7 febbraio 2020
LE GOOD NEWS DEL SINDACO SALA
Non sempre andare in televisione serve
Sala ha ripreso duramente la portavoce dei Verdi e assessora al Municipio 1 Elena Grandi per le critiche al taglio degli alberi in via Bassini e ha rincarato in aula consiliare, sostenendo che loro dovrebbero chiedere scusa agli italiani per il magro riscontro elettorale. Così è stato con chi ha criticato l’estemporanea domenica a piedi o il proposito di vietare il fumo alle fermate dei mezzi pubblici. Il sindaco ha parlato a nuora perché suocera intenda, a partire dalle piazze piene di sardine o di coetanei di Greta Thunberg, una narrazione affetta da strabismo. Reazioni sproporzionate, che non rivelano solo iattanza verso chi pretende di avere ragioni critiche ma la insofferenza e la stizza per la messa a nudo della politica della sua giunta sotto la patina ambientalista dopo tanti sforzi di marketing. Infatti due prominenti aspiranti sono intervenuti in soccorso: sul Corriere l’Assessore Pierfrancesco Maran sulle contestazioni per il taglio degli alberi al parco Bassini e sul consumo di suolo, sul Foglio Pierfrancesco Maiorino.
“Guardi, io posso rispondere con dati oggettivi: un ente terzo, l’Ispra, ha certificato che il consumo di suolo comunale nel 2018 è stato dello 0,06 per cento. Di fatto nullo. Giusto per dare un’idea: lo scorso decennio si attestava sopra il mezzo punto, e negli anni ‘60-’70 ballava tra 2 e 3 per cento. Il PGT rende non edificabile 1,7 milioni di metri quadrati. Quest’inverno stiamo piantando 20mila alberi, e centomila in provincia, con l’obiettivo di raggiungere i tre milioni nel 2030.“, ha detto Maran. 300,000 alberi all’anno? Non è vero, Assessore: i dati ISPRA del settembre 2019 riportano per il comune Milano un incremento del consumo di suolo dell’11,5%, altro che quasi zero.
Dalle pagine del Foglio Pierfrancesco Maiorino, oggi Parlamentare Europeo, rispondeva così: “Le critiche dei Verdi all’amministrazione di Milano sono sbagliate e ingenerose. Una valutazione, la loro, ridicola del lavoro fatto in questi anni. Poi ognuno reagisce con il temperamento che gli è proprio ma Sala ha ragione a dire ai Verdi che stanno dicendo una boiata pazzesca”. Polemiche evidentemente strumentali, funzionali ad una distrazione di massa rispetto alla parte nascosta alla vista dell’iceberg fondiario/immobiliare degli ex scali FS e delle Olimpiadi. Qui casca l’asino.
Proviamo a vedere, in un quadro sinottico, chi si muove, come, per cosa, dentro a quale inerzia, dietro alle luci degli spettacoli sportivi e immobiliari, dietro alla quantità di verde promesso a terra e in verticale. Qui l’inchiesta puntuale e le risposte alle domande precise di Report sono tanto imbarazzanti quanto esplicative. Il combinato con le Olimpiadi è preoccupante, non solo per i buchi lasciati dalle precedenti a Torino ripianati con fondi pubblici, per opere inutili come la pista di bob, utilizzata quattro volte e esposta a sud e oggi abbandonata, o per il villaggio olimpico abbandonato all’incuria anch’esso. Deve preoccupare il fatto che le prossime di Milano e Cortina vedono già infrastrutture che saranno pronte a olimpiadi terminate perché si era provato a non fare la Valutazione di Impatto Ambientale, invece necessaria.
Società e fondi offshore, che gestiscono società offshore e partnership offshore… sedi nel Delaware, quindi con anonimato garantito. Titolari effettivi sconosciuti. Ad oggi negli interventi di sviluppo urbanistico non vi è l’obbligo di dichiarare il titolare effettivo di chi investe. Il problema della trasparenza della titolarità dei fondi immobiliari, che stendono e firmano convenzioni con il Comune e investono nello sviluppo a Milano, non è quindi un obbligo normativo ma dovrebbe costituire la sostanza politica della legalità in democrazia.
Il sindaco Sala, alla specifica domanda della giornalista di Report Claudia De Pasquale sulla non trasparenza di coloro che investiranno 12 o 13 miliardi intorno al 2026 a Milano, risponde: “E questo è un punto”. Quale, signor sindaco?! Incalzato dalla considerazione della giornalista che gli dice “Questo per me è un problema”, Sala risponde “No, no, ci sono 12 o 13 miliardi di investimenti su Milano. Good news o Bad news per noi? È una good news con molta attenzione”. Quale attenzione, signor sindaco, riguardo alla natura costitutiva di chi compera e definisce parti strategiche di Milano? Quando? Con quali strumenti normativi, ad ora non previsti dal suo governo amico, né previsti prima dal governo amico del Presidente Fontana, l’altro contraente dell’Accordo di Programma sugli Scali nonché sulle olimpiadi? Ad esempio il villaggio olimpico, importo previsto 90mln, è da costruire sull’area dello scalo di Porta Romana, secondo l’Accordo di Programma sugli Scali ex FS. Il sindaco dice “Il punto è: perché un imprenditore privato deve realizzare il villaggio olimpico? Perché poi gli rimane e nel nostro accordo poi lo può utilizzare come residenza universitaria”. La plusvalenza dell’ADP dovrebbe dare al comune degli extra oneri (di urbanizzazione) per 350mln e non solo i 50 previsti, il tutto su un affare da 2Mld.
