13 novembre 2013

LA SCUOLA S .GIUSTO: CITTADINE E CITTADINI PROTAGONISTI NEL SALVARE UN “BENE COMUNE”


Per due anni le vicende della “Civica Scuola Primaria per l’Educazione allo Sport e alla Musica” S. Giusto hanno non solo tenuto banco sulle cronache cittadine ma anche “tormentato” giunta e consiglieri comunali. Una scuola “civica”, perciò comunale e, come tale, promossa e finanziata dall’amministrazione cittadina. Un’esperienza, nata una decina di anni fa, che si ricollega a una tradizione tutta milanese (risalente alla fine dell’800) per dotare la città di servizi formativi non assicurati dallo stato. Quando la nuova giunta si trovò a fare i conti con i “tagli” governativi alle amministrazioni locali si chiese se fosse il caso di investire risorse in una scuola di grande qualità sì ma priva di un percorso successivo: un po’ come un cespo di rose in una risaia o in una marcita.

09sonego39FBFu assicurata ai genitori la continuità didattica delle classi esistenti fino alla conclusione di un’esperienza indubbiamente positiva ma eccessivamente squilibrata dal punto di vista del personale docente impiegato in relazione ai tagli inferti all’istituzione scuola che, da anni, veniva ritenuta troppo costosa per i bilanci dello stato. L’assessora competente, stretta tra i due fuochi della mancanza di risorse da un lato e la necessità di rispondere alle aumentate richieste di scuole per l’infanzia, si trovò di fronte un Consiglio di Circolo e una Assemblea dei genitori tenaci, sicuri del valore sociale di un servizio educativo “di eccellenza” che non poteva essere portato a esaurimento solo perché ‘privilegiato’ in rapporto alla generalità delle scuole di medesimo grado. Anche il futuro delle / degli insegnanti specialisti risultava di difficile soluzione.

Per quasi un anno c’è stato un muro contro muro. Incontri col Consiglio di Zona 7, manifestazione di alunni, maestre e genitori davanti a Palazzo Marino tanto vivace da riuscire a farsi ricevere dal sindaco. Addirittura nella primavera scorsa i giornali riportarono le immagini di un gruppo di genitori che, sull’esempio dei molti lavoratori minacciati di licenziamento, erano saliti sul tetto della scuola… Poco a poco, incontro dopo incontro la situazione divenne più interlocutoria. Il nuovo assessore Francesco Cappelli, anche grazie alla sua esperienza di dirigente scolastico, iniziò ad affrontare la diffidenza e le rigidità che si erano create con l’obiettivo di trovare una soluzione che conciliasse sia le esigenze di bilancio che quelle, sacrosante, di ‘utenti’ che rivendicavano con ostinazione il valore di un servizio considerato, davvero,un ‘bene comune’, un piccolo gioiello, da preservare e difendere con passione e tenacia.

Continuavano intanto comunicati stampa,assemblee, convocazioni del Consiglio di Zona, coinvolgimento di tutti i consiglieri comunali attraverso una ‘tempesta’ di mail. Non c’é mai stato un attimo di esitazione, di scoramento, di pausa. E infine, anche grazie al lavoro dell’assessore, dei suoi funzionari, del Provveditorato, dell’Ufficio Scolastico Regionale e degli incontri col ministero della Pubblica Istruzione, si è trovata la via per il passaggio graduale, ma certo nelle sue tappe, della Scuola Civica S. Giusto allo Stato con “prosecuzione dell’esperienza metodologica consolidata…”.

Quanto delineato in estrema sintesi è una delle esperienze più faticose ma anche ricche ed entusiasmanti per una consigliera comunale che, come me, si trova spesso a riflettere sullo squilibrio tra l’impegno profuso e i risultati soprattutto se commisurati con gli esaltanti obiettivi proposti in campagna elettorale. Anche per questo è stato spontaneo ringraziare le/i rappresentanti dei genitori che, dopo numerosissimi incontri mi erano diventati familiari, per la tenacia e intelligenza della loro lotta per non far morire una esperienza formativa ricca e vivace.

Ho ripensato all’entusiasmo con cui avevo affrontato, dagli anni ’70 in poi, il mio lavoro di insegnante per una scuola come occasione di istruzione ma anche di educazione alla cittadinanza e di promozione delle possibilità per tutte e tutti. Perché si è permesso che una scuola primaria di eccellenza a livello mondiale venisse demolita poco a poco fino all’attuale impoverimento culturale? Pensavo che, forse, se tutti i cittadini del nostro paese avessero difeso a scuola come era successo per la S. Giusto, forse le cose sarebbero andate diversamente.

Queste alcune frasi della risposta ricevuta: “Grazie per le parole di stima che ci hai rivolto. Lo abbiamo fatto perché ci credevamo e ci crediamo e, indipendentemente dal risultato, siamo contenti di averlo fatto. È una coincidenza, ma proprio pochi giorni fa è stato a Milano Paolo Coelho. In una sua opera dice: “un bambino può sempre insegnare tre cose a un adulto: a essere contento senza motivo, a essere sempre occupato con qualche cosa, e a pretendere con ogni sua forza quello che desidera”. Siamo contenti per il semplice motivo di averlo fatto, siamo stati occupati senza mai annoiarci e ci abbiamo profuso tutte le energie che potevamo in questa idea. Siamo stati dei bambini e, visto che si trattava di una Scuola, forse proprio per questo alla fine abbiamo vinto….”

 

Anita Sonego

 

 



Condividi

Iscriviti alla newsletter!

Per ricevere in anteprima sulla tua e-mail gli articoli di ArcipelagoMilano





Confermo di aver letto la Privacy Policy e acconsento al trattamento dei miei dati personali




Ultimi commenti