19 ottobre 2019

RESPINGERE, RESPINGERE, RESPINGERE!

PGT, un elenco esemplare di respingimenti. Tanto per capirci


Sono in attesa della pubblicazione del PGT per valutare se quanto annunciato del comunicato stampa del Comune corrisponda al vero. Comunque gran parte delle mie osservazioni sono state respinte né è stato possibile cambiare la decisione con gli emendamenti presentati in consiglio comunale perché gli accorpamenti degli emendamenti per risparmiare tempo nelle votazioni hanno reso impossibile la votazione sulle singole osservazioni.

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I novanta giorni previsti dalla legge urbanistica regionale tra scadenza della presentazione delle osservazioni e approvazione del PGT da parte del consiglio comunale rendono impossibile un serio dibattito sull’accoglimento delle osservazioni: è indispensabile cambiare la legge regionale. La scadenza delle osservazioni era il 15 luglio, i tecnici hanno consegnato le controdeduzioni delle 1600 osservazioni alla giunta a fine agosto, i municipi hanno avuto solo 15 giorni per dare il loro parere invece dei consueti 30, il consiglio comunale ha avuto poche sedute per votare sulle osservazioni.

Alla fine i cambiamenti rispetto a quanto deciso dai tecnici sono stati pochi e riguardano essenzialmente l’area di Piazza d’Armi dove il verde è stato portato dal 70 al 75% dell’area ma con volumetrie invariate e quindi aumentando l’altezza dei nuovi edifici (prima delle osservazioni era il 50%) e la impossibilità di realizzare servizi nelle pertinenze indirette destinate a verde urbano, emendamenti presentati dal consigliere Monguzzi del Pd. Per Piazza d’Armi c’è comunque un vincolo monumentale, mentre gli effetti del secondo punto sono da valutare leggendo il PGT quando sarà pubblicato.

Con le mie osservazioni è stato salvato dalla demolizione il Garage delle Nazioni in via Calderon de la Barca 2 progettato dall’arch. Cassi Ramelli, in quanto è stato classificato come “complesso edilizio con valore architettonico intrinseco”, il progetto che prevedeva la costruzione di due torri non può più essere realizzato.

In via Kramer 18 rimane il giardino storico previsto dal PGT adottato (area a composizione architettonica e vegetale con carattere storico-artistico-testimoniale), in un’area in cui D & G voleva costruire un edificio per uffici e un parcheggio sotterraneo. Il vincolo monumentale è stato annullato dal Consiglio di Stato in marzo ma il vincolo del PGT per fortuna rimane. La Soprintendenza può comunque decidere di tutelare l’area con un nuovo vincolo che superi i rilievi del precedente.

Sono state respinte tutte le mie osservazioni volte a fissare una altezza massima degli edifici in tutta la città, intorno ai parchi e alle aree a città giardino lasciando alla commissione per il paesaggio ogni decisione sulla forma degli edifici. Ora la commissione per il paesaggio attualmente assomiglia troppo alla vecchia commissione edilizia, con esperti proposti da vari ordini e enti con esperienze professionali specifiche.

In base all’art. 143.2 del Codice dei beni culturali e del paesaggio “Le commissioni sono composte da soggetti con particolare, pluriennale e qualificata esperienza nella tutela del paesaggio.” Ora se si guarda il curriculum dei membri attuali si tratta di docenti universitari o progettisti che non hanno questa specifica competenza.

Dovrebbero essere presenti in commissione rappresentanti delle associazioni ambientaliste che tutelano il paesaggio come Legambiente, Italia Nostra, Fai, Wwf o del Forum Salviamo il Paesaggio o di associazioni di cittadini che si sono opposti a interventi invasivi sul territorio, togliendo i limiti sui titoli di studio ammessi nel bando e aumentando la trasparenza della nomina da parte del Sindaco con l’indicazione delle motivazioni rispetto ai curriculum presentati che devono rispettare i criteri del codice.

Vanno rafforzati i poteri dei Municipi, che attualmente esprimono solo un parere non vincolante da parte di un loro rappresentante in commissione, inviando loro tutte le pratiche edilizie che modificano lo stato esterno dei luoghi per un parere, che non c’è più da quando è stato eliminato il parere socio-ambientale. Una delibera recente del Municipio 2 in seguito alla approvazione da parte della commissione per il paesaggio della torre di via Stresa 22 chiede proprio questo. Nel caso di via Cordusio 2 la commissione ha approvato un progetto in cui un suo membro era un progettista. Questa possibilità va esclusa dal regolamento della commissione per assicurarne l’indipendenza, non basta che il progettista esca dalla sala per non votare come previsto dall’attuale regolamento.

