15 marzo 2011

Scrivono vari 16.03.2011


Scrive Marco ZioLuca Beltrami Gadola  ha scritto (molto bene) numerosi articoli ragionati o appassionati e scusatemi se quando ho letto l’articolo PARTITO DEMOCRATICO & CO. LA CACCIA AI CIRCOLI a firma L.B.G. ho strabuzzato gli occhi, sperando la sigla non rappresentasse il bravo Luca. L’articolo non è né ragionato né appassionato e nemmeno scritto (tanto) bene. Scrivo quindi per commentare il pezzo del sig. L.B.G. chiunque sia. Seguo la politica, mi piace, era e in alcuni luoghi è cosa bella e pulita, fatta di sostanza e non di parole; mi appassiono (ultimamente molto con la candidatura di Valerio Onida alle primarie di Milano), combatto. A distanza di 23 anni dall’ultima tessera di partito, da tre sono iscritto al PD. Sono un Democratico, non uno di sinistra, centro sinistra, sinistra sinistra o altro.

Boeri sarà capolista Pd. La cosa non mi entusiasma: ha ragione L.B.G. nel dire che il capolista prenderà meno voti di altri, ma almeno si riconosca all’architetto il coraggio e al PD di aver messo “in lista personalità di grande spicco che non siano già parte della nomenclatura”. Si chiede L.B.G. ” (…) vedremo quante deroghe, in nome di non si sa che cosa, saranno fatte alla norma statutaria che limita il numero dei mandati a due”.  Spero qualcuna e spiego in “nome di cosa”: Marco Cormio, ad esempio, è al secondo incarico. In questi anni ha lavorato sodo, è stato amministratore efficiente, sempre presente, puntuale, nel combattere l’ingiustizia nel sostenere o proporre il bene collettivo. Enorme il suo lavoro nelle scuole, straordinarie le sue battaglie sul PGT, insperati i miglioramenti che ha fatto avere alla città soprattutto (MA NON SOLO) nella zona che meglio conosce perché ci vive, la mia, la zona 4. Lo statuto prevede deroghe e questo, ma non solo (penso a Fanzago, per esempio) è un caso da derogare. Altri partiti “di sinistra” e non, hanno candidati con quasi trentennale presenza in Consiglio Comunale.

La lista sicuramente sarà fatta in base allo Statuto: “Che ne sarà del meccanismo delle pari opportunità?” si chiede L.B.G. e se intente le “quote rosa” stia sicuro, come lo sono io, sarà fatta con il 50% di candidati donne. Qui però L.B.G. deve spiegarmi una contraddizione: le quote rosa (brutta terminologia) sono previste da statuto in ogni organismi PD. Perché la macchinazione dei Circoli (i direttivi sono sempre allargati agli iscritti e ai cittadini) ha portato in Comune solo 2 donne su 15? Peraltro, il solo Consiglio di Zona retto dalla minoranza in Comune è quello di zona 9 presieduto da una donna.

Veda, caro L.B.G., il PD non è come il Timavo. Essendo un partito democratico e senza un padrone, le decisioni le prende dopo dibattiti e confronti e quindi le decisioni arrivano dopo quelle di altri partiti che sentono una sola voce. Decisioni che sono condivise e prese alla luce del sole. Forse, se i giornalisti osservassero anche questo e non si limitassero a suggerire dubbi o a formulare critiche, la politica avrebbe un maggior numero di appassionati.

 

Caro Zio, L.B.G. sono io. Solo due righe perché sul tema ho scritto l’editoriale. Il problema al quale si è data una risposta insufficiente è quello delle pari opportunità. Anche questo è complesso e non basta alternare nelle liste gli uomini alle donne. Il problema è più profondo e riguarda ancora un sostanziale maschilismo della classe politica e del Paese. Quanto alle deroghe, che non mi piacciono, se si vogliono fare bisogna che anche questo aspetto sia regolato ma così non è.

