20 aprile 2020

PRIMA LA GOVERNANCE POI I MERCATI

Le lezioni dalla pandemia COVID-19


Dobbiamo riaffermare il ruolo centrale di un settore pubblico efficace, reattivo e capace nel rispondere ai bisogni della società, in modo resiliente e tempestivo. Per l'implementazione degli SDG la governance dovrebbe essere contestuale, adattiva e resiliente. L'Agenda 2030 è una buona tabella di marcia per guidare gli investimenti sostenibili.

 

Fotografia di Nicolò Maraz

Fotografia di Nicolò Maraz

Siamo ancora nel mezzo della prima pandemia di questo secolo, ma non è mai troppo presto per trarre lezioni sulla governance e capire come possono essere utilizzate per favorire le transizioni sociali promosse dall’Agenda 2030. Tre prime lezioni riguardano: il valore di un efficace settore pubblico, l’importanza di una governance culturalmente sensibile e la fattibilità di un cambiamento trasformativo.

Stiamo riscoprendo il settore pubblico

La prima osservazione non è una grande sorpresa. I paesi con un settore pubblico funzionante, che offre servizi sanitari per tutti, sono meglio attrezzati per affrontare la pandemia, rispetto ad altri che hanno privatizzato l’assistenza sanitaria. L’assistenza sanitaria basata sul mercato utilizza la stessa strategia delle società di vendita al dettaglio, vale a dire consegne puntuali, scorte limitate e alta dipendenza dalla logistica. Questo spiega perché molti ospedali non dispongono di scorte di emergenza d’indumenti protettivi e maschere facciali.

Inoltre, nei sistemi sanitari privatizzati manca una visione a lungo termine. L’austerità seguita alla crisi finanziaria globale del 2008 ha aggravato la situazione: in diversi paesi è stata abolita la pratica del fare previsioni a lungo termine e del fare ricorso a consulenti indipendenti che preparano i governi a ” pensare l’impensabile “.

Nel frattempo la globalizzazione ha aumentato la probabilità e la vulnerabilità alle catastrofi globali e ha diminuito la resilienza di molte economie. Inoltre, come hanno osservato il CEPA delle Nazioni Unite dal punto di vista politico e Mariana Mazzucato  dal punto di vista economico, per decenni abbiamo sottovalutato il ruolo del settore pubblico. Il mantra del “meno governo” ha comportato una pubblica amministrazione e servizi pubblici meno efficaci e disprezzo per il valore creato dal pubblico. Mariana Mazzucato chiede di ripensare il ruolo delle politiche e del settore pubblico e di ridefinire il modo in cui misuriamo il valore nelle nostre società.

Quindi, la prima lezione riguarda la necessità di riaffermare il ruolo centrale di un settore pubblico efficace, reattivo e capace nel rispondere ai bisogni della società costruendo la resilienza e affrontando le crisi quando si presentano.

Una governance efficace è contestualizzata

La seconda lezione riguarda l’efficacia una governance pubblica contestualizzata. Anche questa non è una grande sorpresa. Anche i mercati sono sensibili al contesto, ma per uno scopo diverso (ad es. per rilevare specifici segmenti di mercato e flussi di entrate). I governi devono essere sensibili ai valori e alle tradizioni nazionali. Come Monika Sie ha osservato nel quotidiano olandese NRC del 20 marzo 2020, i cittadini in Cina hanno reagito diversamente al virus rispetto ai Paesi Bassi. Nella cultura collettivista della Cina, le persone indossano maschere per proteggere gli altri, mentre nella cultura individualista olandese, le persone indossano le stesse maschere per proteggere se stessi – o non le indossano affatto. Allo stesso modo, le persone in Cina accettano regole severe più facilmente che in paesi come i Paesi Bassi. Le politiche dei diversi governi colpiti dal virus, in questo momento stanno sfruttando queste differenze culturali, (ampiamente studiate da Geert Hofstede con il modello Cultural Compass), concentrandosi, ad esempio nel caso di Cina e Paesi Bassi, rispettivamente sulla responsabilità collettiva nei paesi asiatici e sulla responsabilità individuale nei Paesi Bassi. Gli olandesi chiamano il loro limitato lockdown “distanza sociale intelligente”, perché nella loro cultura è considerato intelligente essere individualisti. Forse per compensare questo, lo slogan nazionale Covid-19 è “Solo insieme possiamo vincere”.

La lezione, in coerenza con l’implementazione degli SDG è che la governance dovrebbe essere contestuale, adattiva e resiliente, come illustrato dalla teoria e dalla pratica della metagovernanza. Per restare al precedente esempio, il governo cinese e quello olandese pensano di raggiungere i loro obiettivi usando metodi profondamente diversi.

