24 febbraio 2020

CORONAVIRUS: EPIDEMIA O PANDEMIA?

L’Italia, il terzo paese al mondo ad essere colpito. Un curioso silenzio altrove


Una drammatica atmosfera manzoniana si respira in Lombardia, in questi giorni. Era il 1630 quando la peste infuriò con particolare virulenza nella città di Milano, allora tra le più popolose della regione, decimando la popolazione. A portare il bacillo erano stati i lanzichenecchi, le truppe tedesche al comando del generale Albrecht von Wallenstein. Ora a infuriare è un virus molto resistente, verosimilmente di origine animale, che è riuscito a riprodursi nell’uomo. Il coronavirus (SARS-CoV-2), con sindrome respiratoria acuta grave, si è diffuso rapidamente in tutta Wuhan (provincia di Hubei) e in altre province della Cina, fino ad arrivare in Italia.

Nel mondo, sono 2.704 i morti finora a causa del Coronavirus, di cui 2.594 in Cina. I contagiati sono 80.289 (di cui 77.660 in Cina), e 27.840 i guariti. Le cifre risultano dal sito di monitoraggio del Center for Systems Science and Engineering della Johns Hopkins University (*). Lo spettro clinico di questa infezione varia da casi lievi a critici. Come altre malattie respiratorie, l’infezione da Coronavirus può causare sintomi lievi come raffreddore, mal di gola, tosse e febbre, oppure sintomi più gravi quali polmonite e difficoltà respiratorie. Anche se la mortalità (3,3%) è pari a quella di un’influenza, il virus è molto contagioso. Le persone più a rischio sono gli anziani e quelle con malattie pre-esistenti, quali diabete e malattie cardiache. Poiché al momento non sono stati identificati farmaci specializzati per il trattamento dell’infezione, il fondamento del trattamento è stata la terapia di supporto. I pazienti vengono trattati in modo isolato e i loro contatti stretti vengono messi in quarantena.

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I PRIMI DUE FOCOLAI: VENETO E LOMBARDIA

In Veneto, a Vo Euganeo, e in Lombardia, nel basso lodigiano, sono stati accertati i primi due focolai. La situazione più grave si è verificata nell’ospedale di Codogno, epicentro del virus. Il diffondersi di un’epidemia all’interno di un ospedale non è un caso nuovo. E’ accaduto per la Mers, a Seul, nel 2015. Purtroppo, nel caso del Coronavirus, l’ospedale si è trasformato in uno spaventoso amplificatore del contagio. La malattia è stata portata da un uomo per il quale non appariva un rischio correlato: non aveva avuto contatto con altri pazienti con la medesima patologia o provenienti da un Paese significativamente interessato dall’infezione. Chi è andato all’ospedale di Codogno non era stato in Cina e, fra l’altro, la persona proveniente da Shanghai, che a posteriori si era ipotizzato l’untore, è stato appurato non aver contratto l’infezione. Non si sa ancora chi ha portato nell’area di Codogno il Coronavirus. La caccia al paziente 0 è importate dal punto di vista epidemiologico, per capire se questo abbia infettato altre persone di altre città o regioni. Invece, sembra che sia stato un agricoltore di 60 anni, che per motivi di lavoro abbia passato del tempo a Codogno, a portare il virus a Vo Euganeo.

