5 ottobre 2019
SALVARE GLI ANTICHI BORGHI DELLA CITTA’
Un appello ai milanesi per una cosa possibile
5 ottobre 2019
Un appello ai milanesi per una cosa possibile
Un gruppo di appassionati ricercatori di storia urbana, professionisti, giornalisti e scrittori, ha pensato di sottoporre all’attenzione e alla firma milanesi il testo di un appello rivolto al Comune di Milano. Pochi milanesi sanno che disseminati nelle ‘periferie’ di Milano ci sono circa 70 borghi, alcuni antichissimi. Sono gli ultimi, sopravvissuti all’urbanizzazione, che ne ha eliminati indiscriminatamente almeno il quadruplo.
Fino a poco meno di 100 anni fa ancora esistevano 11 comuni indipendenti come Baggio, Lambrate, Affori, Turro, oggi diventati grandi quartieri della città. Ancor meno cittadini milanesi sanno perché il Gratosoglio si chiami così oppure dove sia e quanto sia affascinante Macconago, un castello medievale con il suo borgo ancora intatto (per poco), tutto intorno. Pochi sanno che viale Certosa si chiama così perché nelle immediate vicinanze c’è una delle 13 certose italiane, quella di Garegnano, adorata da Lord Byron e affrescata dai maggiori pittori lombardi, tra cui Simone Peterzano, l’unico maestro che abbia avuto Caravaggio. O che a Ronchetto delle Rane, quasi sperduta nella campagna, c’è una chiesetta affrescata da Procaccini il Giovane. O che nel Sud Milano fra Ponte Lambro e l’abazia medievale di Monluè, è rimasto l’unico fontanile originale intatto, abitato da una folta popolazione di rane. E così via in crescendo.
L’appello sottolinea che le tracce storiche e le testimonianze artistiche di questo invidiabile patrimonio sono uniche, ben poche grandi città in Europa possono vantare una simile rete nel loro tessuto agricolo-urbano. Purtroppo sono sempre più in pericolo e, anche per ignoranza o scarsa conoscenza, o semplice noncuranza, la distruzione degli antichi borghi milanesi continua anche oggi, nell’indifferenza delle istituzioni e spesso anche di cittadini che hanno perduto il senso dell’abitare in un luogo con i suoi specifici pregi.
Gli antichi borghi milanesi sono da salvare e valorizzare. Occorre che la città compia una “rivoluzione copernicana” nel pensare se stessa: volgere lo sguardo – generalmente rivolto verso il centro storico all’interno delle ex mura spagnole – al mondo “periferico”, esterno, non meno ricco di grandi opere storiche e artistiche, eppure trascurato e in degrado crescente. Essi costituiscono una eccellente occasione per risanare seriamente le periferie e creare nuovi centri di attrazione valorizzando quanto già esistente e spesso sconosciuto.
Con questo appello si vuole chiedere al Sindaco di Milano di giungere al più presto, con i soli strumenti ordinari già a disposizione degli uffici competenti (senza spesa aggiuntiva) a comporre un elenco descrittivo delle aree storico-rurali versanti in condizioni precarie per incuria e abbandono. Di fronte a una simile emergenza, la risposta, solitamente, è sempre la stessa: non ci sono i soldi. Certo, finché Milano dimostrerà di infischiarsene dei suoi beni, non perverrà un Euro. Con uno studio e una progettazione ad hoc, al contrario, crediamo che si possibile coinvolgere Regione, Stato, Unione europea (che ha sempre dimostrato grande interesse: per i recuperi storici delle città) e, CON UN PROGETTO COMPLESSIVO, anche i privati possono fare la loro parte.
Roberto Schena
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