Luca Beltrami Gadola

 

Scrive Giuseppe Vasta a Giuseppe Ucciero – Il suo intervento di sulla vicenda che avrebbe coinvolto il candidato Pisapia mi sembra un classico esempio dell’autolesionismo che sembra affliggere da molto (troppo) tempo le forze progressiste milanesi. Dunque, ci si lamenta perché le primarie sono state troppo “corrette”, troppo poco “feroci” sui reciproci difetti dei candidati. Ma ci si dimentica che negli Stati Uniti questo avviene perché è pratica comune ai due schieramenti: che senso avrebbe dilaniarsi pubblicamente mentre la parte avversa non lo fa? Ma a parte questa ovvia considerazione, veramente in questi tempi di politica fatta prevalentemente di insulti vogliamo lamentarci di un confronto rimasto civile? Mi sembra proprio una follia.

Secondo: giusto che i candidati dimostrino coerenza fra pensiero e azione. Ma bisogna anche saper distinguere fra fatti gravi e i dettagli o le imperfezioni. E’ davvero un fatto un fatto grave che molti anni fa la propria compagna – non se stessi – che ancora non si conosceva, abbia preso in affitto un appartamento a un canone che magari, come del resto spesso avviene per tanti gestori di grandi patrimoni immobiliari, a volte per il motivo banale della pura inefficienza, non è come quello che praticano i piccoli proprietari, più attaccati al massimo sfruttamento dell’immobile? Francamente, mi sembra non sia il caso di esagerare. La perfezione non possiamo chiederla neanche ai santi, una sciocchezza (per interposta persona, per di più) mi sembra ci possa stare anche nel migliore candidato sindaco, che dobbiamo valutare per i programmi e per le capacità di governo, non frugando maliziosamente nel passato di chi gli è vicino. E invece: anatra zoppa, perdita di credibilità, e via martellando.

Come se l’importante fosse dare addosso al proprio candidato e non all’avversario. Quand’è che la finiremo? Guardate il centrodestra, invece: nessuno sopporta (né stima) la Moratti, ma forse sentite qualcuno parlarne male pubblicamente?

Forse qualcuno dovrebbe avvisare Ucciero che le primarie sono finite: adesso ci sono le amministrative. Bisogna fare squadra, basta con l’autolesionismo. P.S.: e anche sulla cosiddetta vicenda di “casa Batman”, credo che abbia fatto bene Pisapia a non esporsi più di tanto, visto che sono vicende che riguardano migliaia di immobili, destinate a sgonfiarsi con il PGT – quello lì sì uno scandalo.

 

Replica Giuseppe Ucciero – Diceva un grande giornalista che non c’è nulla di più inedito della carta stampata. Questo ovviamente vale anche per i magazine on line, come ArcipelagoMilano. Invito quindi il gentile lettore a rileggersi con maggiore attenzione il mio pezzo della settimana scorsa che partiva sì dalla questione Sasso – Pisapia per svolgere poi riflessioni più ampie e generali sulla cultura che accompagna gli istituti politici. Importare dagli Usa il procedimento delle primarie, e soprattutto la personalizzazione delle candidature, senza fare propria anche la rigorosa cultura del contraddittorio apre a mio parere una voragine nella stessa legittimazione e forza delle nomination.

Qualsiasi ne sia l’esito, e quindi anche se avessero vinto Boeri, Onida o Sacerdoti. Ricordo poi che applicando il criterio auspicato dal lettore (non facciamoci del male) non si sarebbe prima criticato e poi rimosso neppure il candidato PD a Bologna, le cui marachelle sono certo insignificanti rispetto all’oceano di malefatte del centrodestra, ma che, per la nostra specifica sensibilità democratica, ci sono appare giustamente intollerabili. E quindi a Bologna sì e a Milano no? E perché? Non mi pare invece opportuno riprendere i dettagli della vicenda, su cui sia io che il lettore abbiamo il diritto di rimanere di diversa opinione. Solo aggiungo che quando sento e vedo gente come Cicchetto e Belpietro testimoniare a favore del candidato di parte opposta, si può rimanere un tantino sconcertati. O no? PS: su casa Batman poi, contento il sig. Vasta, contenti tutti…. anche la Moratti.



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