LE MISURE DI SICUREZZA

Siamo il terzo Paese al mondo a essere colpito dall’epidemia, dopo la Cina e la Corea del Sud. Abbiamo superato anche il Giappone. Oggi, 25 febbraio alle ore 12, il Commissario della Protezione Civile Angelo Borrelli ha dichiarato che in Italia sono 283 i contagiati (101 a Lodi), di cui 7 deceduti e 1 guarito. Ben 54 casi in più rispetto a ieri. In Lombardia sono 206 i contagiati attivi, di questi 76 (38%) sono ricoverati in ospedale, 21 (10%) sono in terapia intensiva e 109 (53%) in isolamento domiciliare. Il virus ha colpito più gli uomini (70%) che le donne (30%). Nel Veneto si sono registrati 38 casi, 23 in Emilia Romagna e 3 nel Lazio. Nelle ultime ore, 2 casi in Toscana e uno in Sicilia (la paziente però è bergamasca). I decessi (6 in Lombardia, 1 nel Veneto) riguardano persone anziane e quelle che avevano già un quadro clinico difficile. Importante è capire la via di propagazione del virus, che è contagioso già da molte ore prima dei sintomi. “C’è l’assoluta necessità di contenere le aree colpite” spiega Giulio Gallera, assessore al Welfare Lombardia. “Dal primo contagio, abbiamo investigato su persone malate, sui loro contatti, sui parenti, abbiamo fatto lo screening dei tamponi. Un lavoro gigantesco eseguito anche grazie alla protezione civile.”. Sono quindi scattate subito le misure di sicurezza. Isolata la ‘zona rossa’ di Codogno, Castiglione D’Adda, Casalpusterlengo, Fombio, Maleo, Somaglia, Bertonico, Terranova dei Passerini, Castelgerundo e San Fiorano con posti di blocco, divieti di entrare e di uscire, e l’invito a rimanere in casa.

La progressione del numero di infetti ha indotto il Governo ad alzare la soglia di tutela per circoscrivere il contagio. Così il 23 febbraio un’altra ordinanza, firmata dal ministro della Salute Roberto Speranza e il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, ha disposto una serie di provvedimenti per l’intero territorio della Lombardia. Il documento obbliga alla sospensione di alcune attività di pubblico richiamo. Scuole e luoghi di culto dovranno rimanere chiuse. Annullati eventi pubblici, feste e manifestazioni sportive. Sospesi i viaggi d’istruzione in Italia e all’estero. Chiusura di bar e locali notturni dalle 18 alle 6. Gli esercizi commerciali, all’interno dei centri commerciali, ad eccezione dei punti vendita alimentari, saranno inattivi sabato e domenica. Questo fino all’1 marzo, fatte salve eventuali e ulteriori successive disposizioni. Le indicazioni e i comportamenti da seguire sono stati indicati dal Ministero della Sanità e riportati nel seguente link: http://www.lombardianotizie.online/coronavirus-indicazioni/

Le precauzioni stabilite, un po’ tardive ma con effetto immediato, hanno causato una certa psicosi tra le persone, che subito hanno preso di assalto i supermercati per fare scorte alimentari. Su Amazon, l’amuchina ha raggiunto prezzi stellari. Un’ingiusta speculazione che va fermata. Il diffondersi a macchia d’olio dell’infezione potrebbe mettere a dura prova i reparti di terapia intensiva negli ospedali, specialmente se non sono adeguatamente attrezzati e se il numero dei pazienti aumentasse in modo esponenziale, nello stesso momento.

Molti medici, per non infettare le famiglie, stanno vivendo in ospedale e chiedono una maggior tutela: la necessità di un triage telefonico da parte dei medici di famiglia, per discernere i sintomi della malattia che spesso possono confondersi con una normale influenza, e solo dopo l’invio dei pazienti in ospedale. “Ci siamo trovati da un giorno all’altro con un picco di contagi, abbiamo dei piani a seconda dell’escalation dei contagi” ha dichiarato il Premier Giuseppe Conte, che da giorni sta coordinando i protocolli di sicurezza in concerto con i Governatori delle regioni. “Il Ministero della difesa ci ha messo a disposizione delle strutture per chi deve fare la quarantena” ha annunciato il Presidente della Regione Attilio Fontana. “Abbiamo due armi” ha spiegato il virologo Roberto Burioni. “L’isolamento e la diagnosi precoce.”

Bellon imm.

