11 giugno 2020

LAURA CONTI: (QUASI) 100 ANNI DI SALUTE E LA SICUREZZA

La scomoda lezione di una lungimirante intellettuale milanese


Laura Conti (1921-1993) è stata una politica, ambientalista, medico e scrittrice, protagonista della vita politica milanese e lombarda nei cruciali anni ’70. Le sue idee appaiono quanto più attuali e attuabili in questa fase di ripresa “post-Covid-19”.

ballabio-2La saggezza del prima non regge a quella del poi. Ne sapeva qualcosa Cassandra, ma anche una modesta e geniale intellettuale milanese, divulgatrice scientifica e militante politica, che nei cruciali anni ’70 insinuò nel discorso politico più consapevole la seguente equazione: “essere rivoluzionari nel campo sociale e conservatori in quello naturale”. Parliamo di una donna dimessa e gentile, lucida e lungimirante: Laura Conti.

L’apparente ossimoro “conservatori e rivoluzionari”, oggetto all’epoca di commenti ironici, si è tuttavia avverato – ma al rovescio – nel successivo quarantennio: da un lato la reazione/restaurazione in materia sociale e dall’altro l’eversione/sconvolgimento nei confronti dell’equilibrio naturale. La somma non è zero ma, come nel teorema di Carlo M. Cipolla, tende verso il segno meno su uno – se non su entrambi – gli assi del diagramma vantaggi/svantaggi, per sé e per gli altri.

Anche allora, 1976, fu l’inedita emergenza sanitaria ed ambientale di Seveso, pur limitata ad un ristretto territorio, a concentrare l’attenzione generale su una cruciale riflessione civile e politica con risvolti economici rilevanti. La produzione industriale non doveva più essere considerata come variabile indipendente bensì doveva misurarsi con altri fattori: la salute dei lavoratori e dei cittadini, e le ricadute sull’ambiente in termini di emissioni, scarichi, smaltimento rifiuti.

ballabio-1Dalla discussione e dalle azioni sul campo – che fare per monitorare e tutelare le popolazioni intossicate dalla diossina? come disinquinare i fabbricati ed i terreni contaminati? – Laura Conti risalì ad una organica elaborazione del pensiero ecologista e riuscì a esporlo in forma rigorosa, ma popolare e comprensibile a tutti. Ne nacque una generazione di attivisti e militanti ambientalisti, poi invero non sempre dimostratasi all’altezza della sfida iniziale.

Profetica la denuncia della Conti riguardo i danni dovuti all’impermeabilizzazione del suolo – sua la richiesta di salvare in particolare i corridoi verdi circostanti il corso dei fiumi – ed i rischi idrogeologici derivanti dall’abbandono dell’agricoltura di collina e dei borghi rurali isolati.

Giusto un decennio dopo, nel 1986, Laura Conti sarebbe stata protagonista di un’altra memorabile battaglia politica, scientifica e culturale a proposito della già avviata costruzione in Italia delle centrali nucleari. Come si usava allora, certamente nel PCI, la discussione prima di diventare pubblica doveva svolgersi dentro gli organi dirigenti di partito.

Laura si batté con fermezza per frenare la corsa al nucleare quale fonte di energia diffusa, rischiosa e innaturale tanto per l’impatto catastrofico di possibili incidenti quanto per la difficoltà di smaltire le scorie radioattive in tempi non geologici. La contro-argomentazione, sostenuta con forza dal segretario provinciale Luigi Corbani, mostrava che invece le centrali erano installate in numerosi paesi industrializzati, compresa l’Unione Sovietica dove erano sorte anche accanto a grandi città.

La discussione, a livello milanese, si concluse il 6 marzo al Congresso provinciale quando la mozione antinucleare fu respinta per poche voti. Dopo qualche settimana, il 26 aprile, il mondo avrebbe conosciuto la tragica esplosione di Chernobyl.

Rilevante inoltre l’impegno di Laura Conti nelle istituzioni: consigliere prima provinciale e poi regionale dalla fondazione (1970-80), allorché le prime due legislature della neonata Regione Lombardia videro un uso virtuoso della conquistata autonomia.