La giornalista a Sala: “L’impegno rispetto alle plusvalenze sono 50mln” e il sindaco: “Uhm…”. Poi la giornalista constata “Un po’ poco rispetto ai potenziali 350 che avreste già dovuto incassare?”. Il sindaco di Milano e di Milano Città Metropolitana, sospirando: “Possibile, possibile…un tema… tema complesso che probabilmente può anche essere rianalizzato ma non ho una risposta per dire il perché e il per come”.
Il perché è il per come? Nell’intervallo tra la bocciatura da parte del consiglio comunale dell’Accordo di Programma proposto dal sindaco Pisapia e dal Presidente della Lombardia Maroni e la successiva approvazione dell’ADP proposto da Sala e Fontana, accadde una compravendita. FS, attraverso la società di gestione del risparmio del ministero dell’Economia INVIMIT SGR, nel gennaio 2016, vendette 60 mila metri quadrati dello Scalo Farini a Savills Investment Management Sgr, società di gestione del Fondo d’investimento immobiliare Olimpia con sede a Londra. Un primo segnale di come funziona il business ce lo racconta questa vendita di questa piccola parte dello Scalo Farini fatto da FS.
Quindi: il fondo Savills acquista un immobile di pregio, in uno degli ex scali, ed è così ritenuto legittimato a sedere al tavolo che concorda l’Accordo di Programma relativo a tutti e sette gli ex scali. Il fondo Olimpia acquista questo immobile dal fondo Savills. Poi il fondo Mistral, gestito da COIMA, società interessata alla costruzione del villaggio olimpico nell’ex scalo di Porta Romana, compra l’immobile dal fondo Olimpia che così gli subentra a pieno titolo al tavolo dell’Accordo di Programma. Un investimento enormemente rivalutato con l’Approvazione dell’Accordo di Programma, visto che già nell’ottobre 2017 il fondo sovrano di Abu Dhabi ha offerto alla Savills 70 milioni di euro.
La giornalista pone una domanda logica “C’è chi ipotizza un possibile danno erariale su questa cosa”. Sala, allargando le braccia: “I danni erariali sono possibili su tantissime cose, obiettivamente, è un rischio del nostro mestiere”. Rischio? Mestiere? Quale mestiere quello di sindaco o di manager?
Claudia De Pasquale ha chiesto anche al presidente di FS Sistemi Urbani De Vito “Chi c’è dietro al fondo Olimpia, visto che ha aderito all’Accordo?”. De Vito: “Non lo so”, quindi De Pasquale: “Il fondo Olimpia, l’anno successivo, vende al fondo Mistral. Sa chi c’è dietro al fondo Mistral?”. “No”, allarga le braccia De Vito, “Non so”.
De Pasquale, giustamente, si è irritata: “Non si può non sapere con chi si ha a che fare!”. De Vito “Non conosco la natura degli investitori del fondo Mistral. C’è la società COIMA”. La giornalista ci riprova, rivolta a Sala “Noi sappiamo oggi chi è il titolare effettivo del COIMA MISTRAL FUND, cioè di questo fondo immobiliare?”. Risposta: “Non lo so”. “Anche sul fondo Olimpia. Chi c’è dietro?”, Sala non parla e allarga le braccia con un mezzo sorriso.
Ci sono o ci fanno? C’è da chiedersi cosa è peggio. Si sa chi sono i gestori del fondo in questione ma non chi sono i proprietari. Così è, se vi pare. Questo è ciò che è sotteso al fatalismo arrogante di De Vico e di Sala. Anche no, signor sindaco.
Milano è considerata un buon investimento, certo. Ma c’è anche il segno che si sta svendendo la città. Sono in ballo 1.200.000mq, serviti e collocati strategicamente, ci sono le olimpiadi e i soldi che muovono, ci sono interessi trasversali e investimenti azionari intrecciati.
Il Presidente del CONI Malagò ha dichiarato che “Le olimpiadi sono la strada che facilita la realizzazione delle opere”. Bene, sul 30% dell’ex scalo di Porta Romana si realizzerà anche housing sociale e una delle società che concorrerà al relativo bando sarà Investire SGR che ha già vinto un bando per la stessa tipologia abitativa in un altro degli ex scali ferroviari dell’Accordo di Programma. La giornalista di Report gli ha chiesto “Lei sa chi c’è dietro a Investire SGR?”. “No, non so chi c’è dietro a Investire. Chi c’è?”. “Banca FINNAT”. Nel CdA di Banca FINNAT, che ha il 50% di Investire SGR, c’è il socio di Malagò nella società GL Investimenti.
A metà del secolo il 70% della popolazione sulla Terra vivrà urbanizzata. Anche per questo è bene occuparsi della nostra città dei comuni metropolitani. A gennaio faremo il punto a Palazzo Marino con le associazioni, i comitati cittadini, i legali, gli economisti e gli urbanisti. Contiamo di formalizzare un osservatorio è una piattaforma utili ad avere un quadro tempestivo delle evoluzioni e delle implicazioni del combinato olimpiadi/fondi immobiliari/FS e pubbliche amministrazioni. Ragion di più per darci una mano con il crowfunding per il ricorso al Consiglio di Stato.
Fiorello Cortiana
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