10 maggio 2021

LETTERA APERTA AD ENRICO LETTA

Cosa conta un iscritto nel Partito Democratico?


Caro segretario, ho accolto con fiducia la tua “ridiscesa” in politica, e con piacere confermo: sì, mi iscriverò al partito democratico, anche quest’anno. Consapevole dei limiti e dei gravi problemi che ne minacciano identità, regole e futuro. Se tu ti giochi la pelle sulla scommessa, tutti insieme ci giochiamo il paese.

ucciero

Con ambizione e senso della sfida, fissi l’asticella di quest’anno a 500.000 iscrizioni, e ci chiami ad aprirci, a coinvolgere nuove energie, a sollecitare amici e simpatizzanti. Ti ho preso in parola, ed ho chiamato alcune persone di provata simpatia democratica. A loro ho chiesto se volevano iscriversi e le risposte mi hanno aiutato a comprendere il punto di vista di chi ci è vicino, ma non troppo, di chi ci guarda, ma con occhio vigile, di chi è al nostro fianco, ma un po’ a lato.

Bene, ora te le racconto, perché mi sembrano più utili di mille convegni o consultazioni on line.

Vado per le spicce, e ti dico subito che molti non comprendono, ma davvero, il senso di una iscrizione che non riconosce, nel momento della scelta dei massimi rappresentanti del partito, maggiori diritti rispetto ad un semplice elettore.

Come tutti sanno, il segretario del Partito Democratico viene eletto non solo dagli iscritti ma anche e soprattutto da chi non lo è, anzi. Chiunque, il giorno fissato, passasse davanti ad un banchetto del PD potrebbe eleggere il nostro segretario. Non esiste neppure un albo degli elettori democratici, un registro nel quale con debito anticipo, e serietà di intenzioni, almeno si attesta la propria fede politica.

Tanto basta ad esercitare la più importante decisione della vita del nostro partito: a differenza di qualsiasi associazione, fino alla bocciofila di quartiere, per metter becco nelle sue vicende, devo essere iscritto, con tanto di tessera e di quota. E dove si trova quella che per eleggere il suo presidente apre i seggi a chiunque, senza altro discernimento che la sottoscrizione di una dichiarazione che vale l’espace d’un matìn, appunto lo spazio della mattina in cui si vota, poi liberi tutti.

Negli USA, patria delle primarie, l’albo esiste, anche se le regole, spesso confuse e cervellotiche, cambiano di stato in stato, di contea in contea. Da noi, neppure quello. Dopo quasi trent’anni, si continua con le primarie de “noantri”, con regole all’amatriciana e con principi à la carte secondo convenienza.

Se le cose stanno così, e stanno così, per quale motivo, chiedono alcune amiche ed amici, perché mai dovremmo iscriverci? Per scegliere il “vostro” segretario, ci basta presentarci al banchetto che qualche diligente iscritto o iscritta, questo sì, mi rende disponibile alla bisogna.

Altri mi hanno chiesto del modo con cui iscritte ed iscritti scelgono dirigenti, rappresentanti, delegate e delegati, a diverso titolo e funzione, dal livello di circolo fino all’assemblea nazionale.

Mio malgrado, ho dovuto spiegare, che la nostra iscritta o iscritto, di norma, non sceglie con le preferenze le persone in cui ha maggior fiducia, per visione, competenze e capacità personali, votandole in una lista aperta. Piuttosto, potrà (dovrà) scegliere la lista, rigorosamente bloccata, che questa o quella corrente, o questo o quell’accordo di circolo, federazione o altro, gli propone, ma beninteso avendo per bene predeterminato l’ordine con cui candidate e candidati sono messe in fila, e quindi elette, in base al numero complessivo dei voti che quella lista riceve. Chi decide questo ordine? Non si sa bene, o meglio si sa che spesso vengono decise in un ambiente non partitico ma correntizio, governato di norma da rappresentanti del titolare nazionale della corrente.

