11 febbraio 2009

MILANO MICRAGNOSA


Ci sono città generose e città micragnose. Lo si vede dal modo con cui sono organizzate le vie, le piazze, gli edifici pubblici. Milano è sempre stata caratterizzata da una cerca qual micragna forse di origine medievale e mercantile, che oggi però assume aspetti quasi paradossali. Il nuovo palazzo del governo regionale si deve intrufolare come una biscia tra una casa e l’altra per fare la necessaria cubatura con un risultato modesto che si aggiunge alla modestia urbanistica e architettonica di quello che doveva essere il pomposamente chiamato “Centro direzionale” della nuova Milano. Ma una volta alla necessaria micragnosità di una città mercantile fortemente attaccata al profitto, si contrapponeva una straordinaria apertura sociale e mentale che faceva di Milano una città dura, a volte codina, ma accogliente.

Oggi prevale invece una concezione piccolo borghese dell’ordine e del decoro che non sopporta più devianze Via i writers sui muri, persecuzioni all’ultimo cantastorie perché non è in linea, si cade persino nel ludibrio più totale di mandare la polizia a un evento (bello o brutto che fosse,è irrilevante) organizzato in Galleria dall’Assessore alla cultura. Via naturalmente i centri sociali che sono sporchi e pericolosi, “lassa sta la machina, barbùn”. Tutto in nome del decoro e del perbenismo. Gli uomini politici della maggioranza sostengono che i centri sociali sono foyer delle brigate rosse e che è una storia già vista, ma le BR non sono nate nei centri sociali e se la polizia, come si dice, ha informazioni su fiancheggiatori delle nuove BR nei centri è sorprendente che lo dica ai giornali e non ai magistrati.

Ma il punto è un altro, le attività cosiddette alternative dei giovani, cioè luoghi dove la cultura giovanile può elaborare liberamente le proprie idee esistono in tutte le città del mondo, nelle forme più diverse. In genere sono tutte forme che si trovano in posizioni marginali, anche dal punto di vista legale. Tollerate senza essere formalmente riconosciute. Persino nella cupa e poliziesca Berlino est degli ultimi anni del governo Honecker le occupazioni di case venivano tollerate. La VoPo faceva una finta di sgombero, se gli occupanti resistevano, le cose venivano lasciate così e in alcuni casi persino regolarizzate.

Le metropoli contemporanee sono molto poco accoglienti per i giovani e le autorità intelligenti sanno distinguere il confine tra marginalità, protesta, contestazione e criminalità ed eversione. Per migliaia di giovani il Leoncavallo ha rappresentato un luogo di esperienza positiva di socialità e partecipazione comunitaria e creativa. Di certo c’è che dal Leoncavallo nessuno ha mai cercato di massacrare a mazzate un giovane di colore o di dare fuoco a un povero indiano che dormiva in una stazione,così “pe’divertisse”.

Guido Martinotti



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