15 dicembre 2020

BEPPE SALA 2.0

Al via una delicata campagna elettorale


Giuseppe Sala Roma, 08.06.2014 Studi rai Via Teulada, trasmissione " In Mezz'Ora" condotta da Lucia Annunziata Foto: Stefano Colarieti / Insidefoto

Beppe Sala ha sciolto la sua riserva, si sente in forze, intellettuali e fisiche, per affrontare un nuovo mandato che non sarà in discesa come il primo, un surf sulla cresta dell’onda di Expo 2015 ma una salita tutt’altro che facile. Il PD milanese deve aver tirato un bel respiro di sollievo. Gli faccio i miei auguri, tanto per smentire tutti quelli che mi accusano di malevolenza o di opposizione preconcetta verso di lui, visto che nei miei editoriali molto spesso gli sparo addosso a palle incatenate.

Perché sempre contro di lui? Per una ragione semplicissima: le critiche che faccio sono all’operato del Comune e, dopo l’entrata in vigore delle nuove leggi sugli enti locali (le maledette Bassanini), con l’elezione diretta del sindaco, gli assessori come suoi delegati, il Consiglio Comunale quasi del tutto espropriato di poteri, il sindaco potrebbe dire: “Le pouvoir c’est moi”. Allora per pigrizia prendo di mira lui lasciando da parte i suoi vassalli.

C’è un fatto che però condizionerà tutto: a giugno dell’anno prossimo a che punto saremo della pandemia? Si potranno fare le elezioni se saremo ancora zona rossa? Gialla? Cercheremo soluzioni alternative di espressioni del voto (ipotesi irrealizzabile in un Paese di azzeccagarbugli)? Saremo ancora in una situazione drammatica per “lavoro” e “povertà diffusa”? “Emergenza”?

Nelle interviste rilasciate dopo l’annuncio, il sindaco-candidato ha messo avanti alcuni paletti e probabilmente annuncerà ulteriori “indirizzi” e ne parleremo a tempo debito ma quello che per il momento mi ha lasciato sorpreso è:” Mi voglio circondare di quarantenni”.

Cosa vuol dire? Ovviamente non solo quelli che hanno quarant’anni nel 2021 ma diciamo chi ha un’età attorno ai quaranta. Vogliamo dire tra i 35 e i 45?

Se così fosse, visto che l’età media dell’attuale Giunta nel 2021 supera i cinquant’anni, molti assessori dovrebbero esser lasciati a casa.

Questo per dire che le barriere dell’età sono una grande sciocchezza: Piero Bassetti l’anno prossimo ne compie 92 e lo vediamo tenuto in gran conto e consultato mentre potrei citare tanti dei cosiddetti quarantenni che davvero sarebbero da lasciare a casa e che invece calcano il proscenio della politica.

Diciamo allora che l’età di per sé non è né un merito né un demerito: conta la testa.

Lasciando da parte queste divagazioni veniamo al sodo: si è aperta la campagna elettorale e qui ci risiamo con la maledetta legge sugli enti locali perché il meccanismo previsto per il rinnovo di sindaco e consiglieri produce alla fine un proliferare di liste locali in appoggio al presunto candidato vincente, ognuna con un suo capolista candidato sindaco con la speranza di raccogliere un numero sufficiente di voti che siano indispensabili al momento dell’apparentamento per il secondo turno, necessari per raccogliere i voti sufficienti a vincere il ballottaggio. Le liste in appoggio al candidato tra primo e secondo turno trattano e mercanteggiano per eventuali incarichi nel caso in cui il copolista o qualcun altro risultassero eletti in Consiglio Comunale. Un meccanismo che male rappresenta i cittadini, meglio il vecchio.

Troppi editoriali ho già scritto nel 2016 – l’anno delle ultime amministrative – elencando i difetti di questo sistema elettorale e non voglio ripetermi.

