) Metropolitana Milanese , che si allega. Nonostante i limiti e i pasticci della legge 56, il Forum ritiene necessario e urgente dare attuazione alle indicazioni contenute nel comma 22 laddove si prevede l’elezione diretta a suffragio universale del sindaco e del consiglio metropolitano, a condizione che “ entro la data di indizione delle elezioni si sia proceduto ad articolare il territorio del comune capoluogo in più comuni “ . Un ruolo decisivo è chiamato a svolgere Milano, al cui Consiglio comunale è affidata la responsabilità di “ proporre la predetta articolazione territoriale” e l’abrogazione del comune capoluogo. Dentro questo percorso, che deve portare - a parere del Forum - nel 2016 all’elezione diretta degli organi della Città Metropolitana, assumono maggiore importanza le previste fusioni ed unioni dei comuni piccoli e piccolissimi. Le esigenze e i diritti dei cittadini metropolitani richiedono di ridisegnare un riequilibrio paritario delle entità ed identità dei comuni dell’area metropolitana milanese. In attesa di un positivo riscontro e con l’auspicio di avviare un proficuo dialogo tra cittadini ed istituzioni , i migliori saluti. Forum Civico Metropolitano (portavoce Giuseppe Natale, giusnatale@alice.it – 3476502062 )" Rifletta. Non mai troppo tardi.
    28 maggio 2021 • 12:19Rispondi
Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. Tutti i campi sono obbligatori.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.


Ultimi commenti