4 febbraio 2020

LO STADIO MEAZZA NON SI TAGLIA A FETTE

L'ultimo episodio di un'imbarazzante vicenda di sottomissione


Editoriale

In questo momento a Milano ci sono almeno una decina di gruppi cittadini che contestano le decisioni del Comune in materia di urbanistica, di gestione del verde e più in generale di uso e trasformazione della città. I milanesi ormai non sono più la casalinga di Voghera, l’archetipo secondo Alberto Arbasino del buon senso lombardo, non si accontentano più di giudicare con equilibrio e ragionevolezza, ma reagiscono e s’incazzano, vogliono essere ascoltati e quasi mai ci riescono, però.

In ordine di tempo indigeribile è l’ipotesi del Sindaco di accettare la proposta di Inter e Milan che prevede la sopravvivenza del Meazza mutilato, proposta che s’inserisce in un quadro complessivo comunque difficilmente accettabile: la mutilazione e la sopravvivenza di un moncone del Meazza.

Vorrei parlare di storia, di progetto e della sua proprietà intellettuale.

Soprannominato la Scala del calcio o il tempio del calcio, è uno degli stadi più conosciuti a livello internazionale, oltre ad essere il più capiente d’Italia, potendo ospitare 75 923 spettatori. È stato inserito al secondo posto nella classifica degli stadi più belli del mondo redatta dal prestigioso quotidiano britannico The Times nel 2009. Inoltre, secondo i risultati di un’analisi condotta da Camera di commercio e Università degli Studi di Milano nel 2014, San Siro rappresenta uno dei massimi simboli della città dopo il Duomo e la Triennale. …. È uno dei quattro stadi italiani a rientrare nella Categoria 4 UEFA, quella con maggior livello tecnico” ( Wikipedia)

Di questo stiamo parlando.

Il progetto dell’ampliamento del 1990 fu firmato dagli architetti Giancarlo Ragazzi, Enrico Hoffer e dall’ingegner Leo Finzi, fu completato con un nuovo impianto d’illuminazione. Nell’estate del 2015 nuovi lavori hanno interessato il primo anello rosso. Il fossato presente tra la tribuna e il campo da gioco è stato colmato per la realizzazione di nuovi “ground box” con 140 poltroncine che consentono di assistere alla partita praticamente da bordo campo. Sono state inoltre eliminate le vecchie panchine semi-interrate e portate a livello del terreno, sul modello degli stadi inglesi e inglobate nei nuovi allestimenti del settore Pitch view. I Vip potrebbero accontentarsi.

Cosa si vuole oggi di più? Che cosa è improvvisamente cambiato nel mondo del calcio? Nulla. Adesso le squadre di calcio vogliono far soldi e il Comune dovrebbe dar loro una mano però quando leggi le cifre del calciomercato, cifre che somigliano a quelle di cui si discute nei bilanci pubblici, farsi delle domande è il minimo. Le squadre di calcio sono col cappello in mano come un povero mendicante?

Torniamo al progetto.

Quando un edificio assume il livello di simbolo di una città non lo si può manomettere e comunque lo Stadio Meazza ha tutte le caratteristiche di invenzione tali da dover essere tutelato dal diritto d’autore. La tutela del progetto ora spetterebbe all’architetto Enrico Hoffer, essendo mancati i suoi due partners ma l’ha fatto assai debolmente: ai tempi dei lavori sul Meazza era un architetto legato a Berlusconi e a Milano 2 e quindi al Milan. Allora la tutela spetta ai cittadini.

Non si può creare un “rudere” artificiale, Milano non è Disneyland e nemmeno Swissminiatur di Lugano. Tanto per capirci: i progetti di architettura non sono un salame che si taglia a fette!

Se mai, sciaguratamente, si decidesse di seguire quella strada bisognerebbe che questa mutilazione fosse fatta con un progetto che reinterpreti il Meazza e non tolga, per quanto possibile, valore al progetto con un grave ostacolo: il Meazza è un monumento, che non può essere schiacciato da altre strutture impedendone la vista o che incombano riducendolo a un nano che dà la mano a un gigante.