Quello che invece pavento è l’avvio di una campagna elettorale di Sala che parti con sé i soliti tavoli, tavolini, esperti, insomma tutto l’armamentario che tante volte ho citato come ingegneria del consenso, per produrre alla fine un documento che, come dice brutalmente un vecchio amico gran conoscitore di “cose” politiche: il programma, se tutto va bene, lo leggono in pochi” e la percentuale dei lettori tra gli elettori, questo lo aggiungo io, non arriva all’un per mille.

Fare Milano” l’operazione di consulto della città dovrebbe aver fornito, se ve ne fosse stato bisogno, opinioni e idee e che, come ho scritto, non ha interessato gran che al di fuori degli esperti e dei diretti partecipanti. Una operazione quando la seconda ondata di Covid era stata ampiamente annunciata. Non è un bagaglio di suggerimenti sufficiente? Ripetiamo un rito analogo?

Ma come potrà essere il programma elettorale?

Non certo come l’ultimo (130 pagine) dal quale possiamo ricuperare solo il titolo MILANO OGNI GIORNO, OGNI ORA perché probabilmente ci saranno scelte da fare ogni giorno e ogni ora su quasi tutte le questioni che non richiedano strategie di lungo periodo ma su queste ultime non basterà annunciare principi ma dare delle indicazioni precise: cosa, come, in che tempi, con quali alleanze sociali e con che strumenti di controllo sull’andamento delle attività.

E, di nuovo, con che orizzonte: 6 mesi? Un anno? Due?

Una novità interessante sarebbe che il candidato sindaco sciogliesse alcuni nodi che ha ben presenti perché dietro c’è un’attività civica di dissenso forte: che succederà a San Siro, chi “comanderà” sulle operazioni “Scali”, che ne sarà dell’area di Via Forze armate”, che ne sarà di Città Studi, chi estrarrà ricchezza dalla città e a beneficio di chi, rifare un Piano di Governo del Territorio attento alle nuove realtà, un vero piano delle periferie, la transizione verde che non è solo piantare alberi? Che ne sarà della Città Metropolitana? Gli elettori ne sarebbero grati.

L’elenco potrebbe continuare con questioni ancora più puntuali.

C’è un’ultima considerazione: nessuno sa quando potremo dire di avere il Covid alle spalle e persino che, se pure come minaccia latente, non ce ne libereremo mai.

Che programma fare? Come ho detto sopra “ogni giorno, ogni ora”?

In questa situazione il sindaco, vecchio o nuovo che sia, per essere credibile dovrebbe annunciare chi saranno i suoi assessori: uomini competenti, di esperienza, di grande onestà intellettuale, profondamente rispettosi del bene pubblico.

Questa sarebbe la condizione per valutare veramente le intenzioni del Sindaco, mostrare la squadra che lo supporterà in questa lunga salita di uscita dal Covid.

Non lo farà, non glielo lasceranno fare i Partiti perché non riusciranno, come sempre, a mettersi d’accordo prima del ballottaggio.

Tuttavia i connotati della squadra potrebbero convincere molti degli incerti, soprattutto a sinistra a dargli il voto.

Aspettiamo le prossime mosse.