Una rapida trasformazione sistemica è possibile

La terza lezione è che è possibile in ogni paese una trasformazione sistemica rapida e senza precedenti, a condizione che i termini della crisi siano chiaramente inquadrati e sentiti diffusamente. Un disastro richiede accettazione dello stile di comando della leadership e capacità di controllo da parte della stessa (nei paesi individualisti con guanti morbidi per “coccolare il dolore”). Questo stile di leadership sta emergendo nelle risposte a Covid-19, sebbene non sostituisca approcci collaborativi.

Improvvisamente, i governi sono pronti a liberare enormi fondi per il sostegno e la ripresa socio-economica durante e dopo i blocchi provocati dal corona virus. Questi investimenti dovrebbero essere utilizzati per sviluppare nelle società e nelle loro economie una più alta resilienza agli shock dirompenti.

L’Agenda 2030 è una buona tabella di marcia per guidare tali investimenti sostenibili. Anche gli investitori privati ritengono che questo sia un approccio intelligente: dall’inizio della crisi del corona, i fondi azionari sostenibili nel complesso sono andati meglio dei loro concorrenti convenzionali.

Siamo a un bivio

Non possiamo permetterci che i finanziamenti legati a Covid-19 supportino un futuro non sostenibile. Prendere decisioni sbagliate ora peggiorerà in modo irrimediabile i danni già causati dai ritardi nel raggiungimento degli obiettivi dei SDG-2030. Ritorneremmo indietro di anni, si interromperebbero le tendenze virtuose emerse in materia di finanziamento, bilancio e appalti sostenibili. Questo è un rischio reale. Durante la crisi del 2008 abbiamo visto quanto potenti attori finanziari ed economici globali siano stati in grado di mobilitarsi contro il cambiamento strutturale delle loro pratiche ’as usual’ (insostenibili). Ugualmente, gli interessi acquisiti che difendono l’economia del carbonio sono diventati molto rapidi nell’organizzare processi di comunicazione e a fare lobby contro investimenti sostenibili e – in Europa – il Green Deal europeo.

Remare contro l’Agenda per la sostenibilità sarebbe in netto contrasto con l’accelerazione della sua applicazione. Ciò comporterebbe non solo elevati costi umani, ma metterebbe anche a rischio la continuità dell’accordo di Parigi e gli impegni a sostegno dei paesi meno sviluppati.

Per concludere, occorre andare al di la dei mercati per realizzare cambiamenti sostenibili. Speriamo che il blocco del virus corona dia ai decisori tempo sufficiente per riflettere sulle conseguenze a lungo termine delle loro azioni.  Il Comitato di esperti delle Nazioni Unite sulla pubblica amministrazione (CEPA), il Comitato delle Nazioni Unite per la politica di sviluppo (CDP), gli Stati membri delle Nazioni Unite e le parti interessate, possono approfondire la breve analisi di questo articolo e sono graditi contributi per definire un percorso accelerato e trasformativo del settore pubblico ora e per il nostro futuro.

Louis Meuleman

Membro del Comitato ONU per la Pubblica Amministrazione (CEPA), Prof. alle Università di Leuven, Wageningen e Boston

Prima pubblicazione: International Institute for Sustainable Development- SDG Knowledgwe Hub, 7 Aprile 2020



