23 luglio 2019

IL “SAN SIRO” E I CONNOTATI DELLA CITTÀ

Cancellare, cancellare, cancellare?


Con l’utilizzo dei più moderni strumenti per fotografare le città dall’alto e la susseguente presenza sul mercato di riviste e periodici di fotografie panoramiche delle città più interessanti al turismo, viene rivalutata la presenza urbanistica, del disegno della rete viabilistica e delle emergenze costruttive che offrono le città europee, le sole al mondo ad avere avuto una continuità storico-politica di almeno 2000 anni e le cui tracce che hanno portato alla loro formazione sono connotate fortemente dalle caratteristiche architettoniche e dalla destinazione degli edifici prevalenti.

Senza contare i riflessi architettonici della qualità, dovuta alla loro posizione geografica, dei materiali da costruzione più utilizzati in zona e del clima che ha prevalentemente determinato la forma e il colore delle coperture.

Seguendo questa logica anche Milano dovrà riesaminare il suo panorama di città di pianura, scegliendo quegli edifici che non dovrebbero essere mai demoliti sia per la loro qualità edilizia che per la loro Storia e funzione che hanno avuto per la città. Lo stadio di San Siro è sicuramente da mantenere attraverso un’attenta ristrutturazione che ne mantenga l’originalità dell’architettura ma anche la Proprietà Pubblica con l’introduzione di un minimo di servizi Commerciali e diminuendone la capacità ricettiva alle quantità di spettatori richiesti dal mercato, per le seguenti ragioni:

1° Appartiene agli edifici sportivi nati per essere dedicati al Calcio e si presenta dall’esterno con una tipologia atipica rispetto alla produzione mondiale di questi edifici. Le grandi rampe circolari di accesso ai tre piani di gradinate oltre che adatte alla loro funzione, assimilandosi a Torri diventano un segnale architettonico mai visto negli stadi ordinari, dove spesso deve prevalere il nome delle società calcistiche che devono servire o della città dove sono collocati. E la torre ha un significato architettonico che nella Storia delle Città si richiamano ai Castelli, Palazzi di rilievo, Funzioni civili prevalenti, e dove diventa simbolo della bellezza architettonica della Storia della Città.

È segno prevalente nella sua urbanistica specie se vista utilizzandola come Fondali della viabilità. Le torri in cemento armato sostengono una copertura discontinua come materiali (Travi reticolari in acciaio e pannelli trasparenti prolungate oltre gli appoggi) ma che appare come chiusura dell’edificio a protezione delle gradinate. In definitiva San Siro si presenta come architettura atipica ma degna di essere riutilizzata accettando altre funzioni, ma non si può pensare di utilizzare cinicamente il suo aspetto di richiamo pubblico con una manifestazione di apertura di Olimpiadi Invernali e il giorno dopo raderla al suolo.

2° Questa struttura ha avuto una grande importanza per la città quando negli anni 70-90 ha ospitato le partite delle squadre di calcio milanesi, Milan e Inter nel loro periodo più fulgido nel quale oltre al Campionato portarono a casa Coppe Italiane ed Europee, sotto la Presidenza di note famiglie Milanesi che con il loro comportamento fecero di Milano e delle sue squadre un esempio tra i più importanti del Calcio Europeo.

Questo Stadio destinato solo al Calcio e non come molti in Italia ed Europa ai quali venivano affiancate strutture e spazi per l’atletica, portava un’eccellente visibilità del Gioco che si svolgeva a pochi metri dagli spettatori classificando l’edificio tra i più adatti al Gioco del Calcio con le sue funzioni e servizi.

Il valore del progetto per la sua particolare architettura portò San Siro a essere conosciuto in tutto il mondo diventando così degno di salvaguardia tra gli edifici Pubblici importanti di Milano, e partecipe alla Storia della Città.

Il suo nuovo assetto non potrà che portare giovamento, con riferimento alla Città Metropolitana, ai collegamenti della viabilità principale con le reti autostradali e ai Servizi Pubblici di Trasporto Veloce che, costruiti da poco, ne hanno giustificato appunto l’investimento.

Gianni Zenoni



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