Luca Beltrami Gadola



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  1. Cristina SimoniniSala nel suo discorso di ricandidatura del 7 dicembre ha parlato di nuovo inizio, di non voler proseguire come fin qui. Sarebbe un bel segnale di discontinuità e di autonomia raccogliere quanto qui si suggerisce: PRIMA delle elezioni indicare la squadra di assessori. Tanto i partiti di centrosinistra se lo voteranno comunque, vista la dichiarata "felicità" immediata, e gli elettori avrebbero contezza dell'attendibilità dell'annuncio di discontinuità.
    16 dicembre 2020 • 02:15Rispondi
  2. Annalisa ferrarioBe', sarebbe una buona cosa se almeno Sala annunciasse che rifarà quel patetico e ripugnante PGT. Servirebbe un vero progetto per la città, non quella robaccia. Se poi lo fa con i quarantenni o i sessantenni, poco importa. Saluti
    16 dicembre 2020 • 07:59Rispondi
  3. Fausto BagnatoNon avete ancora capito che a Sala non importa continuare a fare il Sindaco di Milano. Si e' stancato del giocattolo. Per il momento contigente, si candida, ma pensa ad obiettivi piu' ambiziosi che potrebbe raggiungere anche da perdente. Vi immginate Beppe Sala come leader della coalizione di opposizione nel Consiglio Comunale? Non durerebbe neanche 60 giorni.
    16 dicembre 2020 • 10:43Rispondi
  4. Danilo PasquiniE' dura ma anche semplice. Non vediamo intorno a noi figure che abbuino un carisma tale da farci pensare a come saranno le elezioni POLITI/AMMINISTRATIVE o AMMINISTRATIVO/POLITICO del prossimo anno. Sentiamo un fragoroso silenzio nel palco di palazzo Marino - giustappunto fronteggiante LA SCALA vero teatro con veri palco e platea - al quale corrisponde un altrettanto fragoroso silenzio nella grade platea cittadina e metropolitana. La pandemia comincia a dare i suoi frutti e la fuga generale pare confermare un paventato e oscuro mutamento storico. TV giornali social non evidenziano QUALCUNI e qualcosa assomigli o dica effettivamente un programma di immediato e lungo respiro - è il Covid? - per questa terra lombarda. Non solo ma egualmente non ci sono prospettive in terra italica, europea forse nel mondo intero. E' la paura che ci ferma l'intelligenza "creativa" e la volontà conseguente che la determini.
    16 dicembre 2020 • 19:25Rispondi
  5. Marco PompilioSarò forse una voce fuori dal coro, ma sulla base dell’esperienza del mandato che si sta chiudendo mi domando se l’attuale Sindaco sia la persona più adatta per guidarci nella fase di uscita dalla pandemia che caratterizzerà il prossimo mandato. Torna a mente a fine febbraio scorso la campagna #milanononsiferma, errore che dopo qualche tempo lo stesso Sindaco ha riconosciuto (vedere i quotidiani del 23-24 marzo 2020). Uno scivolone può capitare a tutti, ma ci sono altri e più consistenti motivi di perplessità. Nel mandato che si sta chiudendo ha usato le proprie capacità manageriali per valorizzare l’immagine della città, il cosiddetto brand Milano, sfruttando abilmente lo slancio di Expo. Ma ha lasciato indietro problemi sostanziosi come, per fare solo due esempi, gli scali ferroviari e il rapporto con la Città metropolitana. Non ha mai cercato di nascondere lo scarso interesse per quest’ultima, pur ricoprendo la carica di Sindaco metropolitano. Nell’intervista di giovedì sul Corriere parla di periferie e “città in 15 minuti, fondata sulla prossimità”, ma si ferma ai confini amministrativi del Comune capoluogo. Forse che non sono milanesi anche le periferie che si trovano oltre questi confini? Nei comuni dell’hinterland, fino al Ticino o all’Adda, vivono gran parte dei pendolari che lavorano nel capoluogo e che con le loro competenze professionali fanno funzionare Milano. Capoluogo e Città metropolitana esistono in stretta simbiosi, nei fatti, ma la politica non sembra accorgersene. A questo ha portato l’assurda legge istitutiva della Città metropolitana prevedendo che il Sindaco metropolitano sia eletto dai cittadini del comune capoluogo: le periferie degne di attenzione sono solo quelle interne ai confini amministrativi di Milano. La pandemia sta cambiando