22 marzo 2011

L’ITALIA UNITA DI NAPOLITANO PRESIDENTE


In un clima simile a quello delle Notti bianche d’Europa si sono aperti a Torino con la Notte Tricolore i festeggiamenti del 150° compleanno dell’Italia, proseguiti nei giorni successivi non solo nelle città storiche capitali d’Italia, ma anche in molti altri Comuni, con appuntamenti dedicati all’arte e alla cultura, con occasioni di intrattenimento per cittadini di tutte le età e condizione sociale. “E’ accaduto qualcosa di importante, uno straordinario scatto di sentimento e consapevolezza popolare” – ha affermato il Presidente Napolitano nel suo intervento al Teatro Regio di Torino, rallegrandosi per la vasta partecipazione popolare con il Tricolore per le strade e nelle piazze d’Italia, ma anche nei tanti paesi pieni di italiani nel mondo: “tanta gente che ci crede, che ha riscoperto qualcosa, un rinnovato senso di appartenenza alla Patria, di lealtà alla Costituzione e di rispetto dei diritti umani“.

Tutti i messaggi augurali del Presidente hanno fatto leva su alcune parole chiave che sintetizzano in maniera incisiva lo spirito di queste celebrazioni: orgoglio e fiducia; coscienza critica dei problemi rimasti irrisolti e delle nuove sfide da affrontare; senso della missione e dell’unità nazionale. Una visione dell’unità che ben si coniuga con i concetti di pluralità, diversità, solidarietà, sussidiarietà, che esorta al senso del limite e della responsabilità, promuovendo con determinata fermezza l’idea di patria in una Europa di pace, cooperazione e salvaguardia dei diritti umani universali (1).

Anche il Presidente Barack Obama si è unito in prima persona agli italiani nel mondo per onorare il coraggio e la visione dei patrioti risorgimentali, ispiratori di lotte di libertà in tutto il mondo: “Oggi l’eredità di Garibaldi e di tutti quelli che unirono l’Italia vive in milioni di donne e uomini americani di origine italiana, che hanno reso più forte e ricca la nostra nazione’ (2). Un messaggio in continuità con la cerimonia di rievocazione delle guerre di indipendenza americana e italiana celebrata nel 1961 nel prato dei Miracoli di Pisa per un’ideale stretta di mano tra Washington e Garibaldi: due vite parallele spese per la libertà, due amici nel simbolo dell’indipendenza, se si fossero conosciuti.

Grazie all’archivio cinematografico dell’Istituto Luce possiamo rivedere e riascoltare tutte le cronache in bianco e nero di ‘Italia61’, le celebrazioni del primo centenario dell’Italia, fastose grazie alla favorevole congiuntura economica e realizzate con i ritmi invidiabili del ‘miracolo italiano’: dai preparativi dei cantieri per il Palazzo per l’Esposizione Internazionale del Lavoro a Torino, opera possente e monumentale pensata come rassegna del lavoro nel mondo e come salto nel futuro delle tecnologie, all’appello del Presidente di Confindustria a puntare sui valori morali come elemento di propulsione di ogni attività organizzativa. E ancora il battesimo a Torino degli autobus a due piani, i battelli fluviali sul Po lungo il parco del Valentino, il treno monorotaia del Palazzo per l’Esposizione, il lancio della FIAT 1300. Nell’album dei ricordi di allora anche il simbolo vivente di uno storico centenario, il signor Mattia Ottonello, nato l’11 marzo 1861, capace di pronunciare in italiano soltanto le parole ‘signor sì, signor no’, imparate durante il servizio militare, ancora in attesa dal 1918 della pensione e affiancato dal figlio di 78 anni (3).

Nel sonoro dell’archivio anche le conclusioni del discorso pronunciato a Montecitorio dal Capo dello Stato Giovanni Gronchi, che esprimono con tono solenne la speranza e l’augurio di un’Italia che fecondamente lavora all’avvento di un’era prospera e pacifica per i popoli tutti. E nelle immagini dei festeggiamenti la folla fa ala al suo passaggio, tributandogli ovunque calorosi applausi. Ora, come allora, il Presidente Napolitano ha saputo parlare con accenti commossi e convinti alla gente d’Italia, che ha gremito i luoghi delle celebrazioni e gli ha tributato un plauso corale, aggrappandosi al suo messaggio di speranza: “Grazie all’unità siamo diventati un paese moderno. Se fossimo rimasti come nel 1860, divisi in otto Stati, senza libertà e sotto il dominio straniero, saremmo stati spazzati via dalla storia, non saremmo mai diventati un grande paese europeo. (…) E se saremo uniti sapremo vincere tutte le difficoltà che ci attendono“.

Rita Bramante

(1) http://www.quirinale.it/qrnw/statico/eventi/150italia-unita/150anni.htm

(2) http://www.quirinale.it/qrnw/statico/eventi/150italia-unita/documenti/testoproc.pdf

(3) http://www.archivioluce.com/archivio/



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