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  1. Giorgio FortiIL mio scopo è comunicare un breve commento a due lavori di esperti, che cito doverosamente alla fine. Il Corona virus Covid19, è l’ultimo di una serie di 7 precedenti Corona Virus, diffusi in Occidente negli ultimi 60-70 anni. I precedenti Corona erano responsabili di "influenze" che colpiscono l'apparato respiratorio, di varia gravità. Il primo articolo che commento (vedi alla fine), pubblicato su Nature, dimostra che il nuovo Covid19 ha un genoma di 1500 triplette di basi, e differisce dai precedenti per due segmenti di oligonucleotidi uno di 20 e l'altro di 30 triplette, collocati in posizioni diverse della sequenza di 1500. Questo ha permesso ai ricercatori di preparare degli anticorpi che riconoscono il nuovo Covid19 da qualsiasi altro virus, quindi di saggiare con sicurezza la presenza del Covid19 in catarro o tampone faringeo delle persone infettate. Occorre amplificare il RNA-DNA del virus con la Polymerase Chain Reaction, (PCR), uno strumento disponibile in qualsiasi laboratorio di biologia molecolare, che...dovrebbe essere disponibile, insieme ai ricercatori e medici che lo sappiano adoperare e leggerne i risultati, in ogni Ospedale. E' noto che non è questa la realtà: il personale sanitario non era né addestrato a questa emergenza, né dotato delle attrezzature necessarie a farle fronte, e neppure delle protezioni personali più semplici, come le mascherine, il che ha provocato le tragiche morti che sappiamo. Dunque, il Covid19 si distingue dai precedenti Corona virus. Siccome sembra essere comparso per mutazione di uno dei precedenti Corona virus (vedi articolo di Nature), deve avere in comune con uno o più di quei virus un certo numero di tratti del genoma, e quindi avere degli antigeni comuni: cioè, gli anticorpi formati contro uno o più dei predecessori Corona dovrebbero essere attivi contro questo "nuovo" Covid19. Su questa ipotesi lavorano i migliori laboratori del mondo: in Cina, USA, GB, Francia, Italia, Israele ed altri Paesi. Questo fatto è comunicato al pubblico in molti Paesi, ma non in modo facilmente comprensibile. In Italia i grandi media, telematici o cartacei, danno informazioni parziali e talmente deformanti da terrorizzare la grande massa della popolazione. La paura non è mai buona consigliera, e la gente terrorizzata fa spesso le peggiori scelte di comportamento: dall’obbedienza pedissequa alle norme dettate in modo irrazionale, alla ribellione spaventata. In altri Paesi l’informazione è molto più vicina alla realtà che vorrebbe rappresentare, e tuttavia non soddisfacente. Ho visto giorni fa, al giornale televisivo ARTE.TV, (che trasmette da Strasburgo in francese, tedesco, inglese, spagnolo e portoghese ma non italiano, sebbene dia le notizie del nostro Paese con molta simpatia per gli italiani) la notizia che gli ospedali francesi hanno deciso di praticare sui ricoverati per positività al Covid19 la trasfusione di sangue da individui precedentemente infettati (o vaccinati) negli anni scorsi contro uno o l'altro dei Corona virus. Naturalmente, richiedendo la accettazione scritta del paziente. I risultati positivi sono statisticamente significativi, ma su un numero ancora troppo piccolo di pazienti per trarne conclusioni generali. Questa terapia, priva di rischi seri, è stata consigliata da grandi ospedali francesi. La razionale mi sembra più seria, e meno rischiosa, dei tentativi a casaccio di farmaci come gli antimalarici o gli anticoagulanti, che si stanno facendo in Italia. Un'ultima nota: quando si comunica al pubblico, con tutti i media possibili, che ci sono stati in un certo periodo di tempo79 morti in Lombardia (o infettati, o guariti) bisognerebbe dire anche quale è il numero totale della popolazione a cui ci si riferisce):79/5milioni=0,000015, cioè 0,0015%. E' un'epidemia? Una pandemia sì, se si definisce "pandemia" una infezione osservata in tutti i Paesi del mondo, o quasi tutti. Sembra logico pensare che la scarsa aggressività del Covid19 che tutti possono vedere dai dati pubblicati dalle autorità nazionali, (https://lab24.ilsole24ore.com/coronavirus/?cmpid=nl_morning24), e da fonti indipendenti, sia dovuta al fatto che molti abitanti del nostro Paese sono immuni dal Covid19 per l’esser stati precedentemente immunizzati da precedenti infezioni di uno degli altri Coronavirus o dalle vaccinazioni contro di essi. Questa ipotesi spiegherebbe anche il fatto che alcuni laboratori universitari o di Corporazioni del Farmaco si siano dichiarati in grado di produrre un vaccino contro il Covid19 in 3-4 mesi, il tempo necessario per compiere le ultime sperimentazioni richieste per ottenere il brevetto e commercializzare il prodotto. https://www.nature.com/articles/s41591-020-0820-9, https://www.thelancet.com/pb-assets/Lancet/pdfs/S0140673620306930.pdf
    22 aprile 2020 • 18:59Rispondi
  2. STEFANO COZZAGLIOLe informazioni sono rilasciate in maniera assolutamente disorganizzata . Non esiste una maniera uniforme e quindi confrontabile secondo le diverse aree . Non c'è confronto tra le morti che avvenivano negli altri anni e per altre regioni . Col fatto che ci siano gli infetti asintomatici ( che cioè appaiono come i sani ) non sapremo mai a che punto è arrivato il contagio e , peggio ancora , quanti sono i guariti . Se a questo aggiungiamo tutta una lunga serie di reticenze e menzogne sul vero stato della malati a carico dei paesi infettati , della organizzazione mondiale della sanità e di molte fonti di informazione risulta evidente come si è arrivati a questo punto
    23 aprile 2020 • 16:42Rispondi
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