19 marzo 2020

DIFESE IMMUNITARIE E TECNOLOGIA

Perché la politica deve iniziare a difenderci anche dalle reti wireless?


PER COMINCIARE: Che l’inquinamento indebolisca il sistema immunitario, si sapeva. Quello di cui si è assai meno consci è che anche le reti wireless (3G/4G/5G) nuocciono alle nostre difese – eppure la loro diffusione è molto meno regolata di altri tipi di inquinamento. In un momento in cui lo Stato dice di voler mettere la salute dei cittadini al primo posto, bisogna soprattutto far luce su temi finora ignorati.

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Nel testo di Ronald N. Kostoff The Largest Unethical Medical Experiment in Human History (2020) della School of Public Policy, Georgia Institute of Technology vengono riportati gli effetti negativi sulla salute delle radiazioni wireless, validati in numerosi studi.

L’autore ipotizza un collegamento della radiazione wireless all’esacerbazione della pandemia di coronavirus in corso; ha prove concrete ma non ancora convalidate, dunque pone soltanto questa ipotesi per ulteriori ricerche: le radiazioni wireless, indebolendo il sistema immunitario, aumentano le probabilità che l’esposizione al coronavirus (o qualsiasi altro virus) si traduca in sintomi e in malattia.

Questa considerazione discende dall’esperienza dei trattamenti analizzati per la SARS, l’epidemia prodottasi in Cina nel 2002 e 2003 che fece 8000 malati in tutto il mondo: ne morirono il 10%, la maggior parte aveva più morbilità ed un sistema immunitario molto fragile.

L’epidemia si concluse senza farmaci e senza vaccini perché non funzionarono, e non soltanto per igiene e quarantena, ma anche per il fatto che molti cittadini avevano un forte sistema immunitario.

Lo scoprirono dopo l’epidemia molti medici in diversi paesi, soprattutto in Asia, analizzando tutti gli esami del sangue in loro possesso fatti per altre cause, non per sintomi da SARS: riscontrarono che molti cittadini avevano aggiunto gli anticorpi della SARS al loro sistema immunitario originale.

Serve un forte sistema immunitario

Avere un forte sistema immunitario che permette una transizione graduale del sistema immunitario adattivo al sistema immunitario innato è stata l’unica difesa intrinseca che ha funzionato! Per questo secondo l’autore l’approccio migliore e più realistico per la difesa contro qualsiasi potenziale attacco virale sta nel rimuovere gli stili di vita immuno-degradanti ben prima di qualsiasi epidemia. In tal caso, il sistema immunitario sarebbe sufficientemente forte da essere in grado di gestire da solo l’esposizione virale senza l’insorgere di sintomi gravi.

La linea di fondo è che le esposizioni a tutti gli stimoli tossici esogeni immuno-dannosi (incluse, ma non limitate a, le radiazioni wireless) devono essere rimosse prima che la resistenza ai virus di qualsiasi tipo possa essere sostanzialmente migliorata.

La sovrapposizione della tecnologia di rete mobile 5G su un ambiente di radiazione wireless tossico già incorporato (4G, 3G, ecc.) aggraverà la miriade di effetti negativi sulla salute già dimostrati e insisterà nella direzione di fare una immensa ricerca disumana sulla popolazione del pianeta, obbligata a fungere da cavia.

Lo Stato ha bisogno di noi

La salute deve essere messa al centro della politica, affermano le donne del gruppo Difendiamo la salute da diversi anni, mentre ancora oggi sono i cittadini a dover scoprire e denunciare i danni alla salute a cui sono esposti dal mondo imprenditoriale e da quello politico per scopi economici, e intanto questi diffondono prodotti e consumi prima di conoscerne le nocività potenziali per la salute pubblica.

In questi giorni la salute è al centro della nostra attenzione e lo Stato è dalla nostra parte: ci informa, ci chiede aiuto perché ha bisogno di noi. Non ha vaccini da vendere, non ha un sistema sanitario che possa curarci tutti e subito – la nostra quantità esigerebbe che pagassimo di tasca nostra i costi del personale e delle attrezzature, lo faranno i ricchi nelle strutture private e noi pure in seguito, immagino, perché la spesa sarà enorme –, al momento lo Stato ha bisogno di noi per ritardare e contenere il contagio.

E noi pure siamo costretti alla prigionia dalla paura di morire, ci rendiamo conto di quanto sia facile perdere la vita, quanto sia importante non permettere alla nostra salute di non decadere: cioè di quanto sia importante mantenere un buon sistema immunitario!

Oggi ci invitano a considerarci una comunità solidale, a comprendere che ciascuno può infliggere danni a tutti gli altri, ma sappiamolo: chi più ha potere più ne infligge, ci porta dove non sa, seguendo soltanto il suo tornaconto. L’impiego della tecno-scienza crea condizioni sociali e ricadute sulla salute che nessuno valuta, mentre la capacità di previsione e i principi di precauzione dovrebbero essere interrogati dalle Istituzioni e dalla politica per salvaguardare le società e le popolazioni dall’essere vittime dei mercati.

Ci dovrà ringraziare lo Stato con un cambio di rotta che ci consideri cittadini con corpo, e noi forse non ci faremo più prendere alla sprovvista delegando tutto il nostro mondo a pochi miliardari nel pianeta e politici irresponsabili.

Antonella Nappi

Sociologa dell’ambiente, si occupa a Milano di Politica Sociale, Sociologia della Salute e della Medicina, Studi di Genere

Questo articolo fa parte del Dossier speciale Coronavirus, su cui la rivista “.eco” ha aperto il dibattito, con un focus particolare sul rapporto ambiente-salute-educazione ambientale



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  1. antonella NappiLA RICERCA fatta da medici sulle analisi del sangue di chi NON si era ammalato di SARS è stata fatta SOLO sulle analisi del sangue di chi non aveva avuto la malattia. Così si scoprì che molte persone avevano sviluppato gli anticorpi senza accorgersene. Questo è scritto nell'originale di .ECO
    25 marzo 2020 • 11:10Rispondi
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