molte cose, anche se è ancora presto per prevedere in che modo cambieranno. Lo scopriremo strada facendo. Se come sembra una percentuale significativa di lavoro sarà in remoto anche dopo, avremo ricadute sui trasporti pubblici, sui flussi di traffico, sui fabbisogni insediativi residenziali e terziari (nel capoluogo così come nei comuni periferici), sui servizi per quei pendolari che trascorreranno una parte del loro tempo lavorativo in un comune lontano dagli uffici del capoluogo. Il tema dei servizi di prossimità di cui parla il Sindaco nell’intervista di giovedì non esiste solo nelle periferie di Milano, ma anche nei comuni periferici della Città metropolitana. Con cambiamenti di questa portata è probabile che nel dopo pandemia i destini del capoluogo e della Città metropolitana saranno legati ancora più strettamente di quanto non lo siano stati fino ad oggi. Milano si riprenderà se l’area metropolitana funziona. Capoluogo e altri comuni non sono in contrapposizione, sono parte di un unico organismo, metropolitano. La cooperazione è sempre stata necessaria, anche se poco praticata. Nel dopo pandemia lo sarà ancora di più, sarà una priorità, a partire proprio dalla ricerca di soluzioni ai problemi lasciati dalla pandemia. Non servono atteggiamenti verticistici né tantomeno soluzioni calate dall’alto. Serve dunque un Sindaco, che sarà anche Sindaco metropolitano, che sappia curare e sviluppare le relazioni interistituzionali, sappia dialogare con gli altri comuni, sappia cucire le relazioni e fare emergere le potenzialità esistenti nel territorio metropolitano tutto e lo faccia muovere come un organismo unico. Gli Amministratori e i cittadini degli altri comuni si devono sentire parte integrante e importante di questo organismo. Le persone intelligenti sanno riconoscere i propri errori e i propri limiti e sanno anche reinventarsi se le condizioni al contorno sono mutate. Arcipelago Milano potrebbe su questa strada sollecitare il candidato Sindaco, così come gli altri candidati che emergeranno nei prossimi mesi. Ci riuscirà se sarà in grado di attrarre e dare voce a quei cittadini metropolitani che non abitando nel capoluogo non possono votare il Sindaco metropolitano.
    20 dicembre 2020 • 11:14Rispondi
  6. DanieleE’ riprovevole e molto, che da qualche tempo ci siano queste apparizioni sui social, del Signor Sindaco, dei suoi assessori più affezionati e maldestri, che con una buona dose di faccia di tolla si supportino a vicenda. (in precedenza assenti) Il Signor Sindaco, si incensa con la beneficenza consegnata a mano con tanto di fotografie, gesto di signorilità molto bassa, sicuramente non meritevole e non degna di Milano, l’Assessore alle strade sfumatamente ci racconta dove beve il cappuccino con brioche, il mattino con tanto di indirizzo, l’Assessore al Verde li supporta con entusiasmo per piste ciclabili e quant’altro di ridicolo come i pattini ed il bosco di spelacchi mai visto tra l’altro, ecc. ecc. tutto questo fatto con quell’entusiasmo che lascia trapelare qualche legittimo dubbio, che sia interesse più personale che comunitario, mentre la Città migliora dal lato estetico e lievita in altezza, coprendo e omologando il territorio, mentre le cose serie di comunità sono lasciate a loro stesse, anzi a noi, che possiamo solo essere osservatori, che immagino esprimeremo il nostro pensiero quando sarà il giorno che diverremo votanti. (spero, sempre che Democrazia sia ancora vigente)
    24 dicembre 2020 • 09:52Rispondi
  7. Vincenzo RobustelliPerchè il discorso di Montanari su Firenze non vale anche per Milano?
    25 dicembre 2020 • 15:36Rispondi
  8. Maurizio SpadaSono d'accordo con te Luca, mi pare necessario che il candidato sindaco, proprio perchè responsabile diretto della Giunta, prima delle elezioni indichi la squadra, infatti l'attuale non ha convinto nessuno e in questa situazione di emergenza è estremamente importante sapere i nomi, spero che la butade dei quarantenni sia solo una battuta di spirito.
    2 gennaio 2021 • 08:48Rispondi
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