Caro Enrico, amiche ed amici mi fanno notare che questa opaca prassi è simile a quella che nelle elezioni nazionali al Parlamento non consente all’elettore di scegliere i propri rappresentanti, ma solo di barrare con la crocetta il simbolo a cui si vuole dare il voto, essendo già stati stabiliti, per ordine di posizione sulla lista, quelli che ci andranno e quelli che non ci andranno. Regole e prassi contro cui ti sei pronunciato con chiarezza: basta con le liste bloccate! Se il principio vale nelle competizioni elettorali per quale motivo non dovrebbe valere nella nostra vita interna?

Perplessi, amiche ed amici scuotono la testa, ma insistono testardamente con altre domande sulla vita interna del partito e mi chiedono in cosa consistano effettivamente gli spazi di partecipazione nel partito democratico e soprattutto se, viste anche le opportunità offerte dalle nuove tecnologie, alla partecipazione corrisponda una certa ragionevole quota di decisione, diciamo almeno una “modica quantità”.

Qui ho avuto buon gioco a presentare i mille ed uno momenti in cui l’iscritto, ma in realtà anche il non iscritto, può sviluppare confronti, ragionamenti, proposte, su innumerevoli temi: quanto si discute nel nostro partito…. I Forum non si negano a nessuno, anche perchè, a precisa domanda devo precisare che non decidono nulla, ma appunto discutono, elaborano, sviluppano proposizioni, anche interessanti, ma che tuttavia non accedono mai al livello di decisione o ad altro che impegni in modo sostanziale il gruppo dirigente.

Mi è stato chiesto poi se, come nella SPD,(Partito socialdemocratico tedesco) in alcuni essenziali passaggi politici, iscritte ed iscritti siano stati chiamati a decidere tra opzioni alternative deliberate dai gruppi dirigenti. Ho dovuto ammettere a denti stretti che non conosco esperienze simili.

Mi sono state poste altre questioni, sempre sui diritti e doveri dell’iscritta/o al nostro partito, ma non sto qui a annoiarti con dettagli e tecnicismi, di cui abbondano gli statuti nazionali e locali.

Caro Enrico, come vedi abbiamo un bel problema. Persone, donne e uomini, di età matura o più giovani,vicini al nostro sentire, sarebbero anche interessati ad iscriversi, ma non capiscono per quale motivo dovrebbero farlo, o perchè non vedono la differenza essenziale tra iscritto ed elettore, o perchè non sono soddisfatti del modo con cui l’iscritto, più che partecipare, “conti”, più che testimoniare, decida.

Certo, lo so bene, nel partito democratico regge ancora, nonostante tutto, la visione di una comunità dialogante e viva, tanto preziosa quanto diversa dal triste panorama della politica odierna. Che la Lega sia interamente commissariata e priva ormai di qualsiasi vita democratica interna è noto, che Forza Italia sia sempre uno strumento personale di B. lo sappiamo pure, come non ci sfugge la triste deriva dei M5Stelle, vittima del suo cervellotico modello di consultazione e decisione, ispirato ai principi di JJ Rosseau (poveretto se solo sapesse). Ma non basta, tutto questo sfasciume, non è sufficiente per non farci desiderare un partito Democratico finalmente diverso, dove iscritte ed iscritti deliberano e contano, di più e meglio.

Insomma, caro segretario, le cose te le ho dette con franchezza, il problema c’è ed ora tocca a te, se davvero vuoi avvicinarti almeno alle 500.000 tessere.

Giuseppe Ucciero



Condividi

Iscriviti alla newsletter!

Per ricevere in anteprima sulla tua e-mail gli articoli di ArcipelagoMilano





Confermo di aver letto la Privacy Policy e acconsento al trattamento dei miei dati personali


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. Tutti i campi sono obbligatori.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.


Sullo stesso tema


30 maggio 2023

NON È SOLO UN “AMARCORD”

Luca Beltrami Gadola



10 gennaio 2023

LE ATTUALITÀ MILANESI

Luca Beltrami Gadola



10 gennaio 2023

LETTERA DI UN CARCERATO

Franca Caffa



3 maggio 2022

LE ATTUALITÀ MILANESI

Luca Beltrami Gadola



19 aprile 2022

LE ATTUALITÀ MILANESI

Luca Beltrami Gadola



5 aprile 2022

LE ATTUALITÀ MILANESI

Luca Beltrami Gadola


Ultimi commenti