Bisogna valutare il progetto prima di decidere qualunque intervento. Le “archistar” che hanno invaso Milano cosa direbbero se vedessero un loro progetto mutilato? Il mondo dell’architettura è silenzioso. «Les affaires sont les affaires », come diceva Octave Mirbeau.

Luca Beltrami Gadola

P.S. Parlando d’attualità e visto che stiamo parlando di soldi, è proprio necessario mandar via la Scuola Montessori di via Milazzo, una gloria milanese oggi inquilina del Comune, per lucrare un affitto migliore sul libero mercato?



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  1. Massimina LauriolaGentilissimo Beltrami Gadola, sono d'accordo su tutte le considerazioni riguardanti lo stadio, da qualche tempo la nostra amministrazione comunale è disattenta alle promesse precedente fatte in particolare "basta alla cementificazione". Questo non è solo per lo stadio ma in giro per la città si vedono sorgere come funghi cantieri in tutte le zone. A questo si aggiunge il problema del taglio di alberi in molti quartieri, dove erano previsti parchi, argomento già trattato da lei. Grazie per tutte le segnalazioni di madornali errori che commette il nostro Comune.
    5 febbraio 2020 • 08:14Rispondi
  2. Gabriella BruschiGrazie della sottolineatura. Parlo a nome del comitato di coordinamento di San Siro. Abbiamo organizzato una tavola rotonda con architetti e ingegneri che hanno certificato che il Meazza si può ristrutturazione in toto, aggiungendo tutti gli optional più moderni. Senza bisogno di costruire un mostro accanto (vedi www.coordinamentosansiro.it) . La stessa dimostrazione è stata replicata in municipio 8 e in una commissione in Consiglio comunale. La giunta continua a ignorare questa possibilità e continua a seguire la strada della riduzione a rudere del Meazza e della costruzione del nuovo. Il problema è anche peggiore: se si riduce il Meazza, parte una spietata cementificazione anche nella parte dell'ex trotto (proprietà Hines che vuole l' abbattimento del Meazza) e - notizie recentissime- anche lo smembramento delle scuderie della pista di allenamento di via Pinerolo. In sintesi, abbiamo un'area verde a ovest di Milano, grande più di tre volte il parco di Berlino. I tedeschi se ne fanno un vanto. Noi la vogliamo distruggere. Mi chiedo, come possiamo fare per difendere questo polmone dei Milanesi?
    5 febbraio 2020 • 09:15Rispondi
  3. Marco PontiBravo Luca! Rispolvero la mia antica laurea in architettura, oggi che faccio l’economista, e dichiarò che SanSiro è proprio BELLISSIMO!
    5 febbraio 2020 • 10:29Rispondi
    • Paola CattaneoDello smantellamento delle piste di allenamento di via Pinerolo, é quasi certa, sta a tutti noi impedirlo, i loro progetti sono di costruire case centri commerciali, di conseguenza cementificare tutto, con la conseguenza di perdere quel poco verde rimasto a Milano
      5 febbraio 2020 • 11:28
  4. Giuseppe RosaGentile, apprezzo la vostra rivista e questo articolo. Dove posso trovare i dettagli del progetto monco? Grazie
    5 febbraio 2020 • 11:11Rispondi
    • Luca Beltrami GadolaQuello che lei solleva è un problema. Si parla di ridurre il Meazza senza capire comunque che la decisione al di là di una opposizione totale è strettamente legata al progetto che deve essere inserito nel più complessivo progetto di tutta l'area. Oggi di questo progetto non si sa nulla.
      5 febbraio 2020 • 11:26
