17 giugno 2019
TRENORD: SERVE UNA PROFONDA RIORGANIZZAZIONE
Anche quest’estate la sostituzione dei treni con autobus
17 giugno 2019
Anche quest’estate la sostituzione dei treni con autobus
Anche quest’estate i lombardi viaggeranno su Autobus. Continueranno a farlo buona parte dei pendolari delle linee soppresse il 9 dicembre scorso. Il piano d’emergenza di 140 treni (il 5,5% del totale) al giorno soppressi, che doveva cessare a Giugno verrà mantenuto per altri 3 mesi fino a Settembre.
Il miracolo non c’è stato in questi sei mesi la puntualità non è cresciuta come ci si aspettava e le soppressioni dei treni sono rimaste consistenti. L’emergenza resta. Per guarire lo stato di collasso di Trenord, che dura da 7 anni , cioè da quando c’è stata la fusione tra Ferrovie Nord e le FS, serve una profonda riorganizzazione societaria e gestionale.
Turni del personale e manutenzione restano il grave tallone d’Achille di Trenord. Occorrerebbe anche un rinnovo del management ( scelto con criteri politici) che è rimasto tutto in sella nonostante i disastri di questi anni a parte l’ex A.D. Cinzia Farisè (capro espiatorio) sostituita da Marco Piuri che già gestiva le Nord 10 anni fa. La regione dovrebbe ribaltare la governance che ha portato inefficienze, diseconomie di scala, costi di gestione elevati, bassi ricavi, l’utilizzo di quasi un miliardo di euro di risorse pubbliche tra contributi e ricavi tariffari e una produttività inferiore del 20% rispetto alla media europea. Non lo fa perché significherebbe ammettere le proprie responsabilità politiche. Trenord in questi anni ha fatto perdere dignità al trasporto pendolari.
Il Governatore lombardo Attilio Fontana ha detto di voler tenere in vita il matrimonio tra FNM e le FS e l’assetto societario fallimentare che ha portato inefficienze e diseconomie di scala. La puntualità dei treni monitorata da molti comitati pendolari è ancora lontana da indici sopportabili. C’è invece da constatare che non è ancora partita una riorganizzazione aziendale della manutenzione dei turni del personale. L’obiettivo della puntualità non è conseguibile se i treni nuovi (TSR e TAF) sono utilizzati solo al 65% e solo sulla rete delle nord mentre i treni scassati di Trenitalia sono utilizzati al 95% ed esclusivamente sulle linee FS.
La crisi di Trenord è anche l’esito di un processo di concentrazione monopolista avviato con il matrimonio tra le FS e le FNM. Dalla nascita di Trenord, Regione Lombardia e Trenitalia hanno sempre litigato sottobanco per il controllo consociativo dell’azienda impedendo così le economie di scala e di scopo che avevano giustificato la fusione societaria. Invece grazie al perpetrarsi delle gestioni separate dei due rami ferroviari che si volevano integrare, le Nord e le FS è rimasta una gestione contrarie alle logiche industriali tanto promesse.
La conflittualità sindacale in questi anni è stata da record, mentre Regione, FS politica e sindacati avevano promesso di ridurla il giorno del matrimonio. Se non è mai decollata l’efficienza dei trasporti in regione Lombardia sono invece decollati i costi pubblici, tanto da portare il treno/Km a 20 euro, il doppio del costo di un treno di qualsiasi altra regione italiana gestita da Trenitalia.
La Regione Lombardia veste tre parti in commedia: come soggetto proprietario, gestore, programmatore e compratore (a se stessa) dei servizi ferroviari. La soluzione di questi annosi problemi sta nella liberalizzazione ferroviaria, che ha avuto successo in tutta Europa ed è stata la strada maestra per rilanciare il trasporto ferroviario nel vecchio Continente. Liberalizzazione gestita dalle regioni o dalle municipalità che oggi possono vantare servizi di alta qualità/puntualità ed un utilizzo così elevato dei treni tale da ridurre traffico automobilistico congestione e smog sulle strade.
Il fallimento del Federalismo ferroviario Lombardo continua a rimanere davanti agli occhi di tutti.
Dario Balotta
Un commento