Le mie osservazioni per rendere obbligatorio il parere dei municipi e per togliere la possibilità alla commissione di derogare dai limiti imposti dal Pgt sugli edifici non vincolati sono state respinte.

Pure respinta la richiesta che sia il consiglio comunale, previo parere obbligatorio del municipio competente, ad approvare la dismissione di servizi pubblici o privati prevendendone eventuali sostituzioni o rilocalizzazioni. Questa richiesta si applica attualmente a Città Studi, dove l’Università Statale prevede di spostare alcuni dipartimenti a Mind e la Regione sposterà l’Istituto Neurologico Besta e l’Istituto dei Tumori a Sesto San Giovanni nell’area Falck.

Sull’area dell’ex-Istituto Rizzoli avevo chiesto di bloccare il progetto di demolizione e ricostruzione dei due edifici di via Botticelli 19 e di via Mangiagalli 18 includendo l’area tra i confinanti ambiti contraddistinti da un disegno urbano riconoscibile come era fino al piano regolatore del 1953. L’osservazione è stata respinta nonostante il parziale sostegno del Municipio 3 ma ora il Pgt non consente di mantenere la superficie lorda di pavimento (slp) delle aree interrate, possibilità che invece è stata utilizzata in questo progetto utilizzando 2000 mq dell’auditorium interrato per aumentarne notevolmente l’altezza. Il progetto pertanto non è in accordo con il nuovo PGT e andrebbe ridotta la sua volumetria.

Per piazzale Loreto la mia osservazione che chiedeva di annullare la possibilità di superare il limite massimo di volumetria del PGT (1 mq/mq) a condizione di contribuire al rifacimento della piazza è stata respinta, anche se in parte sostenuta dal Municipio 3. Ora il comune dovrebbe costituire il Gruppo di Lavoro composto da tecnici, esperti, associazioni e, a titolo gratuito, da accademici ed esperti di fama nazionale e internazionale con specifica conoscenza della realtà locale milanese che per sei mesi dovranno studiare il tema di piazzale Loreto e il sistema corso Venezia, via Padova, viale Monza (comunicato del Comune del 20 luglio scorso).

Fino alla conclusione dei lavori non potrà essere pubblicato il bando aperto ai proprietari degli immobili intorno alla piazza che potranno alzare i loro edifici a condizione di contribuire al rifacimento della piazza stessa. Mi sembra probabile che il Palazzo di Fuoco che è in fase di ristrutturazione all’angolo di viale Monza con viale Padova verrà alzato notevolmente, nascondendo la vista del Resegone da corso Buenos Aires e piazza Oberdan. Il grattacielo di A2a in Piazza Trento potrà essere costruito.

L’osservazione sugli standard è stata respinta sostenendo che il minimo di legge degli standard in Lombardia, pari a 18 mq/abitante, sarà mantenuto nonostante lo sconto del 40% per le aree periferiche. Questo non sembra però avvenire per le trasformazioni sotto i 250 mq che sono esenti da qualunque pagamento in violazione della legge regionale.

L’osservazione sulla enorme volumetria prevista per l’edilizia in locazione a canone moderato, a canone concordato, a canone convenzionato, edilizia convenzionata in locazione con patto di futura vendita, residenze convenzionate per studenti universitari, coabitazioni con servizi condivisi (co-housing) in locazione, non quantificabile dato che si possono sopraelevare gli edifici senza limiti di volumetria è stata parzialmente accolta affidando alla giunta comunale la autorizzazione finale, dopo la commissione per il paesaggio, su questo tipo di interventi. Ho qualche dubbio che la giunta si opporrà a questi sopralzi che faranno più danni all’immagine della città del recupero dei sottotetti. C’è da sperare che la commissione per il paesaggio non dia deroghe alle norme morfologiche del PGT.

L’osservazione sulla eliminazione dai nodi ferroviari e del trasporto pubblico locale di Bisceglie, Garibaldi, Cascina Gobba, Stazione Centrale, San Cristoforo dalla possibilità di aumentare senza limiti le volumetrie non è stata accolta con una motivazione incomprensibile: “in quanto le motivazioni addotte anticipano criteri di intervento parziali e a volte non significativi ai fini di una valutazione in senso strettamente tecnico”.

L’insieme dell’aumento senza limite delle volumetrie per la residenza in affitto e in alcune piazze e nodi rendono impossibile la quantificazione della volumetria complessiva del nuovo PGT, che è uno dei cardini della corretta redazione dei PGT. Non si sa quanti nuovi abitanti siano previsti e quindi se i servizi siano correttamente dimensionati. Una scappatoia per consentire l’aumento della popolazione di Milano senza reale necessità. Sembra tornare al PGT di Masseroli che voleva riportare popolazione dall’hinterland, quando tutti i comuni intorno a Milano prevedono anch’essi aumenti di popolazione.