  5. walter moniciGrazie di questo articolo chiarificatore. Evidente che l'abbattimento o riduzione sono il pretesto per l'uso dello spazio a fini edificatori. Meazza e s.Siro sono una icona di Milano, assurdo l'abbattimento di un'opera ancora perfettamente funzionante e patrimonio della collettività. Se una delle società che lo utilizzano vuole avere uno stadio più piccolo perchè non è in grado di riempirlo di tifosi che si faccia il suo stadio ad esempio nell'area giochi expo. L'altra società riempie regolarmente lo stadio attuale anche quando gioca con il Sassuolo e la capienza attuale è pienamente utilizzata. Le società calcistiche facciano l loro mestiere e non le immobiliari.
    5 febbraio 2020 • 11:21Rispondi
  6. danilo pasquiniBene ha fatto Luca Beltrami a riaprire il dibattito (solo dibattito?) che auspico diventi una santa crociata contro il cemento, le ruspe e i martelli pneumatici. La questione San Siro oltre che far capire al MONDO MILANO ( tutti i milanesi aborigeni, residenti, di prima seconda e terza generazione di immigrati magari dall'Hinterland, dal Veneto e dalle Calabrie o dal Senegal e dalla Cina e Giappone ...) quindi A TUTTO IL MONDO CHE è UN SACRILEGIO DETURPARE o DISTRUGGERE UN PEZZO DI ARCHITETTURA STORICA così come promettere grandi forestazioni urbane e poi abbattere l'esistente in cambio di cemento + o - armato di grattacieli con balconi su cui poggiano stentate alberature. La indifferenza e la caparbietà di amministratori sulla questione aperta con le loro tergiversazioni non porta che da una parte eseguire la FUCILAZIONE dello stadio e dall'altra ad un coro più o meno organizzato che reciterà "oh beji ! ph beji !"a bocca spalancata davanti al cosiddetto nuovo urbanesimo che nasce dalla SVENDITA DEL PATRIMONIO MILANO. Ho mandato un messaggio TIMIDO agli amministratori lo scorso dicembre senza risposta. Mi permetto di allegarlo anche oggi con un filo di speranza. “VERDE A SAN SIRO!” per restare in tema con salviamo il pianeta e non solo UNA PROPOSTA AGLI AMMINISTRATORI DELLA CITTA’ COSTRUIRE UN GRANDE PARCO CON UNA FORESTAZIONE URBANA DI PREGIO ATTORNO ALLO STADIO di SAN SIRO CHE DEVE RESTARE, ESSERE MANTENUTO ED USATO (da tutti e non “relegato” , sic dicunt!, al calcio femminile , che non va trattato di serie B e non vale meno di quello maschile tradizionale, storico mercantile) Uno strumento di rigenerazione urbana del quadrante nordovest della città è formare un parco attorno allo stadio che unisca il galoppatoio, la pista di allenamento, il Parco Aniasi (Trenno), le aree verdi che da via Bellaria corrono fino al Bosco in città e a Figino, e a sud di via Novara il Parco delle Cave ed i centri sportivi di Quarto Cagnino e Quinto Romano giù fino alla Piazza d’Armi. Parco e porta ovest di Milano Con i viali di città, il Monte Stella, il QT8, il Gallaratese verde, il (un) parco a City life, può essere l’ occasione per formare un percorso verde che dalla periferia si addentra nel cuore della Città esempio di rinnovamento urbano risanatore indicativamente valido anche per i Comuni ed i Municipi dell’intera Area Metropolitana. dp 7 dicembre 2019 danilo pasquini – dparch@tiscali.it – pasquini 3501@oamilano.it - (39)3356280240 E'' passato il tempo delle crociate che vorrei non avvenussero ma fossero sostiruite da ragionevolezza e senso della città e della sue funzioni intra ed extra maoenia. Ai posteri l'ardua sentenza
    5 febbraio 2020 • 12:17Rispondi
  7. Lucia UggèBasta. Il Meazza non si tocca! E' un monumento della nostra città. Si ristruttura, si ammoderna, si rende funzionale......ma non si tocca!
    5 febbraio 2020 • 12:24Rispondi
  8. IsabellaMaria BaratoIl Meazza non si tocca. Basta con la cementificazione. Basta con l ipocrisia di inneggiare al Green New Deal e poi chinare il capo a interessi del tutto estranei a noi cittadini. Dove sono le promesse del sindaco di salvaguardare il verde e i Beni Comuni di cui il Meazza è un rappresentante o onorevole? Dov è la coerenza? Dov è l onestà?