GLI EFFETTI SULL’ECONOMIA

La paura di una pandemia manda in tilt tutte le borse europee, e quella di Milano. Le restrizioni cautelative bloccano aziende, considerando che Lombardia e Veneto producono 1/3 del PIL del nostro Paese. Turismo, ristorazione e hotel stanno subendo una grande perdita. Insomma, si prevede uno shock peggiore della Sars, l’epidemia che colpì la Cina nel 2003. A dirlo è Carlo Cottarelli, direttore dell’Osservatorio sui Conti Pubblici Italiano. Il rischio è che il coronavirus diventi l’occasione per un cambiamento di umore dei mercati finanziari e per una revisione degli investimenti a danno delle attività e dei Paesi considerati più a rischio, compreso il nostro. “Certo” spiega Cottarelli “un forte rallentamento dell’economia mondiale potrebbe essere alleviato da politiche economiche espansive.  I tassi di interesse sono però già molto bassi. Alcuni Paesi potrebbero aumentare ulteriormente il proprio debito pubblico, ma lo stesso non vale per altri. Inoltre, alcuni dei problemi economici causati dall’epidemia, in particolare quelli legati al turbamento della «supply chain», non potrebbero essere curati da misure espansive sul lato della domanda. Le limitate revisioni verso il basso delle previsioni di crescita da parte di vari istituti (il Fmi ha ridotto le proprie stime di crescita per il 2020 di uno o due decimi di punto percentuale) sono da considerarsi ancora relativamente ottimistiche. Potrebbe finire peggio, soprattutto se i segnali di contenimento dell’epidemia delle ultime ore non fossero confermati.”.

AGEVOLAZIONI FISCALI PER ZONA “ROSSA”

Dopo il primo provvedimento per isolare i comuni focolaio, i tecnici del ministero del Tesoro sono al lavoro per scrivere un decreto con le misure di sostegno all’economia.

Sospensione degli adempimenti fiscali, dal pagamento dei tributi a quello delle rate della riscossione, dei ratei dei mutui ma anche delle bollette di energia elettrica. Sono alcune delle misure per fronteggiare l’emergenza coronavirus, con gli interventi economici a sostegno delle famiglie e i fondi di garanzia per le PMI delle zone colpite.

GLI AIUTI DALL’EUROPA

La Commissione Ue ha stanziato 230 milioni di euro per aiutare la lotta globale contro la diffusione del Coronavirus, che andranno a supportare misure di preparazione dei Paesi, anche extra Ue, finanziare la ricerca e permettere l’acquisto di materiale per favorire la prevenzione. Di questi circa 230 milioni, 114 andranno all’Oms per la preparazione globale, 15 andranno a Paesi partner per rafforzare la loro resilienza e preparazione al coronavirus. Altri 100 andranno alla ricerca per lo sviluppo di vaccini e cure che avranno un beneficio globale. Questi includono 45 milioni di contributi dall’industria farmaceutica, nel contesto delle partnership tra pubblico e privato.

IN ATTESA DI UN VACCINO

In uno studio pubblicato sulla nota rivista scientifica “The Lancet”, il 21 febbraio, un gruppo di scienziati cinesi ha studiato pazienti in condizioni critiche con polmonite da SARS-CoV-2 confermata, ricoverati all’ospedale di Wuhan Jin Yin-tan. Sono stati presi a campione 710 pazienti con polmonite SARS-CoV-2, in particolare 52 pazienti adulti in condizioni critiche. L’età media dei 52 pazienti era di 59 anni, 35 (67%) erano uomini, 21 (40%) avevano una malattia cronica, 51 (98%) avevano la febbre. Rispetto ai sopravvissuti, i non sopravvissuti erano più anziani. La maggior parte dei 52 pazienti presentava danni alla funzione degli organi: 35 (67%) con sindrome da distress respiratorio acuto, 15 (29%) con danno renale acuto, 12 (23%) con danno cardiaco, 15 (29%) con disfunzione epatica e uno (2%) con pneumotorace. 37 (71%) pazienti hanno richiesto ventilazione meccanica. L’infezione acquisita in ospedale si è verificata in 7 pazienti (13,5%). Nell’11,5% per cento dei casi la febbre non è stata rilevata all’insorgenza della malattia ma dopo 2-8 giorni dopo. Il ritardo della manifestazione della febbre ha ostacolato l’identificazione precoce dei pazienti infetti. Dall’esordio dei sintomi alla conferma radiologica della malattia la durata media era di 5 giorni, il che significa che esami radiologici precoci o ripetuti sono utili nello screening di pazienti infetti. Per quanto riguarda i test di laboratorio, la linfocitopenia si è verificata in oltre l’80% dei pazienti in condizioni critiche. Si è capito che il virus invade, danneggia e distrugge i linfociti, un tipo di globuli bianchi che rivestono vari ruoli nel sistema immunitario.

