22 marzo 2020

QUEL FILO SOTTILE: QUALITÀ DELL’ARIA E COVID-19

Perché il Coronavirus ha trovato in Lombardia “terreno” fertile


PER COMINCIARE: Perché il COVID-19 sta colpendo la Lombardia così duramente? Una delle risposte bisogna cercarla nella qualità dell’aria che respiriamo, che ha raggiunto livelli di inquinamento altissimi proprio durante i mesi precedenti all’esplosione dell’epidemia.

Che collegamento c’è fra lo scoppio dell’epidemia di Coronavirus in Lombardia e la pessima qualità dell’aria registrata in questa regione dallo scorso dicembre fino a metà febbraio? Se questo è il periodo in cui, secondo i ricercatori, il virus ha iniziato a circolare nel nostro paese è lecito domandarsi se la pessima qualità dell’aria lombarda possa aver giocato un ruolo, e quale, nella rapida e micidiale diffusione del virus.

Senza aver l’ambizione di trarre conclusioni può però servire condividere alcune informazioni. Per oltre due mesi, dall’inizio di dicembre alla prima settimana di febbraio 2020, le concentrazioni di particolato, PM10 e PM2.5, e NO2, biossido di azoto, in Lombardia sono state pressoché costantemente ben oltre i limiti di legge. Dopo un dicembre irrespirabile, a metà febbraio erano già stati consumati in Lombardia i 35 giorni annui di superamento del limite dei 50 µg/m3 concessi dalle norme europee per il PM10.

Scorrendo i giornali ci si avvede di come, all’aumentare delle concentrazioni di inquinanti, i medici ospedalieri abbiano denunciato in quei giorni sulla stampa, come tante volte in passato, l’aumento degli accessi al pronto soccorso di bambini e adulti per l’incremento di patologie respiratorie. Livelli e concentrazioni di inquinanti spaventosi, quelli Lombardi, spesso visualizzati dal satellite dell’agenzia spaziale europea ESA Copernicus e da un’efficace immagine dalla stazione webcam di Porta Nuova scattata l’8 gennaio a Milano, nella quale appunto, è impossibile vedere alcunché.

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da sinistra a destra: la stessa veduta di Porta Nuova l’8 gennaio, l’8 febbraio, l’8 marzo. (webcam)

da sinistra a destra: la stessa veduta di Porta Nuova l’8 gennaio, l’8 febbraio, l’8 marzo. (webcam)

E’ solo un caso che il virus abbia scelto, per la sua diffusione in Europa, la pianura padana e, di tutte le regioni padane, la più inquinata? Forse non del tutto.

Nel 2013 un gruppo di ricercatori cinesi ha provato ad analizzare la porzione di particolato atmosferico consistente nei microorganismi inalabili, per intenderci batteri, virus e funghi1. La loro ricerca ha mostrato che al crescere delle concentrazioni di particolato si verificava un incremento dei microrganismi nell’aria. Ovvero: più erano elevate le concentrazioni di inquinanti nell’aria maggiori erano le quantità di microrganismi patogeni nell’aria di Pechino. Se la conclusione dello studio cinese fosse confermata, si potrebbe supporre che, giunto in Italia a cavallo fra il 2019 e il 2020, il virus abbia trovato in Lombardia terreno – anzi aria – assai fertile per la sua diffusione.

Non solo. I risultati della ricerca scientifica ed epidemiologica sull’inquinamento atmosferico dell’ultimo ventennio indicano ormai chiaramente che l’esposizione dell’organismo umano a concentrazioni elevate di inquinanti atmosferici ha, fra gli altri, effetti irritanti sugli organi rendendoli più esposti, fragili e suscettibili a infezioni e patologie di varia natura. Tra questi, la letteratura ha ormai tratto un collegamento diretto fra l’infiammazione delle vie aree per l’esposizione agli inquinanti atmosferici e lincremento di incidenza di bronchiti, polmoniti, casi di asma, oltre che tumori ai polmoni2.