    5 febbraio 2020 • 15:35Rispondi
  9. luciano bagoliNon credo che lo stadio di san Siro sia una questione valore simbolico, ma di soldi dei quali il Comune ha bisogno (7-8 milioni di affitto all'anno). Senza il calcio non vale la pena di tenere in piedi lo stadio perché i costi per mantenerlo sarebbero troppo elevati. Il Comune si trova in un "cul de sac": se le squadre costruiscono il nuovo stadio fuori città avranno il loro stadio e le loro attività commerciali e san Siro sarebbe comunque un costo per il l'Amministrazione, vale a dire per i cittadini. Ma Milano da anni ha abbandonato ogni idea di funzione sociale dello sport ( le tariffe per l'uso degli spazi sportivi sono assurde) per sposare la causa del profitto delle grandi società sportive. Inoltre, come strutture d'alto livello siamo fanalino di coda in Europa (manca piscina olimpica, velodromo, palazzo dello sport, stadio olimpico, ecc) così a rimetterci sono i cittadini, sia per le strutture della loro pratica sportiva, sia per il piacere dello spettacolo sportivo.
    5 febbraio 2020 • 15:50Rispondi
    • Andrea PassarellaE' vero che il comune si trova di fronte ad una scelta difficile e difficilmente attuabile ma per promuovere lo sport di base non c'è bisogno di San Siro. L'Italia è un eccezione in questo ambito nel mondo, normalmente le strutture degli sport a livello agonisticamente alto (Calcio, Football...) sono di proprietà delle società sportive non della municipalità. Le società sportive, dopo aver pagato gli oneri di urbanizzazione alla municipalità, sono responsabili della loro gestione. Quindi bisognerebbe parlarne in questi termini prima ancora di consultare "il cittadino" o "la base". Non descriverei poi Milano come schiava dei poteri forti; tutti gli enti pubblici di qualsiasi colore politico sono nella stessa condizione economica, a causa di uno Stato Centrale profondamente indebitato il comune Milano deve inventarsi formule nuove per rimanere strutturalmente in attivo (pena il commissariamento) con stanziamenti che via via diminuiscono.
      10 febbraio 2020 • 19:35
  10. Giorgio MalagoliSull’assurdita del nuovo stadio di San Siro strumento di una evidente speculazione edilizia mi sono già espresso in precedenza. È necessario che il Comune prenda in mano la situazione aprendo a un vero dibattito cui tutti i cittadini milanesi sportivi inclusi siano messi in condizione di decidere. È inaccettabile che vadano avanti trattative sotto banco tra i vari interessati su aspetti economici che riguardano un bene pubblico come l’attuale Stadio
    5 febbraio 2020 • 15:59Rispondi
  11. luciano bagoliSeguito ... Il Comune fa vanto del fatto che nello scorso mese di maggio ha decretato l'emergenza climatica e ambientale, ma poi i progetti di sviluppo della città vanno in senso contrario e si continua a costruire, ad aumentare la densità abitativa e a ridurre le aree verdi. Il progetto del nuovo stadio non è proiettato nel futuro, ma risponde a logiche vecchie: cemento, consumo di suolo, inquinamento luminoso. Il modello di stadio moderno rimane l'Olympiastadion di Monaco di Baviera.
    5 febbraio 2020 • 16:10Rispondi
  12. Pierfrancesco SacerdotiCaro Luca, bellissimo articolo, condivido in pieno! Purtroppo, come ho scritto in un recente articolo per ArcipelagoMilano, a Milano sembra comandare sempre e solo la logica del profitto. Ma a volte qualche eccezione c'è: penso ad esempio al restauro-riuso della Cascina Cuccagna. Facciamo il possibile perché il Meazza venga riconosciuto come monumento degno di essere conservato, al pari del Duomo, della Scala e del Castello. Non dimentichiamo che Luigi Lorenzo Secchi difese la Scala contro un gruppo di architetti e ingegneri che ne proponeva la ricostruzione in forme moderne, mentre il Castello fu salvato da un certo Luca Beltrami... Buon sangue non mente!