Su impulso della mitica terza commissione sorsero i primi consultori familiari, i servizi di medicina del lavoro, i consorzi sanitari di zona che spostavano l’asse degli interventi dai ricoveri ospedalieri alla prevenzione-cura-riabilitazione sul territorio. Tutte preziose anticipazioni dell’organica riforma sanitaria del 1978. Inutile citare il ruolo decisivo della Conti nella elaborazione politica e legislativa al riguardo.

Oggi, in piena crisi pandemica, globale ma segnatamente lombarda, bisognerebbe forse non solo ricordare ma recuperarne l’insegnamento.

Valentino Ballabio

P.S.: Approssimandosi la ricorrenza del centenario della nascita sarebbero auspicabili iniziative, comunali o non, per ricordarne la figura, l’originalità e l’attualità del pensiero.



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  1. Oreste PivettaArticolo molto bello e giustissimo ricordo di un'intellettuale, che seppe anticipare allora temi fondamentali che ottennero un riconoscimento politico molti anni dopo. Giustissimo sollecitare iniziative pubbliche sulla sua figura e sul suo lavoro.
    17 giugno 2020 • 00:50Rispondi
  2. Giovanni PerosinMi corre l'obbligo di ringraziare l'estensore della nota che non solo ci ricorda una grande insegnante politica ed istituzionale, ma ci riporta alla memoria anche un'epoca in cui la"POLITICA" effettivamente aveva la "P" maiuscola ed era attiva, con i suoi valori di ispirazione culturale ed i suoi progetti di emancipazione delle classi meno abbienti, indicando ed attuando scelte coerenti anche nella gestione del territorio e per la salute dei lavoratori. E sono grato anche ad Oreste Pivetta per l'invito teso a promuovere iniziative utili a diffondere la conoscenza di coloro che hanno a quei tempi svolto iniziative scevre da opportunismo esprimendo posizioni lungimiranti anche in contrapposizione ad enunciati consolidati nei gruppi dirigenti.
    19 giugno 2020 • 02:17Rispondi
  3. Antonella NappiLaura Conti riempi le aule del Poliitecnico di Milano e chissà quante in Italia con L' Università Verde degli anni ottanta, con le sue lezioni sulla scienza e la politica. Dovevamo essere paladini di connessioni tra specializzazioni e settori del sapere, lavorare al contrario della parcellizzazione della scienza. Lavorare di umanizzazione del sapere, noi, tutti quanti aveva conquistato: una marea di impiegati e studiosi, lavoratori sfruttati che trovavano con lei parole chiare. Ci informava perché non ci facessimo abbindolare nella delega alle tecniche. E molto è rimasto nella società, in tutte le associazioni territoriali degli ambientalisti.
    23 giugno 2020 • 12:20Rispondi
  4. Angela AlioliCondivido appieno il giudizio su Laura Conti come geniale intellettuale e anche eretica e sobria e appassionata politica e.. Dal suo incontro con la gente di Seveso nel 1976 sono scaturite riflessioni e pratiche che ispirano il nostro Circolo a lei titolato. Ogni anno il 10 luglio ricordiamo l’evento diossina e quanto abbiamo imparato e quanto ci resta da studiare.. Quest’anno sarà in videoconferenza e ci farebbe piacere inviarle un invito se vorrà darci un recapito. Grazie. Angela Alioli
    25 giugno 2020 • 08:27Rispondi
  5. Paolo Ferrariograzie per questo bell'articolo di su una grande donna che è stata tante cose: medico, amministratrice locale, consigliera regionale, romanziera, studiosa ambientalista e tanto altro ancora. Laura è stata una mia amica nei lontani anni '70 e '80 e a lei ho dedicato vari appunti dei MEMORIE E RICORDI: https://mappeser.com/category/autori/conti-laura/
    1 luglio 2020 • 14:48Rispondi
  6. Valeria fieramonteHo scritto un libro su Laura Conti, titolo ' la via di Laura Conti' casa editrice enciclopedia delle donne. It, cercando di riassumere la storia personale e il ricchissimo pensiero, credo di aver ottenuto un buon risultato...
    17 marzo 2021 • 19:34Rispondi
  7. maurizio acerbol'incontro con Laura Conti ha cambiato la mia vita
    29 marzo 2023 • 00:45Rispondi
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