Cresce la ricerca scientifica per individuare un vaccino contro il Coronavirus. I ricercatori in Cina sono impegnati in una vera e propria corsa contro il tempo per sviluppare vaccini efficaci, avvalendosi di cinque differenti approcci tecnologici. Questi diversi metodi, ha spiegato il vicedirettore della Commissione Sanitaria Nazionale cinese, Zeng Yixin, prevedono lo sviluppo di vaccini inattivati; vaccini a sub unità geneticamente modificati; vaccini a vettore ricombinante basati su adenovirus; vaccini ad acido nucleico; e vaccini anti-influenzali con virus vivo attenuato.

Ma anche l’Australia ha concluso la sperimentazione in laboratorio del vaccino-candidato. Ad annunciarlo è il team di ricercatori dell’Università del Queensland che, dopo uno studio in laboratorio durato tre settimane, stanno così per procedere verso la sperimentazione sugli animali.

SIAMO DAVVERO IL TERZO PAESE CONTAGIATO?

C’è da domandarsi se solo in Italia siano stati effettuati gli screen dei tamponi. Il numero di contagi denunciati dagli altri Paesi europei, dove l’incidenza della presenza cinese sul territorio è conclamata, è troppo basso. Molte sono le multinazionali, con partecipazione cinese, nelle principali città europee. E altrettanto diffuso è il turismo. Eppure nemmeno un caso di Coronavirus, per esempio, nei Paesi Bassi, in Austria, in Ungheria o in Portogallo. Secondo i dati riportati dall’Economist, nel 2016 gli investimenti cinesi in Europa sono stati pari a 36 miliardi di euro, quasi il doppio rispetto all’anno precedente. Nel 2017 gli IDE cinesi in tutto il mondo sono leggermente diminuiti, ma la quota europea è salita da un quinto a un quarto del totale. Forse c’è qualcuno che mente oppure sono finiti i kit dei test. Del resto, anche nella “zona rossa”, in cui i kit dovrebbero pullulare, c’è qualche problema. “Ero stato convocato per fare un controllo ma mancano i tamponi” ha dichiarato Angelo Chiesa, sindaco di Bertonico, uno dei paesi italiani del focolaio.

NIENTE PANICO: IL VIRUS REGREDISCE IN CINA

Il dato positivo, dichiarato oggi dal Direttore generale dell’Organizzazione Mondiale Sanità Tedros Ghebreyesus, è che il picco dei contagi è stato toccato tra il 23 gennaio e il 2 febbraio e da allora è in costante calo. Nelle ultime ore, in Cina, i casi sono scesi a 460.

La dichiarazione dovrebbe diminuire il panico che si è diffuso, non certo la prudenza e l’osservazione delle norme imposte dalle autorità. “Da tempo studio la peste e la storia della peste” ha dichiarato l’infettivologo Massimo Galli “per certi versi sembra di leggere quello che ha scritto Boccaccio nel Decamerone nel sottolineare determinati comportamenti. Senza esagerare nei paragoni. E’ evidente che se da una parte è necessario prendere una serie di precauzioni, dall’altra una reazione di questo tipo da parte del pubblico finisce per essere molto più di danno che di vantaggio”.

Cristina Bellon

(°) In questo sito è possibile vedere i dati aggiornati in tempo reale.



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