4 luglio 2020
IMPARARE A COOPERARE, CONTRO COVID-19
Collaborare come massimo piacere e dovere della vita
4 luglio 2020
Collaborare come massimo piacere e dovere della vita
“A Rose non piaceva quel lavoro, ma ne conosceva i vantaggi, segreti e manifesti. Alla fine di ogni giornata, un uomo dall’aspetto serioso, un dentista, gli consegnava un involto con alcune otturazioni d’oro: una goccia, rispetto a quanto affluiva alla direzione del lager, ma la moglie di Rose aveva già messo da parte un paio di chili di prezioso metallo. Era il loro futuro radioso, il sogno di una vecchiaia tranquilla che si esaudiva. Rose era stato un ragazzo debole e spaurito, incapace di lottare davvero per la vita. Ma non aveva mai dubitato che il partito avesse un unico scopo: il bene dei più deboli e dei più piccoli. E già sentiva su di sé gli effetti benefici della politica di Hitler: era un uomo piccolo e debole, ma per lui e la sua famiglia, ormai, la vita era decisamente più facile, più bella“.1
Soldato tedesco nel Sonderkommando camere a gas di Auschwitz, Rose “aveva fatto il callo al suo nuovo lavoro, ma non gli piaceva“2. Nella pandemia globale di Covid-19, noi pure rischiamo di farci il callo, ma non ci piace. Come Rose, possiamo semplicemente adattarci. Umile sterminatore, Rose non pensava agli inalienabili diritti poi proclamati nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani approvata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948 a Parigi, dove il 27 agosto 1928 aveva già avuto luogo la Signature du pacte générale de renonciation à la guerre, base giuridica del processo di Norimberga ai criminali nazisti. Da due guerre mondiali e genocidi abbiamo imparato, e tutti insieme realizzato, qualcosa di fondamentale per un futuro senza più guerre e genocidi.
Diversamente da fascismo, nazismo e da ogni -ismo della storia, Covid-19 assassina senza pregiudizi, ma sfrutta anch’esso le nostre debolezze e divisioni e anche in questo caso la nostra salvezza dipende dall’imparare la lezione personalmente, socialmente e politicamente per poi lavorare insieme e non cascarci più, su scala globale perché su questa scala agisce Covid-19: insieme se ne esce, divisi no. Per ora solo l’UE sembra averlo compreso, dimostrazione che noi europei qualcosa abbiamo imparato dai disastri da noi stessi provocati, perché imparare e agire insieme di conseguenza è l’unico rimedio alla nostra stolidità, che sempre accompagna e aggrava i disastri, quando non li provoca.
Nonostante la rivoluzione digitale, il globale è ancora troppo ineffabile – questione di tempo, che però manca nell’invasione tribale Covid – mentre molto concrete sono le diverse strategie e pratiche di presidio sanitario territoriale che hanno segnato la sorte tanto tragicamente diversa di Lombardia e Veneto, ex lombardo-veneto ora ipoteticamente Lega.
Stiamo imparando l’ “Abc” delle mascherine e del distanziamento sociale alla lavagna della vita quotidiana e per l’esame di maturità politica dobbiamo apprendere a lavorare insieme, non gli uni a prescindere dagli altri, o magari gli uni contro gli altri come nella fola della concorrenza competitiva. A competere sono solo le tribù Covid contro di noi gregge umano.
Una conoscente psicanalista mi ha accennato al richiamo che su alcuni pazienti esercita l’idea di opporre la forza alla forza di Covid-19, confusi forse dal fatto che Covid colpisce più gli umili, va da sé, tanto più numerosi dei potenti che li umiliano, i quali sono però impotenti contro Covid proprio per ciò che li fa sembrare – sembrare – potenti tra gli umani: l’incapacità di imparare al fine di lavorare insieme.
Che invece è nostra vita e destino, oggi anche per l’interazione tra pandemia e finanza che azzera i sovranismi e impone intelligenza e governo condivisi in quello che un servizio da Johannesburg/Madrid/Parigi/Roma definisce: “The new normal. Covid-19 is here to stay. The world is working out how to live with it. People will have to change their behaviour to prevent second waves of the virus“3.
Intelligenza e governo condivisi sono necessari anche ai mercati: “I mercati si affidano ormai a due sole bussole, quella della rivoluzione digitale, accelerata dalla crisi sanitaria, e quella delle banche centrali, che sommergono l’economia di dollari o euro per attenuare l’impatto della catastrofe economica. La Borsa pratica così il suo esercizio preferito: danzare in cima al vulcano“.4
In prima linea su entrambi i fronti, a Milano e in Lombardia abbiamo il vitale interesse – piacere e dovere insieme – a investire sul nostro futuro comune: sanità pubblica, istruzione pubblica, ricerca pubblica. Il resto viene di conseguenza: l’abbiamo già fatto col miracolo economico, ora dobbiamo farlo su scala almeno europea. Buon lavoro.
Giuseppe Gario
1 Vassilij Grossman, Vita e destino, trad.it. Adelphi 2008, p. 463
2 ibidem
3 “La nuova norma. Il Covid-19 è arrivato per restare. Il mondo sta cercando di capire come conviverci. Le persone dovranno cambiare i loro comportamenti per evitare una seconda ondata di contagi.” (The Economist, International, Jul 4th 2020, online).
4 Philippe Escande, «Tesla: “Ceci n’est pas un constructeur automobile”», Le Monde. La lettre éco, 02/07/2020, online