10 marzo 2021

TRANSIZIONE ECOLOGICA, PARTECIPAZIONE E RAPPRESENTANZA

I nodi vengono sempre al pettine


L’Italia sta aspettando il Recovery Fund e le sue opportunità, con una popolazione preoccupata ed esausta si sta abituando ad una condizione di anestesia nell’esercizio della cittadinanza che costituisce la base del Patto Civile. Personalizzazione dei poteri di governo ad ogni livello istituzionale, relativizzazione delle assemblee elettive, la politica pubblica come funzione tecnica, affidata ai tecnici, stanno aumentando la distanza e la disaffezione. Un disagio che nel tempo è stato proposto con allusioni a modi devianti: da Bossi con i”Fucili caldi, pronti 300 mila martiri”, dai Forconi o dai Vaffa’ Day. Derubricare queste espressioni come boutades o cinica alimentazione per uso strumentale di sentimenti diffusi sarebbe miope laddove quasi la metà degli aventi diritto non esercita il diritto di voto.

Inversioni a U dal sovranismo all’europeismo o conversioni tempestive sulla via delle percentuali dei Grünen, piuttosto che nomine di segretari di partito senza un congresso, sembrano confermare questa deriva senza fine della politica in Italia. La classe dirigente tutta, non ha saputo proporre cambiamenti costituzionali ed istituzionali capaci di rispondere alla domanda di partecipazione che ha caratterizzato un decennio e oltre dopo il ‘68.  Per questo, nel lungo limbo della Seconda Repubblica, è importante rilevare che ci sono iniziative che si muovono lungo le possibilità formalmente date dalle diverse istituzioni, da quelle locali fino a quelle continentali. Sono iniziative caratterizzate da alcune chiavi comuni, ancora più significative e preziose perché non concordate e non appartenenti ad una strategia multilevel pre-definita. Partiamo dall’Europa, il nostro global continentale, a scendere fino alla dimensione locale comunale.

Con la comunicazione ufficiale del Vice-Presidente della Commissione Europea Frans Timmermans è stata approvato il testo proposto da Marco Cappato, che presiede Eumans-Associazione nonviolenta paneuropea di Cittadini per la Democrazia e la Sostenibilità. E’ così partita la sottoscrizione online da parte dei cittadini europei   di una proposta sostenuta da 27 Premi Nobel.  La proposta introduce un prezzo minimo per le emissioni di CO2, partendo da 50 EUR per tonnellata di CO2 dal 2020 fino a 100 EUR entro il 2025 e punta ad abolire l’attuale sistema di quote di emissione gratuite per coloro che inquinano nell’UE e introdurre un meccanismo di adeguamento alla frontiera per le importazioni da paesi terzi, in modo da compensare i prezzi più bassi delle emissioni di CO2 nel paese esportatore.

Si propone che le maggiori entrate derivanti dalla fissazione del prezzo delle emissioni di CO2 vengano dirottate verso le politiche europee che sostengono il risparmio energetico e l’uso di fonti rinnovabili e impiegate per ridurre l’imposizione fiscale sui redditi più bassi. Lo strumento di partecipazione utilizzato è l’ICE-Iniziativa dei Cittadini Europei, uno strumento di democrazia partecipativa che, proponendo modifiche concrete ai trattati europei, è molto più di una semplice petizione. Lanciata da un minimo di 7 cittadini dell’UE, che vivono in almeno 7 diversi Stati membri, se raccoglie 1.000.000 di firme in un anno, l’ICE viene presentata alla Commissione Europea e discussa al Parlamento Europeo.

In Italia si è costituito Viva il Parlamento  , un’iniziativa di privati cittadini, indipendente da partiti od altre organizzazioni politiche, nata con lo solo scopo di promuovere la Legge sulla Rappresentanza Parlamentare. Oggi i cittadini possono votare solo i partiti e per questa ragione i parlamentari “dipendono” da chi li ha candidati. La Petizione alla Camera dei Deputati e al Senato chiede una legge sulla rappresentanza che superi l’attuale sistema costituito da liste elettorali bloccate e pluricandidabilità affinché i cittadini possano scegliere i rappresentanti, dopo aver avuto modo di conoscerli durante autentiche campagne elettorali e, dopo aver seguito la loro azione dentro e fuori dal Parlamento.

Sarebbe così possibile esprimere il giudizio informato sul loro mandato, alle elezioni successive, confermandoli oppure no. Le tre regole proposte sono chiare: 1- “I soggetti aventi titolo a proporre liste elettorali hanno facoltà di candidare ciascun candidato in non più di due collegi elettorali. Le liste elettorali dovranno essere presentate con almeno 120 giorni di anticipo rispetto alla data prevista delle elezioni.”  2- “La combinazione tra le liste elettorali di cui alla regola 1 e le corrispondenti schede elettorali deve consentire all’elettore di scegliere un partito/lista e non più di due candidati. E’ ammesso il voto in forma disgiunta.” 3- “I soggetti di cui alla regola 1, in caso di ricandidatura nella successiva tornata elettorale, sono tenuti a ricandidare ciascun parlamentare nello stesso collegio elettorale nel quale era stato in precedenza eletto, fatta salva la facoltà di candidarlo anche in un secondo collegio. E’ ammesso che il soggetto proponente sia diverso da quello nelle liste del quale il parlamentare era stato in precedenza eletto.