Domandarci quindi se la popolazione lombarda, alla quale lo studio VIIAS3, che nel 2015 ha studiato l’incidenza sanitaria dell’inquinamento nel nostro paese, riconduce circa un terzo della mortalità che si verifica in Italia per l’inquinamento atmosferico, possa essere più esposta, più suscettibile all’esplosione dell’epidemia di Coronavirus a causa dell’inquinamento atmosferico, è legittimo, anzi, indispensabile. Lo stesso Bruce Aylward, capo della delegazione dell’Organizzazione mondiale della sanità a Wuhan, ha recentemente parlato, a proposito della diffusione del virus in Cina a carico dei più giovani, di cofattori
incidenti fra i quali il 
fumo4, al quale l’inquinamento può certamente essere assimilato5.

Siamo allora sicuri che non vi sia un filo sottile che lega l’inquinamento lombardo e la diffusione così massiccia del virus in Lombardia? Che il propagarsi dell’epidemia in Lombardia non sia stata, insomma, sostenuta indirettamente dagli effetti dell’assenza di quelle politiche volte al miglioramento della qualità dell’aria?

Politiche essenziali per la salute dei cittadini che gli stessi amministratori oggi invocanti il rigore ignorano in modo caparbio, insensato e colpevole da anni. Trasporti puliti e collettivi, supporto alle città per la creazione di aree a bassissime emissioni, intermodalità, ciclabilità diffusa, utilizzo di carburanti non solidi per il riscaldamento, agricoltura sostenibile6.

Ora è pandemia. Che ruolo ha avuto, su questa tragedia mondiale, la stolta mancanza di politiche per tutelare l’aria che respiriamo7?

Anna Gerometta

1 Inhalable Microorganisms in Beijing’s PM2.5 and PM10 Pollutants during a Severe Smog Event, Cao et al. Environ. Sci. Technol. 2014, 48, 3, 1499-1507.

2 Fra i più recenti Griegg “Air Pollution and Respiratory Infection: An Emerging and Troubling Association” solleva il tema nel 2018 facendo riferimento a uno studio sui bambini virus sinciziale; uno studio recente sui ricoveri da influenza a New York “Associations between Source-Specific Particulate Matter and Respiratory Infections in New York State Adults” Environmental Science & Technology 2020 54 (2), 975-984; ed infine un recente studio che evidenzia l’alterazione del sistema immunitario “Air pollution and its effects on the immune system” del 30.1.2020, Drew A. Glencross et al.

3 VIIAS: www.viias.it, Metodi per la Valutazione Integrata dell’Impatto Ambientale e Sanitario dell’inquinamento atmosferico.

4 Intervista a Bruce Aylward su VOX del 4 marzo 2020.

5 Recente studio che, in riferimento alla funzionalità polmonare, assimila l’impatto da esposizione all’inquinamento a quello al fumo, “Association Between Long-term Exposure to Ambient Air Pollution and Change in Quantitatively Assessed Emphysema and Lung Function”. JAMA, 2019; 322 (6): 546 DOI: 10.1001/jama.2019.10255

6 Nel 2018, alla vigilia delle elezioni amministrative regionali, Cittadini per l’aria ha lanciato un appello e manifesto affinché i candidati si impegnassero ad attivare politiche molto più incisive al fine di ridurre gli inquinanti atmosferici.

7 Dal 2017 Cittadini per l’aria è in causa con la Regione al fine di ottenere il miglioramento della pianificazione regionale sulla qualità dell’aria.



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  1. Valeria fieramonteHai ragione, Brava Anna Gerometta! Si spera di vederti presto in qualche ruolo pubblico
    25 marzo 2020 • 16:06Rispondi
  2. VincenzoE' ciò che dico da tempo!!! Brava!!!!
    1 aprile 2020 • 09:08Rispondi
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