Paolo Valera (1850-1926)
Mi metto un'altra volta nei mondezzai sociali. Mi ci metto senza sproni rivelatori. È tema stravecchio. Non si è mai saputo da che parte penda la depravazione, chi produca le Nanà. È vizio, è corruzione o è bisogno fisico? Veda il lettore. È depravato l'uomo che si vuota nei lupanari o è il tenente postribolo, un'oscura creatura che spalanca...
Paolo Valera (1850-1926)
L'ho conosciuta. Era una ditta postribolare. Il suo soprannome era «Zia». Tutti i ghiottoni di donne clandestine e tutte le donne venderecce si compiacevano di chiamarla «Zia». È morta il cinque marzo, alle quattro pomeridiane del 1902, nella sua abitazione carnimoniale di via Disciplini, 4 confortata dalla religione che l'ha assolta delle...
Paolo Valera (1850-1926)
Cap.II - Chi dei lettori ha avuta la sventura di leggere quel semenzaio di menzogne che è la storia sacra, sa, presso a poco, come è tagliato el Barchett di pover, scimiottaggine di quello che salvò il più grande degli ubbriaconi: Noè. È un grosso barcone tutto a fessure che si aguzza alle estremità convergendosi e fa pancia smisurata nel mezzo,...
Paolo Valera (1850-1926)
Cap. I - A BORDO - Dimentichiamo il grosso sobborgo di Porta Ticinese, popolato dalla canaglia che smagrisce lavorando; chiudiamo gli occhi sulle appariscenti miserie svolazzanti dai poveri davanzali e ristiamo sul colonnino miliare dove pur sosta el Barchett di pover, decrepita, unica galea, che né venti, né tempeste, né furie, né progresso hanno...