Sul piano comunale Arcipelago Milano ha promosso una raccolta di firme in calce ad una petizione rivolta al Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Draghi, ai Capigruppo di Camera e Senato, al Sindaco della Città Metropolitana di Milano e al Sindaco del Comune di Milano, che sono, in automatico, la stessa persona, al Presidente e ai Capigruppo del Consiglio Comunale di Milano.

Il permanere della arretratezza feudale, che fa scegliere il sindaco metropolitano dalla minoranza di cittadini residenti nel capoluogo, è quasi unico in Europa. La Costituzione all’Art.48 afferma che ‘Il diritto di voto non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile o nei casi di indegnita’ morale indicati dalla legge.’ e con l’Art. 114 ‘I Comuni, Le Province, le Città metropolitane e le Regioni sono enti  autonomi  con propri  statuti, poteri e  funzioni secondo i principi fissati dalla Costituzione.’ Una distorsione della Costituzione, quindi, che ha pesanti conseguenze: sia per la distorsione della democrazia perché concentra la gran parte dei poteri nel capoluogo, esautorando quasi completamente la grande maggioranza dei cittadini sulle scelte per il territorio metropolitano, sia per l’efficienza e l’efficacia delle politiche per la sostenibilità del sistema metropolitano. Il capoluogo decide e i comuni del contado fanno da dormitorio per i pendolari e da discarica.

La Petizione chiede di formulare e portare all’approvazione la nuova legge elettorale per le Città Metropolitane, garantendone la rappresentatività democratica, in tempo utile per poterla applicare nelle elezioni amministrative posticipate all’autunno. E’ un indicatore di sensibilità politica l’adesione come primi firmatari della Rete dei Comitati Milanesi: Associazione Gruppo Verde San Siro, Associazione Parco Piazza d’Armi Le Giardiniere, Azioniamo, Baiamonti verde comune, Che ne sarà di Città Studi, Comitato Cittadini Crescenzago, Forum Civico Metropolitano, Comitato Cittadini per Piazza D’Armi, Comitato Cittadini difesa ambiente zona 5, Comitato Coordinamento San Siro, Comitato la Goccia, Comitato Milanese Acquapubblica, Comitato Torre di Via Stresa Torre Insostenibile, Proteggiamo il Monte Stella, Salviamo Benedetto Marcello, Salviamo Città Studi, Salviamo il Parco Bassini, Un AltroPiano x Milano. Altroché not in my backyard, c’è una consapevolezza ben più ampia e importante.

La lista civica indipendente Milano Concreta   ha lanciato una petizione a sostegno della mozione presentata in Consiglio Comunale per una ‘Misura straordinaria di introduzione raccolta firme con modalità di certificazione on line.’ per la presentazione di liste per le elezioni amministrative ai tempi del lock down. Con il binomio innovazione & partecipazione la proposta, che ha il sostegno di altri gruppi consiliari, avrà benefici anche negli anni a venire favorendo la partecipazione alla politica locale. Milano Concreta propone di tradurre coerentemente quanto previsto nel Regolamento Comunale al Comma n. 1: “Tutti i diritti di partecipazione possono essere esercitati in modalità digitale e analogica. L’amministrazione mette a disposizione una piattaforma digitale con il la quale tutti i cittadini, previo accredito, possono attivare gli istituti descritti nel presente Regolamento e prendervi parte.”.

Sono tutte iniziative che combinano la necessità di una effettiva conversione ecologica con l’ampliamento delle possibilità informate e consapevoli di partecipazione alla politica pubblica e alle istituzioni nelle quali questa prende corpo.

A Dobbiaco, nel 1994, Alex Langer con ‘La conversione ecologica potrà affermarsi soltanto se apparirà socialmente desiderabile’ proponeva che ‘una politica ecologica potrà aversi solo sulla base di nuove (forse antiche) convinzioni culturali e civili, elaborate – come è ovvio – in larga misura al di fuori della politica, fondate piuttosto su basi religiose, etiche, sociali, estetiche, tradizionali, forse persino etniche (radicate, cioè, nella storia e nell’identità dei popoli). Dalla politica ci si potrà aspettare che attui efficaci spunti per una correzione di rotta ed al tempo stesso sostenga e forse incentivi la volontà di cambiamento: una politica ecologica punitiva che presupponga un diffuso ideale pauperistico non avrà grandi chances nella competizione democratica.’. Una comunità responsabile, che partecipa alla vita pubblica: la qualità istituzionale e dei rappresentanti è una diretta conseguenza.

Fiorello Cortiana



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