1 giugno 2020

LA METROPOLI “PULSANTE”. IERI E DOMANI?

Covid-19 e Città Metropolitana


Guardare solo a Milano e ai suoi strumenti urbanistici pensando alla ripartenza con le trasformazioni che saranno necessarie è riduttivo. Pensiamo quantomeno alla Città Metropolitana ma anche andando oltre.

L’Area Metropolitana, di Milano, è da sempre un “pulsare” quotidiano di relazioni, soprattutto tra il centro ed i comuni limitrofi, ma anche oltre (Bergamo, Brescia, ecc.): di persone, d’idee, di lavoro, di merci, di socialità. Il tessuto urbano di Milano, con questo “frenetico pulsare”, di fatto si è propagato a livello regionale, come una “ragnatela” quasi fino ai confini. Di fatto è una “Città-Regione”, e di ciò, la “carica virale” ha potuto godere per propagarsi in maniera rapida e feroce.

PTR – Regione Lombardia con evidenziate, le conurbazioni metropolitane, in VIOLA Milano ed in FUCSIA Bergamo e Brescia (Elaborazione Centro Studi P.I.M.- 2010)

PTR – Regione Lombardia con evidenziate, le conurbazioni metropolitane, in VIOLA Milano ed in FUCSIA Bergamo e Brescia (Elaborazione Centro Studi P.I.M.- 2010)

I contagiati da Covid19, a Milano, al 12 maggio 2020 erano 9.122, con una popolazione di 1.404.239 unità; mentre nei restanti comuni della Città Metropolitana, alla stessa data erano 12.504, con una popolazione di 1.862.814. In Lombardia, il 12 maggio, i contagiati da Covid19 erano 82.904, ed i morti 15.116, con una popolazione di 10.088.484 – (https://bit.ly/2ybaYxW); 60 giorni prima, il 15 marzo, i contagiati erano 14.649, con 1.420 decessi.

Risulta quindi molto difficile, e forse inutile, separare, differenziare il centro dalla periferia, come fa ancora una certa intellighenzia milanese. Così come durante il “Lockdown”, anche il periodo, post Covid19, dovrà essere gestito e progettato, ratificando questa relazione intima, ed inscindibile, tra città e territorio circostante allargato.

L’aria, in questi luoghi, è pessima durante i mesi invernali (https://bit.ly/2Z9xFgN), in grado di uccidere come e più del Covid19, addirittura sembra che agiscano assieme (https://bit.ly/2WA0vFm). Si continua, però, a proporre soprattutto per Milano, un modello radiocentrico, di alta densità, di pendolarismo, di volumetrie insediate nel Piano di Governo del Territorio (PGT 2030) che rasentano la follia edificatoria, prona ai voleri dei capitali immobiliari soprattutto stranieri. Il “rassicurante” marketing ecologico/verdeggiante, costellato di eventi e manifestazioni internazionali, voluto dal manager-sindaco Sala, fa illudere i più che sia consentito non adottare immediatamente delle radicali soluzioni alla riduzione del particolato nell’aria (https://bit.ly/2LA72dc).

Un’immagine del Centro Storico di Milano in una giornata con la qualità dell’aria pessima – Foto autore articolo

Un’immagine del Centro Storico di Milano in una giornata con la qualità dell’aria pessima – Foto autore articolo

Certo alcuni architetti, con il daimon del “verde”, già codificano la vita urbana del futuro post Covid19 a Milano. Tanto verde su tetti e facciate, boschi urbani dovunque ( https://bit.ly/3dUjPmQ ).

Gli fa eco l’amministrazione comunale, che ravvede nel vigente PGT 2030, già i contenuti di questa “epifania verdeggiante”; e rimanda eventuali “varianti puntuali”, ad una verifica, in autunno, dell’andamento del mercato immobiliare e della pandemia, come dichiarato di recente ( https://bit.ly/2zPEgSX ).

Forse avrebbe più senso ragionare, fin da subito, per ragioni sanitarie, su un vero policentrismo territoriale di funzioni, e su corridoi verdi, che spezzino quello che sembra un “disegno urbanistico perverso” (spezzettato a scala: comunale, metropolitana, regionale) che di fatto non è più governabile, nonostante gli strumenti urbanistici vigenti, affidato come è, quasi solamente alle pulsioni immobiliari private.

Mappa interattiva delle principali trasformazioni in atto a Milano e dintorni ( https://bit.ly/367OhHa )

Mappa interattiva delle principali trasformazioni in atto a Milano e dintorni ( https://bit.ly/367OhHa )

Infatti soprattutto nei comuni di “corona”, che hanno densità urbane ed inquinamento dell’aria, paragonabili, se non peggiori di quelle di Milano, il decorso pandemico è stato molto pesante (https://bit.ly/3dQmmy6), ed hanno in atto dei PGT che nell’immediato futuro, prevedono l’insediamento di entità volumetriche (residenziali, commerciali, ecc.) particolarmente vaste.

Un’immagine dalla Torre Unipol del nord Milano – Foto autore articolo

Un’immagine dalla Torre Unipol del nord Milano – Foto autore articolo

Emblematico il caso di Sesto S.G., dove il progetto di riqualificazione delle ex Acciaierie Falck, oggi Milanosesto (https://bit.ly/2WXIUGI), ancora in fase di bonifica, si apprestava a ripartire, prima della pandemia, dopo che l’immobiliare americana Hines e il gestore di fondi immobiliari Prelios, con il supporto di Intesa San Paolo, hanno deciso di acquisire lo sviluppo edilizio (https://bit.ly/2z7MQfQ).

L’obiettivo è quello di riqualificare un’area di 1,45 milioni mq. (https://bit.ly/2AzQO1m), uno dei più grandi sviluppi immobiliari privati europei, del valore di circa 4 miliardi di euro. 15 mila nuovi abitanti previsti. Basti pensare che tutti gli scali ferroviari dismessi di Milano, in riqualificazione, ammontano “solo” ad una superficie di circa 1,25 milioni di mq.

Il vero e proprio “innesco pubblico” di tutto l’intervento sulle ex Aree Falck, sarà la “Città della Salute e della Ricerca”, che raggrupperà l’Istituto neurologico Besta e l’Istituto nazionale dei tumori, ambedue oggi con sede a Milano, che hanno firmato l’accordo, per la gestione del nascente complesso (fine lavori 2024), lo scorso febbraio.

Immagini delle ex Aree Falck a Sesto S. G. - Foto autore articolo

Immagini delle ex Aree Falck a Sesto S. G. – Foto autore articolo

La pandemia, di Covid19, ha palesato la necessità di prendere dei provvedimenti urgenti, per un ritorno ad una visione globale di pianificazione del territorio in cui insiste Milano, superando le letture spezzettate per competenze amministrative: inquinamento, piste ciclabili, trasporti, ecc.. Contrastare o ritardare questa necessità “sanitaria”, come sembra fare l’amministrazione milanese, può solo agevolare il ritorno di una nuova aggressione pandemica.

Dario Sironi



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  1. davidePiù che pulsante, direi puzzante, basta un poco di circonvallazione e la pillola va giù....😅😅😂🤣
    22 giugno 2020 • 09:35Rispondi
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