    6 febbraio 2020 • 00:34Rispondi
  13. Alessandro Brambilla PisoniCondivido tutto quanto scritto da Beltrami Gadola. Mi permetto di sottolineare che il nuovo stadio è solo la "scusa" per ottenere la licenza di edificare migliaia di metri cubi nell'area oggetto di concessione. Si parla di tre grattacieli per uffici, di un albergo e di un centro commerciale. Lo sport è solo un pretesto, d'altra parte a cinesi e americani cosa volete che interessi se Milan o Inter vincono scudetti o coppe. Vi informo che Milano in Comune domenica 9 febbraio dalle ore 18,30, in occasione del derby, farà un volantinaggio alla fermata della metro San Siro contro l'ipotesi di abbattimento dello stadio denunciando la tentata speculazione edilizia in corso. Alessandro Brambilla Pisoni - Portavoce Associazione Milano in Comune - Sinistra Costituzione
    6 febbraio 2020 • 12:43Rispondi
  14. Luisa RusconiNon condivido la modalità di esposizione della questione San Siro. Si attribuiscono come già prese decisioni che tali non sono e non si fa alcuna menzione del cammino strettissimo che la giunta si trova a dover percorrere, condizionata com'è dagli articoli sulla costruzione di impianti sportivi contenuti nella legge cosiddetta "sbloccacantieri", che nemmeno avrebbero permesso al Comune di dire la sua se non avesse provveduto a dichiarare il tema come di pubblico interesse. Bisogna conoscere a fondo la vicenda per parlarne!
    6 febbraio 2020 • 23:46Rispondi
    • Luca Beltrami GadolaGentile Luisa, conosco perfettamente l'iter di approvazione del procedimento che ha portato alla decisione di approvare tutta l'operazione San Siro. Oggi restano ancora alcune questioni in sospeso. Il Comune deve decidere se accogliere o no la proposta delle squadre, cosa non banale perché è ancora tutto da discutere l'aspetto economico della faccenda. Poi personalmente sono sempre contrario a provvedimenti di legge che costituiscano variante urbanistica automatica, Si scavalca così il fondamento delle norme urbanistiche che prevedono l'approvazione del Consiglio comunale a tutela dei cittadini e della loro rappresentanza istituzionale ossia il proprio il Consiglio comunale. Quanto poi all'applicazione del criterio di pubblica utilità ci sarebbe molto da discutere.
      7 febbraio 2020 • 10:54
  15. Umberto TimossiPer dna sono poco interessato allo sport, ma tutte queste voci sono prova di buon senso, di senso del bene comune, che condivido in pieno. Grazie Umberto Timossi
    7 febbraio 2020 • 09:12Rispondi
  16. anna maria germontaniOrmai assistiamo a decisioni assurde ,inutili e ,direi ,antistoriche . Forse bisognerebbe chiederci : chi ci guadagna? non so se qualcuno ricorda quando si voleva eliminare il carcere di San Vittore per costruire palazzi . Sono intervenute le Belle Arti ricordando che rappresentava un esempio di architettura carceraria di uno specifico periodo e non si poteva toccare. Quella volta ci è andata bene. Spero che la mobilitazione di adesso serva
    7 febbraio 2020 • 09:15Rispondi
    • Andrea PassarellaMa la questione è sull'uso e l'interpretazione architettonica che si fa del carcere o sul fatto di avere un carcere in pieno centro lontano dal palazzo di giustizia? Secondo lei se l'edificio fosse preservato ed adibito ad un altro uso sarebbe accettabile? E se per caso l'uso dell'ex (speriamo) carcere fosse destinato ad abitazioni sarebbe a prezzi popolari?
      10 febbraio 2020 • 19:11