L’osservazione che chiedeva di piantare gli alberi previsti a scomputo oneri nei PII e nei permessi di costruire convenzionati prima dell’inizio dei lavori edilizi sulle parti private, il cosiddetto pre-verdissement che consentirebbe di avere alberature di altezza consistente quando si completano gli interventi, parzialmente sostenuta dal Municipio 3, è stata respinta sostenendo che le difficoltà logistiche del cantiere lo impediscono. Dovremo rassegnarci ad avere alberi piccoli ed edifici altissimi come è successo a Porta Nuova e Citylife e a non fare quello che si fa all’estero con la piantumazione anticipata. Spero che questo possa succedere per decisioni autonome degli uffici comunali e della giunta come sembra avvenire con gli scali ferroviari ma l’obbligo avrebbe costretto tutti gli operatori a questo comportamento.

E’ stata respinta anche l’osservazione sulla pubblicazioni delle convenzioni dei permessi di costruire convenzionati sul sito del Comune, dovremo rassegnarci a non poter controllare se gli obblighi degli operatori soni stati rispettati, lasciando l’onere ad uffici comunali che non ne hanno il tempo.

Rimane da trattare la questione della riduzione del consumo di suolo, che il Comune si vanta essere del 4%. Ora a quanto capisco questa riduzione è realizzata trasformando delle aree che erano a pertinenza indiretta in aree agricole. Questo porterà ad una riduzione delle volumetrie che potranno atterrare su altre aree, come quelle indicate sopra la cui volumetria senza limiti deve essere acquistata sul mercato dei diritti volumetrici. Tuttavia questo cambiamento non porta ad un risparmio del consumo del suolo perché comunque non si poteva costruire in queste aree. Sarebbe stato diverso se si fosse ridotta la superficie coperta da nuove costruzioni negli scali ferroviari, di cui si aspetta la sentenza del Tar, o nelle Grandi Funzioni Urbane, dove lo si è fatto limitatamente a Piazza d’Armi, o in PII in corso come l’area Mind a Expo.

Su quest’area è stato appena pubblicato sul sito del Comune il PII adottato dalla giunta e si può leggere che il parco tematico pari al 56% dell’area nel comune di Milano di 450.000 mq che si era inteso nelle controdeduzioni alla VAS come area a verde che doveva conservare il parco agro-alimentare previsto inizialmente per l’Expo al posto del terreno agricolo della cascina Triulza, è stato trasformato in parco scientifico tecnologico, comprendendo in esso l’area edificata dall’ospedale Galeazzi, dallo Human Technopole e dalla Università Statale di Milano, che si vuole spostare da Città Studi. L’area a verde e parcheggi è limitata a 163.000 mq nel calcolo degli standard urbanistici (vedi allegato).

E’ una grave violazione dell’Accordo di Programma di Expo, che obbligherebbe ad approvare il PII in Consiglio Comunale in quanto non conforme all’AdP e non in Giunta come si vuole fare. Il consumo di suolo è enorme se si pensa che si passa da un’area agricola fino al 2011 ad un’area che ospiterà secondo le stime di Arexpo 60.000 abitanti giornalieri, tra addetti all’ospedale, impiegati degli uffici privati, ricercatori, docenti e studenti. Ho già scritto un articolo sul calcolo del verde del master plan presentato da Lendlease a suo tempo su ArcipelagoMilano ma almeno allora ci si limitava a comprendere nel verde il decumano, in realtà viale alberato, e aree edificate come la Cascina Triulza. Ora l’operazione è ancora più grave; mi riservo di presentare una osservazione al PII nei prossimi 15 giorni e scrivere un nuovo articolo su ArcipelagoMilano.

Penso che i comitati che si oppongono al trasferimento della Statale da Città Studi sosterranno la mia posizione. L’area occupata dalla Statale a Mind, circa 63.000 mq, dovrebbe entrare a far parte con il suo campo sportivo di un grande e vero parco a Mind, come era stato prefigurato dal progetto Boeri per le aree ferroviarie. Solo così si può risparmiare il consumo di suolo e conservare l’eredità agricola di Expo 2015.

Michele Sacerdoti



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  1. Edvige CambiaghiCaro Michele, concordo interamente con le osservazioni da te presentate e ti ringrazio per il lavoro svolto. Spero che il TAR sappia pronunciarsi a favore della protezione di Milano che non ha bisogno di altro consumo di suolo. Un caro saluto. Eddi
    24 ottobre 2019 • 17:40Rispondi
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