  17. Alessandro MartelliBuongiorno, le sue considerazioni sono pertinenti e condivisibili, tuttavia le rilevo quanto segue (tenga conto che sono fruitore dell'impianto dal 1985 quando ancora era a due anelli con i gradoni e scoperto - peraltro esteticamente molto più bello di adesso e vi invito ad andare a rivedere le foto ed esprimere una opinione). Leggo concetti molto interessanti, ma vi invito a riflettere su quanto segue. Cosa è rimasto del progetto originario? Nulla, San Siro è stato ristrutturato ed ampliato più volte (in maniera egregia peraltro), per cui questa polemica probabilmente è sussistita sia nel 1955 (con l'ampliamento del secondo anello) e soprattutto nel 1990 (con il terzo anello) che molti hanno giudicato brutto. Quindi se parliamo di manomissione, san siro è già frutto di varie manomissioni. Quanto è funzionale san siro per lo scopo per cui è stato costruito e per cui la comunità paga (è di proprietà del comune che poi ricava i proventi dalle squadre che ci giocano). Ad oggi poco, con le pay per view il bacino di utenti si è ridotto, ed è molto difficile raggiungere la piena capienza (su ciò vi invito a leggere le statistiche degli spettatori medi negli stadi in italia, in costante calo tranne forse gli ultimi due anni). Quanto è sicuro un blocco di cemento terra aria, soggetto ad agenti atmosferici e sollecitazioni? Non lo so perchè non sono un tecnico ma qualche dubbio mi viene (cfr con le dovute proporzioni, il ponte morandi). Si vuole mantenere così com'è con nessuno che pagherà l'affitto (le società sanno che è più profittevole per loro fare uno stadio leggermente interrato per abbattere le barriere acustiche e più piccolo, per alzare il prezzo dei biglietti)? Se sì sarà un costo che graverà sulla comunità.
    7 febbraio 2020 • 09:21Rispondi
    • Andrea PassarellaCondivido in pieno il suo argomento. Teniamo anche in considerazione che l'attuale stadio è rimasto fermo a 30 anni fa mentre ovunque gli stadi hanno un concetto differente di sporto e intrattenimento. Aggiungo che l'area identificata per il nuovo stadio in precedenza aveva il Palazzetto dello Sport e a quei tempi non ci furono proteste. Il problema è che, al di là della polemica sterile infarcita di retorica tipicamente italiana che vuole che tutto rimanga immobile, ora ci troviamo di fronte ad una società molto invecchiata che per forza di cose si è tramutata in conservatrice e molto più egoista. Gioco forza si da voce a questa fetta di popolazione....
      10 febbraio 2020 • 19:04
    • Danilò PasquiniSu san Vittore si e proposto in tempi quasi lontani un Ricupero di carattere socio-culturale in un progetto solo scritto al momento che vennr presentato anche alla. SOPRAINTENDENZA AI BENI ARTISTICI ARCHITETTONICI CULTURALI dells Lombardia infatti arrivo il vincolo non solo ope legis. LA PICCOLA BROCHURE LA REcapitammo anche ad Arcipelago , non e un tomprovero solp un ricotdo. Potremo forse riparlarne R
      18 febbraio 2020 • 23:32
  18. Andrea RuiI milanesi sono degli esperti nel tagliare a fette gli edifici. Lo hanno fatto con San Giovanni in Conca ad esempio...
    7 febbraio 2020 • 13:41Rispondi
  19. Edvige CambiaghiIl Meazza, Parco Bassini, i Navigli, Piazza d'Armi, via Ciclamini, piazza Baiamonti, la Goccia, gli Scali ferroviari, piazza San Sepolcro, Parco Nord e le vasche di laminazione, etc. etc. ogni spazio o terreno che può essere edificabile è sotto attacco per sola avidità di guadagno. Questa classe politica ha perso il senso comune di governare per il bene dei cittadini e non a esclusivo tornaconto dei costruttori e affini. E' non hanno vergogna a portare avanti certe decisioni che urlano malaffare, che tristezza... Molti cittadini sono consapevoli, ma hanno poco potere, anzi nessuno, e pochi mezzi di contrasto, questo è il problema: così l'arroganza del potere e dell'inciviltà avanza e dilaga...
    7 febbraio 2020 • 13:55Rispondi
  20. biancaHo poco da aggiungere. Mi verrebbe in mente un titolo "...COME I TOPI NEL FORMAGGIO..." cioè nel nostro suolo, nel suolo di Milano. La zona interessata allo stadio era negli anni '20-'30 interessata a un'idea di asse verde, che avrebbe contenuto anche impianti sportivi, (il Lido, il galoppatoio, lo stadio...) ma che sarebbe stato unificato formalmente dal verde. Non ho trovato le mappe, ma devono esserci. Quello che vorrei dire è che si è persa, nel parlare e nell'essere costretti ad azzuffarsi su ogni singola opera, - e tralascio di affrontare gli aspetti inquietanti e le pressioni e gli interessi finanziari che in questo caso rendono l'operazione così discutibile - anche la più vaga allusione a una forma urbana che dia respiro alla città storica, che la colleghi al suo grande hinterland.. che rispetti gli impegni sempre rinnovati a limitare il consumo di suolo, a innestare un processo di vera rigenerazione urbana.Si fa questo nell'occasione dello stadio? Si è fatto questo in occasione del riuso degli scali ferroviari, riportati ad essere semplici terreni vuoti da edificare, uno per uno, e senza nessuna strategia che li vedesse come struttura complessiva, occasione imperdibile per una cintura verde alla città? Non sono urbanista, ma certo ridurre la valutazione di un programma edilizio a una verifica di indici, a un computo certosino di "compensazioni volumetriche" trasportate qui e là nella città porta ad annullare qualsiasi possibilità di visione e infine a rimpiangere persino i vecchi PRG "disegnati" che, certo, mancavano del sociale: ma e questi?
    8 febbraio 2020 • 17:52Rispondi
  21. danilo pasquiniA proposito di Stadio San Siro con ANNESSI E CONNESSI: oggi 9 febbraio 2020 leggo su un quotidiano : " a Manhattan NON VOGLIONO Più' GRATTACIELI, DETURPANO IL PAESAGGIO .. (?!)." e ancora "basta con il capitalismo selvaggio del cemento ... " Tempo fa ( verso la fine degli anni '90) avevo scritto, all'interno di un dibattito su un piccolo periodico on line , avanzando come timido interrogativo se si volesse trasformare Milano nella Manhattan della Lombardia ..(Così la penso) Oggi siamo qui ad assistere a questo tentativo "work in progress" La nostra protesta le nostre osservazioni i nostri timori sembra dicano questo e lo ribadiscono con sempre più presenze ed argomenti. E amaramente ci rendiamo conto guardando sotto il tappeto - solo Milan e Inter ? - che gli operatori interessati a questa trasformazione possono essere gli stessi di Manhattan e che non sono al primo colpo su Milano ... Il dissenso nostro è legittimo come lo fu dalla seconda metà degli anni '60 - e ricordo solo l'occupazione del Politecnico con il Rettore Portoghesi in testa - ed oggi può essere e deve essere più forte e deciso: vorremmo anzi vogliamo che i nostri Amministratori (tra loro voglio mettere anche quelli delle due squadre del cuore) diano un esempio a tutto il paese fermando la proposta di stravolgere quella parte di Milano trasformandola in un grande parco. (salviamo il pianeta e si comincia anche da San Siro) Sono convinto che vale il detto : se combatti puoi perdere ma se non combatti hai già perso! Vogliamo più sensibilità da quei signori concittadini e no. PAROLAMARA.
    9 febbraio 2020 • 18:38Rispondi
  22. GABRIELLALa ringrazio per il suo articolo che condivido totalmente. Mi ha dato coraggio perché ho pensato che c'è ancora qualcuno che ama la nostra città e s'impegna per difenderla. Ringrazio anche i suoi sostenitori di cui ho letto con molto interesse i commenti. Gabriella
    21 febbraio 2020 • 23:07Rispondi
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